giovedì 5 aprile 2012

Palatinato, il regno del Riesling



Presentati a fIrenze i vini del Palatinato, bellissima regione tedesca al confine con la Francia.
Il Palatinato è un angolo reso bello dalla vigna e, per il clima mite, da alberi da frutta del mediterraneo, ma, anche e soprattutto, dall' ospitalità dei vignaioli sempre pronti a invitarti con il franco sorriso a entrare in casa per bere un bicchiere del loro Riesling. Il vino, orgoglio del suo produttore, è maestro nell’arte della ospitalità e dell’amicizia, del dialogo. Sta qui la sua profonda attualità in un mondo che ha perso il gusto del dialogo, della parola, della stretta di mano e del dono. Ciò vale soprattutto per le nuove generazioni, alle quali, non molto tempo fa, mi sono rivolto con il progetto “Vino e Giovani”, portato avanti dall’Enoteca Italiana di Siena, e l’invito a “bere poco per bere bene” o, se uno vuole, “a bere bene per bere poco”, sapendo che il gusto e il piacere del vino è nella sobrietà e nella sua capacità di socializzare, animando di cultura un incontro.

Il territorio della Renania-Palatinato (Rheinland-Pfalz) e le sue sei aree di coltivazione, a partire dallo Pfalz (Palatinato), una sottile striscia lunga 70 Km, che si estende tra il Rheinhessen a nord e Schweigen, vicino alla frontiera francese, a sud, con 23.000 ettari di vigne, di cui 5.250 di Riesling.

L’area, attraversata dalla prima strada al mondo del vino la “Deutsche Weinstrasse”, ha il clima particolarmente mite, grazie al quale crescono anche alberi di mandorle e fichi, e paesaggi segnati da dolci colline. Si produce un Riesling che impressiona per l’aroma fruttato unito ad una forte consistenza inaspettata ed una delicata asprezza. E’ quella da me visitata in compagnia del prof. Rappl, uno studioso della storia della mezzadria e, come tale, della Toscana; il Rheinhessen, ancora oggi, con i suoi 26.000 ettari di vigne, di cui quasi 4.000 quelli occupati dl vitigno Riesling, risulta la zona vitivinicola più estesa delle altre cinque aree; la Ahr, il nome del fiume che segna quest’area nota come il “paradiso tedesco” del vino rosso, soprattutto Pinot nero, dove il Riesling occupa 50 ettari dei 522 censiti a vigneto; il Mittelrhein, patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco per essere stato considerato uno dei più bei paesaggi a livello europeo, grazie alle sue bellezze territoriali, arricchite di castelli e fortezze.

Pochi centinaia di ettari (457, di cui, però, ben 308 di Riesling) e vini di alta qualità apprezzati dagli intenditori, soprattutto per l’acidità espressiva e il fruttato seducente del Riesling, che nell’80% dei casi cresce su terreni ripidissimi; la Mosel (Mosella) e i suoi due affluenti, Saar-Ruwer, sicuramente l’area più conosciuta a livello mondiale per la produzione di Riesling, che, ormai, non produce più solo varietà dolci, ma anche vini secchi dal carattere robusto, secchi fruttati fino ad arrivare a quelli con residuo dolce e, chiudere l’elenco, la Nahe, (4.000 ettari di vitigni, 1.000 di Riesling), in un territorio ricco di paesaggi e di tante varietà di terreno che, con il clima mite, riescono a dare vini di gradevole acidità e di qualità aromatiche diverse.

Per chiudere la rappresentazione di questo land che dà il 60% di tutto il Riesling prodotto al mondo, voglio ricordare l’appuntamento del 3 e del 4 maggio a Roma con una serie di seminari, che hanno il compito di illustrare il territorio della Renania-Palatinato e, insieme, la complessità di un vino, il Riesling, prodotto con quella che viene considerata, soprattutto dai tedeschi, la regina delle uve bianche, la “Rieslingtraube”, noto da noi come il “Riesling renano” che non è il nostro “Riesling italico”.

Nicoletta Curradi