mercoledì 21 marzo 2012

Elena Bertocchi trionfa con la sua etichetta per il Rosé "All'aria aperta" di Dianella Fucini



Una nuova sinergia si è creata in questi ultimi tempi tra la storica fattoria di Vinci Dianella Fucini, e il Polimoda, Istituto di fashion design e marketing di Firenze, in occasione dell’uscita del nuovo vino rosé “All’Aria Aperta”, ottenuto unicamente da uve Sangiovese e vinificato con pressatura soffice delle uve per ottenere un vino dal colore chiaro.

E' stato davvero difficile scegliere per la giuria tra le molte proposte degli studenti di Polimoda, ma alla fine l'ha spuntata Elena Bertocchi con un'etichetta che rispecchia lo stile della bottiglia e il design a vista del tappo in silicone grigio. L’unione delle tre A rappresenta una grafica dalle linee futuriste che, oltre a trasmettere con raffinatezza il legame con la terra toscana, rispecchia anche la modernità del nuovo vino.

A selezionare i lavori una giuria presieduta da Francesco Passerin d’Entréves, titolare di Dianella Fucini, e composta dalla consorte Veronica Passerin d’Entréves, Maristella Giannini, capo Dipartimento Marketing Polimoda e responsabile del progetto, Giuseppe Di Somma, architetto e docente di Polimoda, Leonardo Taddei, delegato Lucca AIS Toscana, Marco Stabile, chef del ristorante “Ora d’Aria” di Firenze, e i giornalisti Eleonora Cozzella e Paolo Pellegrini.

In fase di partenza gli studenti coinvolti, provenienti dai corsi post-diploma del secondo anno in Marketing Management e Marketing Communication e del Master in Fashion Communication, sono stati 15 che, dopo aver analizzato e interpretato il brief dell’azienda, hanno creato, con la consulenza del docente Architetto Giuseppe Di Somma, una proposta per il design dell’etichetta. Di queste 15 sono state selezionate le 6 più meritevoli e tra queste, il 13 marzo 2012 presso la sede Polimoda a Villa Favard sono stati scelti i 3 progetti finalisti.

Elena Bertocchi ha ricevuto da Dianella Fucini una borsa di studio del valore di 500 euro e una targa con la propria etichetta. Alla 2° e 3° classificata è stata invece consegnata una targa ed una bottiglia con l'etichetta da loro realizzata.


Vediamo da vicino la realtà vitivinicola di Dianella Fucini:

la fattoria ha una estensione di 90 ettari di cui 20 di vigneto, posti ad un altitudine di circa 150 metri s.l.m, su terreni collinari di origine calcarea di medio impasto, con esposizione sud, sud-ovest. La varietà maggiormente rappresentata è il Sangiovese a cui si uniscono il Canaiolo, il Colorino, la Malvasia del Chianti, il Merlot, il Cabernet Sauvignon ed in piccola parte il Trebbiano. I vigneti, per la maggior parte di recente re-impianto, hanno una densità che varia dalle 3600 alle 5500 p/ha secondo il periodo di realizzazione e una forma di allevamento prevalentemente a cordone speronato. Il patrimonio olivicolo si estende su una superficie di circa 15 ettari con varietà Frantoio, Leccino, Pendolino e Moraiolo, da cui nasce l’olio extravergine di oliva di Dianella, straordinario per la sua intensità e personalità.

La tradizione vinicola dell’azienda risale alla fine del 700, come testimoniano gli scritti di Renato Fucini. Dal ‘900 il Chianti Dianella è noto in tutta Italia. Negli anni ‘50 e ‘60 il fiasco del Dianella non poteva mancare sulle tavole delle più rinomate trattorie Italiane, mentre la bottiglia figurava nei menù dei pranzi ufficiali al Quirinale durante la presidenza Gronchi.

Francesco e Veronica Passerin d'Entrèves seguono tutte le lavorazioni in vigna ed in cantina proponendo una selezione di prodotti nel rispetto della tradizione e nella convinzione che il vino è espressione del suo territorio. Oltre al Chianti la fattoria propone Le veglie di Neri, Il Matto delle Giuncaie, Dolci Ricordi e Sereno e Nuvole i cui nomi si ispirano alle novelle di Renato Fucini.

L’azienda è aperta al pubblico per la vendita dei prodotti e per degustazioni e visita delle cantine su prenotazione.
Inoltre sono disponibili 3 suites per soggiornare in un ambiente naturale gradevole ed accogliente.


Fabrizio Del Bimbo

lunedì 19 marzo 2012

Uno stand "off-grid" al Vinitaly per Salcheto


Salcheto presenta il primo stand “off-grid” di Verona Fiere
"Hai voluto il vino? Adesso pedala!"

Coerente con la sua filosofia, Michele Manelli si presenta al Vinitaly con uno stand totalmente staccato dalla rete elettrica tradizionale

“E’ un’operazione simbolica e provocatoria, certo, ma impone di riflettere sui grandi temi dell'ambientalismo d'impresa che a noi di Salcheto, si sa, stanno molto a cuore. Per alimentare lo stand al Vinitaly che ho scollegato dalla rete elettrica centrale –dice Michele Manelli, patron della cantina poliziana– provvederò a recuperare l’energia che mi serve grazie al una piccola stazione fotovoltaica che ho installato nel terrazzo dell’albergo vista lago dove soggiorniamo. E poi i visitatori che vogliono assaggiare i vini troveranno un risciò sul quale dovranno salire e pedalare: collegati ad un generatore, ci aiuteranno a far quadrare il bilancio energetico. Abbiamo anche preparato un listino di prezzi al consumo: un minuto di pedalate per un calice di vino, aggiungetene mezzo per quelli al fresco!”

Salcheto, azienda in Montepulciano, è una realtà da 200 mila bottiglie di vino prodotto in 40 ettari di vigneto biologico. Michele Manelli è impegnato da anni, anche con la collaborazione degli amici della Fabbrica del Sole di Arezzo, nella realizzazione della “cantina ideale” per produrre il sangiovese migliore nel modo più efficiente e pulito possibile, anche per l’ambiente. Intanto ha inaugurato la prima cantina energeticamente autonoma senza distogliere terreni alla coltivazione, in grado di produrre e recuperare la “sua” energia: con le biomasse legnose, dai gas di fermentazione delle uve o raffreddando l'acqua nel sottosuolo, solo per citare alcune delle fonti. E quando fa buio si smette di lavorare: la cantina si illumina solo grazie a giochi di specchi e lucernari che catturano l'illuminazione esterna per diffonderla fino a 15 metri sotto terra. Un sistema, quello di Salcheto, già premiato tra gli altri da Legambiente e dalla Fondazione Spadolini, che ha intrapreso anche la strada della certificazione delle proprie emissioni ottenendo la prima Carbon Footprint asseverata della propria bottiglia.

Una strada impegnativa ma di cui sembrano beneficiare anche i vini, come dimostrano i premi della critica e l'apprezzamento dei consumatori: il Salco Evoluzione, uno dei migliori rossi toscani, il Nobile di Montepulciano e il Rosso di Montepulciano, vini “puliti”, che sanno di territorio.

L’azienda Salcheto vi aspetta al Padiglione D, Stand A2… abbigliamento sportivo!

Fabrizio Del Bimbo

giovedì 15 marzo 2012

Export da record per la Toscana al Vinitaly




Un 2011 da record per le esportazioni dei vini toscani. I dati definitivi pubblicati dall’Istat mettono in evidenza, infatti, un +12,2% in valore rispetto al 2010, di poco al di sotto del dato nazionale (+12,4%). Con oltre 659 milioni di euro la nostra regione è al secondo posto in Italia dopo il Veneto. Ottima la performance dei vini toscani a denominazione d’origine protetta che hanno fatto registrare un +9,6 in quantità e un +9,9% in valore rispetto all’anno precedente, superando i 464 milioni di euro. Per i vini Dop toscani, gli Stati Uniti, con oltre 146 milioni di euro di export, si confermano il primo mercato, seguiti da Germania (92,5 mln), Canada (38,2 mln), Regno Unito (25,8 mln) e Svizzera (25,5 mln). Buoni anche i segnali che provengono dai nuovi mercati, in primo luogo la Cina che, sfiorando i 10 milioni, rappresenta oggi il settimo mercato di destinazione per i nostri vini: era al nono posto nel 2010 con 4,9 milioni di export.
È con queste cifre che la Toscana si prepara alla 46ª edizione del Vinitaly, in programma a Verona dal 25 al 28 marzo prossimi e dove la nostra regione, coordinata da Toscana Promozione, sarà presente con 763 aziende produttrici concentrate, principalmente, tra il padiglione 8 e la tensostruttura D.
«Quello del 2011 – commenta l’assessore regionale all’agricoltura, Gianni Salvadori – è il miglior risultato degli ultimi cinque anni e conferma il trend positivo iniziato nel 2010, quando l’export dei vini toscani si era attestato sui 587 milioni di euro. Oggi abbiamo superato i 659 milioni con ottime conferme sia sui mercati storici che su quelli nuovi. Ad eccezione di una flessione nell’export dei vini Dop nel Regno Unito e in Svizzera il commercio estero delle nostre etichette ha il segno positivo in tutti i paesi. Un ottimo biglietto da visita con cui presentarsi ai buyer del Vinitaly»
«I dati diffusi dall’Istat confermano che il lavoro fatto sul fronte della promozione sta dando i suoi frutti. – afferma Stefano Giovannelli, direttore di Toscana Promozione – Tra 2010 e 2011 abbiamo riguadagnato, se non addirittura aumentato, le nostre quote di mercato sulle piazze storiche dell’export dei nostri vini e ci stiamo affermando nelle economie emergenti dove, fino a qualche anno fa, solo la Francia spopolava. E proprio sul fronte della promozione il Vinitaly sarà un momento importante per la nostra attività. A Verona testeremo, in anteprima, un nuovo modo di parlare del vino che, partendo dal prodotto, ne esalterà tutte le componenti evocative che lo legano alla nostra cultura e al nostro territorio, trasformando un sorso dei nostri vini più pregiati in una vera esperienza di vita made in Tuscany».
Una nuova strategia di promozione che punta al riposizionamento del brand Toscana nel mondo e che sarà il cuore delle degustazioni in programma presso lo stand della Regione a Vinitaly (pad. 8 stand c 12) che, non a caso, va sotto il nome di “Toscana: new feelings”. Guidate dal sommelier Massimo Castellani, le degustazioni in programma esalteranno quattro valori a cui è possibile legare i diversi prodotti dell’enologia toscana: passione, solarità, eleganza e spiritualità.

Nicoletta Curradi

La Fattoria Bini si svela al grande pubblico



Una realtà vitivinicola e ricettiva tutta da scoprire nel cuore della Valdelsa, a pochi chilometri da Firenze.
La Fattoria Bini, situata nella zona del Chianti, sui colli fiorentini di Monterappoli, presso Empoli (a 5 minuti d'auto dalla stazione Fs), in un ambiente naturale e ricco di storia, passata di generazione in generazione, è nata ben 210 anni or sono e oggi è gestita da Elena e Francesca Bini Moriani, che continuano, anno dopo anno, nel loro meticoloso lavoro di rinnovamento della struttura aziendale.
La sede storica dell’azienda, oggi residenza di famiglia, è la Villa del Terraio, una villa cinqucentesca con un bellissimo giardino all’italiana. La Villa, posta sulle colline di Monterappoli, è circondata dai vigneti e dagli uliveti della Fattoria Bini dove si producono vino ed olio e dal Resort Borgo San Giusto che dispone di spazi ideali per mostre, meeting e ricevimenti esclusivi.
La Villa è circondata da un bellissimo bosco ad alto fusto costituito prevalentemente da querce (roverelle e cerri in particolare), cipressi, lecci, sorbi, e ornelli. Nel bosco non è raro imbattersi in rapaci che volano liberi: qui, infatti è stato ospitato per diversi anni un centro di recupero di queste specie che, nelle nostre zone, erano andate man mano scomparendo.
Nella metà degli anni 90, infine, Elena e Francesca hanno fortemente voluto effettuare un importante intervento di rimboschimento con finalità produttive ed ambientali. Anche grazie all’importante collaborazione tutt’ora in piedi con il Centro di Ricerca per la Selvicoltura, sono state messe a dimora 15.000 piante (noce, rovere, frassino, cipresso, ontano… per citare solo le maggiori) su circa 50 ettari per la produzione di legname di pregio e per permettere una riqualificazione dell’ambiente rurale nei suoi più diversi aspetti.
Vediamo quali prodotti offre l'Azienda:
la produzione vinicola offre varie tipologie: i tre rossi (il Chianti DOCG e i due IGT), fra i quali spicca per importanza il "Terrajo" che deve il nome alla sede storica della Fattoria, e l'Albicante, il bianco IGT proveniente da uve Chardonnay.
Tutte le viti sono allevate a Guyot, la più tradizionale forma di allevamento toscana, forma che meglio si adatta alle condizioni pedoclimatiche dei vigneti della nostra azienda: con questa forma di allevamento si riescono infatti a contenere le produzioni per portare in cantina uve di grande qualità.
Oltre agli ottimi vini, la Fattoria Bini produce vinsanti, distillati, olio e birra artigianale. La gamma dei prodotti Bini è davvero completa.
Da sottolineare che l'azienda è stata prescelta insieme ad altre 4, per un progetto di internazionalizzazione ideato da Toscana Promozione.

Fabrizio Del Bimbo