mercoledì 8 dicembre 2021

È tornato ViNoi a Firenze

 


L'evento ViNoi, dal 2015, è un imperdibile momento di incontro e condivisione tra vignaioli, operatori ed appassionati sul tema ed il valore dei vini artigianali, biologici, biodinamici, naturali. Una "due giorni" a Firenze, anno dopo anno, diventata il fulcro per "il movimento" in Toscana, con una costante partecipazione ed un crescente interesse a riguardo: un'importante occasione di conoscenza e di approfondimento, di assaggi liberi al banco con i produttori, di vendita diretta di tutti i vini in degustazione e di attività extra prima e dopo l'evento.


La manifestazione è da sempre indipendente ed autosostenuta, è organizzata da professionisti di settore che vivono tutto l'anno e supportano ogni giorno la "filiera dei vini artigiani di territorio", un collante vivo tra la produzione etica virtuosa e la distribuzione alternativa eco-sostenibile. 


La 6^ Edizione si è  svolto nei giorni 5  e 6  Dicembre 2021,  presso l'ICLAB Intercultural Creativity Laboratory, in Viale Guidoni 103, a Firenze. 





Elevata la qualità dei vini in degustazione. Tra i vini più apprezzati si menzionano quelli di McCaliin di Martinsicuro (TE):


“Cuvèe Antica” ( 2019 e 2020): blend di Passera delle vigne o Passerina, Trebbiano d’Abruzzo e una piccolissima percentuale di Malvasia;

“Liberoarbitrio 2020”: Cerasuolo da uve Montepulciano;

Rossi da uva Montepulciano D’Abruzzo:

“Rossodamare 2017″e 2018, vinificato affinamento due anni in acciaio;

“Incontro 2017”, un anno di affinamento in acciaio e un anno in Barrique;

“Alkemiko 2017″e 2018, 14 mesi di affinamento in acciaio e 10 in legno.


Poi ci sono quelli della piccola, ma eccellente cantina San Biagio Vecchio di Faenza (RA). Ottimi il bianco Sabbia gialla a base di albana, vino simbolo dell'azienda,  e il rosso Montetarbato Centesimino a base di uve autoctone.




Il vino spumante di qualità Dosaggio zero metodo classico dell'azienda agricola Failoni di Staffolo (AN) merita una menzione.

Nasce da uve Sangiovese Bio vinificate in bianco rifermentate in bottiglia. Un uvaggio insolito per uno spumante che regala profumi fruttati e floreali, e una bollicina fine e delicata.




Nicoletta Currradi


giovedì 11 novembre 2021

Tenute Ruffino: sostenibilità, innovazione e futuro





Tante novità caratterizzano la ripartenza post pandemia delle Tenute  Ruffino: recentemente è stato presentato  il terzo bilancio di sostenibilità relativo all’anno fiscale 2021, concluso lo scorso 28 febbraio. La presentazione si è svolta preso la prestigiosa  Tenuta Poggio Casciano, a sottolineare ancora di più il legame di Ruffino alle proprie radici, al territorio e al contesto ambientale e sociale in cui opera, pur sempre con il consueto sguardo di apertura globale.

I risultati riportati nel bilancio di sostenibilità, articolato in quattro macro capitoli collegati agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), testimoniamo i significativi progressi fatti sin qui nel solco di iniziative la cui finalità va sopra il concetto stesso di business e di obiettivi sfidanti che l’azienda si è posta per i prossimi anni nell’ambito delle tematiche ambientali, sociali e di governance.

 Nonostante il periodo di variabilità Ruffino infatti mantiene una solida certezza: la determinazione nel perseguire una strategia improntata allo sviluppo responsabile del proprio business.






Un altro momento importante per le Tenute è stato il battesimo del nuovo  Modus Primo,  un vino  IGT Toscana dal colore rosso  rubino granato intenso.
Ha un carattere deciso che racconta l’espressività aristocratica dei vitigni protagonisti, cioè Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot,  singolarmente riconoscibili ma ben amalgamati da note scure di frutti neri maturi. Il legno, elegante e discreto, ne completa il profilo aromatico.
Il primo contatto al palato con questo vino appare quasi altero. Vino ampio e complesso, scuro al centro e irradiante al finale. I tannini sono alti e precisi, e segnano i confini di una chiusura di magnifica chiarezza.
Modus Primo rappresenta l’evoluzione di Modus ottenuta attraverso la rappresentazione, in ogni annata, del meglio che lo straordinario terroir di Poggio Casciano ha da offrire
Si abbina con carni nobili dei grandi piatti della cucina italiana e internazionale, ma anche grandi formaggi di corpo e d’affinamento.
L'enologo afferma:
i tre vitigni, Merlot, Sangiovese e Cabernet Sauvignon, vengono raccolti separatamente a seconda della perfetta maturazione delle uve. Fermentazione alcolica e malolattica avvengono in vasche d’acciaio termocontrollate. Segue un affinamento di 18 mesi in barrique nuove di rovere francese.

Modus – parola latina che richiama il metodo e la misura – è l’espressione moderna di Ruffino nell’unione di tre nobili varietà d’uve. Modus è un Supertuscan nato nel 1997, acclamato dalla critica. Modus Primo rappresenta l’evoluzione di Modus ottenuta attraverso un’ulteriore selezione, in ogni annata, dell’eccellenza del terroir di Poggio Casciano.

Info: www.ruffino.it

Nicoletta Currradi


giovedì 4 novembre 2021

Sophia Loren Restaurant lancia l’iniziativa ‘Original Italian Wines’






Il ristorante ‘Sophia Loren – Original Italian Food’, aperto a Firenze lo scorso aprile,ha inaugurato la stagione autunnale con un altro progetto volto a celebrare il connubio tra vino e food: ‘Original Italian Wines’, un nuovo format che prevede due serate di degustazione ‘wine pairing’ - abbinamento dei vini - a tema enogastronomico con due esperti del settore, i sommelier Andrea Gori e Frialdo di Vitto. 


Situato tra Piazza della Repubblica e Piazza del Duomo, il ristorante di proprietà della società Dream Food, è il primo della catena di ristoranti dedicato alla famosa attrice napoletana. Sofisticato ed accogliente, si sviluppa su una superficie di oltre 1500 mq, è pronto per accogliere i propri clienti per delle serate a tema che hanno come obiettivo l’esaltazione dei piatti proposti nel menù: la pizza firmata dal miglior pizzaiolo d’Italia 2020, Francesco Martucci, i piatti della cucina firmati da Gennarino Esposito, chef con due stelle Michelin e la pasticceria di Carmine di Donna.  


La prima serata di degustazione a cura dei sommelier Andrea Gori e Frialdo di Vitto si è svolta il 3 novembre. La prossima si terrà il 1/o dicembre. Durante le serate, agli ospiti viene proposto un menù strutturato appositamente studiato e che includerà una proposta di 5 portate in abbinamento a 5 vini naturali e biologici, provenienti da aziende agricole italiane. I vini  presentati durante la degustazione saranno disponibili a menù fino alla degustazione successiva.

Ecco cosa è avvenuto nella prima serata:

bis di antipasti, montanarina con salsa di pomodoro fresco, alici fritte ben abbinate al vino" Mai Sentito" de La Staffa, vino frizzante da uve Verdicchio, rifermentato in bottiglia, prodotto con metodi artigianali, che offre un'espressione immediata, fresca, asciutta e molto dissetante: profumi di frutta, lieviti . 

A seguire pizza al baccalà abbinata ad un vino  fermo Oltrepo Pavese Campo Dottore di Moncarul che al  naso si presenta molto minerale, con profumi di frutti a polpa gialla, erbe aromatiche e fiori di acacia. Al palato è fresco e pieno,  armonico e  persistente.

Poi è stata la volta della pizza Mani velluto con crema di friarielli in acqua di ricotta di bufala, mozzarella di bufala campana DOP, salsiccia di suino grigio ardesia a punta di coltello, calcagno a crista liscia in abbinamento al vino Cirò Rosso  "Etichetta Storica" di Scala, un vino calabrese ricco, intenso e caldo. Al naso sprigiona note di macchia mediterranea,  di spezie dolci, sfumature salmastre e viole appassite. Al palato ha un corpo ricco, pieno e piacevole, con buoni tannini e piacevole freschezza.

Il primo piatto erano gli ziti al ragù napoletano abbinati al vino Cacc'e Mitte di Lucera "Motta del Lupo", vino rosso legato strettamente al territorio pugliese, ottenuto dall'assemblaggio di diverse varietà locali. Al naso esprime frutti di bosco, cannella e prugna. È di grande beva, energetico, con una  freschezza compatta 

Dulcis in fundo, una zeppolina non fritta ripiena di crema bianca abbinata ad un vino passito risultante da 10 vendemmie tardive di Vigneti delle Dolomiti.  Di colore giallo dorato carico con riflessi ambrati, ha profumo con note di mallo e mandorla mischiate a sentori dolci di miele, cera d'api, vaniglia e burro. Al palato  le note di miele si accentuano, provocate dal dolce residuo zuccherino. 







Con i suoi 270 coperti, le 2 cucine professionali e i 2 forni, il ristorante Sophia Loren  Italian Food offre un servizio di ristorazione, bar, caffetteria, pasticceria e cocktail&wine bar.


Per maggiori informazioni e prenotazioni: 

eventi@sophialorenrestaurant.com

https://sophialorenrestaurant.com 

Bolier Plate


Dream Food La Società, proprietaria di ‘Sophia Loren – Original Italian Food’, è partecipata dalle famiglie Cimmino e Carlino, da Francesco Pinto, dall’imprenditore Sergio Ubaldo, da Nicola Giglio- un imprenditore italiano basato a Hong Kong, dall’Arch. Ivo M. Redaelli e da una società finanziaria presieduta da un professionista della City milanese, Rosario Bifulco.




Andrea Gori Sommelier, oste, giornalista per Business People e Spirito diVino e scrittore, tra le venti figure al mondo più influenti del web per quanto riguarda il vino. Laureato Biologo, scopre molto prima la tecnologia e l’informatica e solo da “grande” il vino, quando entra a lavorare nella trattoria di famiglia. Coniugare le due passioni diventa naturale e nasce il “sommelier informatico” ovvero la comunicazione del vino al tempo di oggi usando e sperimentando ogni nuovo mezzo di diffusione. Un sommelier che dal 2.0 iniziale ormai è arrivato al 4.0 incorporando le nuove sfide digitali e tendenze di settore. Autore di video autoprodotti su YouTube (più di tre milioni di visualizzazioni, il canale più visto del vino in Italia con quasi 4000 video di degustazioni e attualità). Ogni mese organizza tra Firenze, Bologna, Milano, Torino, Roma, Genova, Verona e in Versilia il minifestival God Save The Wine che prova a rivoluzionare il modo di bere e gustare il vino in città.




Frialdo di Vitto


Frialdo di Vitto nato e cresciuto in terra abruzzese, fiorentino di adozione, da sempre appassionatissimo di vino e dotato di un naturale talento negli abbinamenti col cibo, gestisce per anni i due ristoranti di famiglia nel suo paese d’origine, Roccaraso (AQ), per poi decidere di coltivare la sua grande attitudine e diventare sommelier AIS. Matura esperienza lavorando presso un ristorante segnalato Michelin e presenziando occasionalmente, svolgendo il servizio come sommelier ad eventi organizzati da AIS ABRUZZO. Il destino lo porta ad incontrare la realtà “Sophia Loren”, immediatamente ne sposa il progetto, e svolge il suo ruolo di sommelier e wine manager con dedizione ed umiltà.

Nicoletta Curradi





giovedì 30 settembre 2021

Tutto toscano il Gin allo Zafferano di Liquori Morelli

 



Liquori Morelli proprio nel luglio di quest’anno ha festeggiato  suoi 110 anni di storia: Gin allo Zafferano è anche un modo per celebrare questo importante anniversario


Liquori Morelli ha  presentato in anteprima assoluta  nella scenografica terrazza di ToscaNino in Rinascente l'èesclusivo Gin allo zafferano 


Si completa così una trilogia dedicata al gin dichiaratamente di alta gamma che l’azienda di Palaia guidata dai fratelli Luca, Paolo e Marco ha voluto proporre negli ultimi tre anni  agli appassionati. Infatti dopo Gin Botanico e Gin Fondatore ecco che con Gin allo Zafferano viene definitivamente celebrata la toscanità con un look lussuoso ed esclusivo.


Il liquorificio ha scelto lo zafferano per due motivi: perché si tratta di un alimento considerato molto pregiato e in secondo luogo per restare nel solco del legame con il territorio, dal momento che la spezia scelta viene coltivata proprio da un’azienda toscana di Castelfiorentino.


La peculiarità di questo gin è insita proprio nella sua preparazione, che segue un procedimento che rimanda ad un rito antico e che prevede una fase a bagnomaria nei pistilli di zafferano. Paolo Morelli, che in azienda è anche direttore di produzione, anche in questo caso ha fatto ricorso alla sua  maestria di alchimista raggiungendo un risultato di grande pregio ed equilibrio che prende forma in una elegante bottiglia.  Nel bicchiere colpisce immediatamente il colore giallo oro intenso e al naso l’aromaticità tipica dello zafferano si rivela con sicura finezza per poi esprimersi in bocca con delicata astringenza, donando al palato una sensazione di pulizia e freschezza




L'ambassador di Liquori Morelli Andrea Frediani ha proposto due sue creazioni, l'easygoing "San Michele" e il signature drink "L'incanto" durante la presentazione del nuovo gin da ToscaNino La Terrazza di Rinascente .




“Con Gin allo Zafferano abbiamo realizzato un altro sogno inseguito da tempo e che ha comportato un intenso periodo di ricerca della formula perfetta e lunghi mesi di prove per catturare quel gusto peculiare che nelle nostre teste era ben chiaro -ha raccontato Marco Morelli durante la presentazione- “siamo felici di essere riusciti a raccontare attraverso questo gin l’anima originale e splendente della Toscana, dedicando ai clienti un prodotto di lusso che li potrà accompagnare in tanti momenti magnifici sia a casa che fuori”.





Liquori Morelli  a luglio di quest’anno ha festeggiato i suoi 110 anni di storia, dato che l’azienda è stata fondata dal Cavalier Leonello Morelli nel 1911: Gin allo Zafferano, che sarà in commercio a fine ottobre,  è anche un modo per celebrare questo importante anniversario.

Info: www.liquorimorelli.it


Nicoletta Curradi


mercoledì 29 settembre 2021

Presentato il bilancio di sostenibilità di Ruffino




Il 28 settembre 2021 Ruffino ha presentato ufficialmente il suo terzo bilancio di sostenibilità relativo all’anno fiscale 2021, concluso lo scorso 28 febbraio. E lo ha  fatto  nella sua casa, a Bagno a Ripoli, la Tenuta Poggio Casciano, a sottolineare ancora di più il legame di Ruffino alle proprie radici, al territorio e al contesto ambientale e sociale in cui opera, pur sempre con il consueto sguardo di apertura globale.


I risultati riportati nel bilancio di sostenibilità, articolato in quattro macro capitoli collegati agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), testimoniamo i significativi progressi fatti sin qui nel solco di iniziative la cui finalità si eleva sopra il concetto stesso di business e di obiettivi sfidanti che l’azienda si è posta per i prossimi anni nell’ambito delle tematiche ambientali, sociali e di governance. Nonostante il periodo di complessiva variabilità Ruffino infatti mantiene una solida certezza: la determinazione nel perseguimento di una strategia improntata allo sviluppo responsabile del proprio business.


 



“Sono tre le parole che vedo indissolubilmente legate al concetto di sostenibilità e al ruolo che sempre più ha nelle aziende, annuncia ad apertura la professoressa Rossella Sobrero, presidente Ferpi che ha moderato l’incontro: concretezza, coerenza e condivisione. Sono aspetti fondamentali dell’impresa sociale e in Ruffino li ho ritrovati tutti. Non solo dichiarazioni di principio ma ricadute concrete, coerenza e attenzione alla filiera, alle partnership con gli attori costituenti il tessuto sociale e all’instaurare una relazione di valore con gli stakeholder”.


È Sandro Sartor, presidente di Ruffino a sottolineare come quello della storica azienda vitivinicola toscana sia un percorso di crescita sempre nella consapevolezza del proprio ruolo, nel nome di principi prima di tutto etici e non solo economici. Una terza edizione del bilancio che porta con sé la revisione della matrice di priorità, quelle che il consumatore stesso si aspetta.


“Una delle nostre priorità – sottolinea Sartor - è la salvaguardia dall’ambiente, risorsa essenziale per la sopravvivenza e continuità del nostro business. Ci impegniamo quindi, entro il 2025, a convertire la nostra produzione a 100% biologica, un percorso impegnativo ma in cui crediamo fortemente, che ci permetterà di ridurre la nostra impronta ambientale e di rispondere ai bisogni dei consumatori sempre più orientati alla scelta di prodotti sostenibili.” Assunti confermati anche dai piani di investimento dell’azienda che ha già in programma investimenti di oltre 8 milioni di Euro nei prossimi quattro anni per i progetti di sostenibilità ambientale, produttiva e di salute e sicurezza.




Salute che non è in antitesi all’economia ma complementare a quest’ultima: una salute di equità, di corretto rapporto con la società stessa. La direzione è quella di lavorare con un approccio sistemico, concezione che si ritrova nel bilancio stesso dove la sostenibilità è stata integrata all’interno del piano strategico e degli obiettivi aziendali.


Ne consegue la necessità che i principi etici e morali debbano essere comunicati con chiarezza a tutte le funzioni aziendali e in particolare ai membri della supply chain, affinché si possa essere di ispirazione, non prima di esserne stati promotori.


Ruffino ha iniziato nel 2018 la conversione al biologico, come enunciato da Maurizio Bogoni, direttore delle Tenute. Un concetto di biologico che non è stato inteso come meta ma come strumento, un modo concreto del fare quotidiano. L'impegno di Ruffino verso la costante attenzione agli sprechi e all'impatto ambientale si concretizza anche nel riciclo di oltre il 75% dei rifiuti prodotti, di cui ne sono un esempio virtuoso la gestione delle acque con impianti di depurazione all'avanguardia e la fitodepurazione, che permette di trattare in modo naturale le acque di scarico delle cantine grazie all'uso delle piante palustri e del filtraggio naturale dell'acqua con sabbia e ghiaia, convogliando l'acqua purificata nelle operazioni di irrigazione e pulizia.


Responsabilità verso l’ambiente e verso il consumo responsabile non solo delle materie prime ma anche del vino stesso, nelle parole di Sandro Sartor che riveste anche il ruolo di presidente di Wine in Moderation, l’associazione con sede a Bruxelles che promuove la cultura del consumo consapevole e del bere responsabile.


“Continueremo a sensibilizzare sull’importanza di un consumo moderato e responsabile del vino, perché anche questa è sostenibilità, e a promuovere una relazione positiva tra il consumo e la salute, con l’obiettivo di trasmettere una cultura sana del vivere di gusto. Lavoreremo su numerosi progetti per la valorizzazione dei principi di Diversity & Inclusion per contribuire alla costruzione di una società più equa e solidale, promuovendo iniziative sia per i nostri dipendenti sia per alcune comunità a noi prossime che svolgono un’opera fondamentale per supportare situazioni di bisogno.”

La presentazione del bilancio ha voluto così essere un momento di confronto che ha visto il coinvolgimento di tutte le funzioni aziendali, dei rappresentanti dei vari settori: esempio di una visione sistemica che affronta la sostenibilità nelle varie aree in prospettiva temporale e, nello specifico, portatori ognuno di uno stesso linguaggio identitario per la comunicazione trasversale di tutte le pratiche virtuose poste in essere da Ruffino.

Il saluto di Sandro Sartor affidato all’appello rivolto internamente ed esternamente, ad un senso di urgenza. “Viviamo in uno scenario non semplice, dai cambiamenti climatici che ogni anno creano nuove complessità a quelli sanitari e sociali. Non vi è più tempo. Dobbiamo darci delle scadenze impegnative e usare al massimo le nostre energie per agire.”




Ruffino, fondata nel 1877 a Pontassieve, vicino Firenze, è sinonimo di storia del vino in Toscana. Grandi classici toscani, vini come Chianti Classico Riserva Ducale e Riserva Ducale Oro, Chianti Ruffino e Brunello di Montalcino Greppone Mazzi, sono da sempre il cuore della produzione Ruffino. In parallelo, la voglia di confrontarsi sempre con nuove sfide ha portato Ruffino alla creazione di imponenti Supertuscan, fra cui il pluripremiato Modus, e all’acquisizione nel 2018 di due tenute in Veneto per la produzione di Prosecco.  A fine 2011, Ruffino è stata acquisita da Constellation Brands, la più importante azienda vinicola americana, e una elettrizzante nuova pagina dell’affascinante storia di Ruffino è pronta per essere scritta. Ruffino oggi è una realtà profondamente radicata nel suo storico territorio, la Toscana, e al contempo aperta alle complesse sfide del mercato globale: presenti in quasi 90 paesi, i vini Ruffino costituiscono un segno forte di italianità e del Vivere di Gusto.


Info: www.ruffino.com


Nicoletta Curradi


venerdì 17 settembre 2021

Diageo World Class di nuovo protagonista della Florence Cocktail Week


In programma una settimana di incontri, eventi e Masterclass esclusive con ospiti internazionali e i migliori distillati del portfolio Diageo





​ Diageo World Class​ -​ l’eccezionale programma globale del colosso beverage internazionale che investe nella formazione dei migliori bartender e nella divulgazione della cultura del bere bene –​ torna protagonista anche quest'anno alla Florence Cocktail Week 2021​ nel ruolo di​ main sponsor, con un calendario di appuntamenti da non perdere durante la prestigiosa rassegna fiorentina giunta alla sesta edizione.​ Dal​ 21 al 26 settembre​ Diageo World Class animerà i migliori locali e hotspot della città, con un programma di eventi e degustazioni esclusive aperte al pubblico a base dei migliori distillati del suo portfolio premium come tequila​ Casamigos, Bulleit​ bourbon, Zacapa​ rum,​ tequila​ Don Julio,​ vodka​ Ketel One​ e i whisky​ Talisker​ e​ Caol Ila.

Guidati da celebri guru della mixology come​ Salvatore “The Maestro” Calabrese​ ed esperti del settore come il​ Master Ambassador Franco Gasparri, gli appuntamenti Diageo World Class chiamano a raccolta personalità internazionali del bartending come accadrà per esempio​ Giovedì 23 settembre al Locale in occasione dell’evento​ “Ketel One & Ecosostenibilità”, la Masterclass con i migliori bartender direttamente dai​ World’s 50 Best Bars​ come Jean Trinh, dell’Alquimico (Cartagena, Colombia), Marcio Silva, del Guilhotina (Sao Paulo, Brasile) e Tato Giovannoni, del Floreria Atlantico (Buenos Aires, Argentina). Un’occasione per conoscere questi talenti internazionali e affrontare con loro il tema della sostenibilità particolarmente sentito dalla celebre vodka olandese.

Un ricchissimo calendario dedicato a tutti gli appassionati e ai neofiti che potranno scoprire​ cocktail e abbinamenti food inediti:​ si parte il 21 settembre​ da​ Irene del Savoy di Piazza della Repubblica​ per parlare di tequila e ospitalità con Salvatore Calabrese, per passare poi al​ Rasputin, Floreal, Largo9, Santa Garden​ e chiudere al​ Dome​ il 26 settembre con l'attesissima Florence Cocktail Week 21 Ceremony Awards​ durante la quale Diageo World Class premierà i migliori bartender ed i cocktail bar vincitori nelle varie categorie.​

Nicoletta Curradi

mercoledì 11 agosto 2021

Cinquanta candeline per la Cantina Arnaldo Caprai



La cantina Arnaldo Caprai compie 50 anni, un anniversario importante non solo per l’impresa agricola umbra guidata da Marco Caprai, ma anche per tutto il territorio e il comparto vinicolo italiano, perché se il Modello di sviluppo territoriale di Montefalco è una case history studiata anche oltreoceano si deve alla lungimiranza di quest’azienda nel proporre un nuovo modo di fare impresa, al punto da far nascere intorno a sé, nel corso dei decenni, un tessuto economico florido tutto incentrato sul turismo enologico.

È il 1971 quando Arnaldo Caprai, imprenditore tessile di successo, acquista la tenuta Val di Maggio con 3 ettari di vigneto. Oggi gli ettari sono 170.

«Cinquant’anni fa – racconta Marco Caprai – era il momento in cui finiva la mezzadria e si assisteva allo spopolamento delle campagne: era l’epoca in cui si stava per assistere alla grande crisi dell’agricoltura. In questo senso mio padre aveva capito che questa crisi poteva essere risolta trasformando l’agricoltura sempre più in un’impresa. Recuperare il Sagrantino legandolo al territorio e alla capacità di fare impresa credo sia stata un’intuizione straordinaria: abbiamo avuto la visione di un percorso che oggi possiamo dire ci ha portato anche oltre i risultati che sognavamo».

Per celebrare i suoi primi 50 anni a ottobre la cantina presenterà un’edizione limitata di Montefalco Sagrantino Docg, con una preziosa etichetta celebrativa da collezione, in oro zecchino, firmata da un artista di calibro internazionale.

Nella foto a sinistra, Marco Caprai insieme al padre Arnaldo Caprai, fondatore dell'omonima cantina. A destra, la gamma di Sagrantini firmati dalla cantina umbra.

Da sempre la strategia dell’azienda Caprai per il rilancio della viticoltura nel territorio di Montefalco si incentra sul Sagrantino, e si fonda su tre parole chiave: tradizione, innovazione, territorio. La tradizione è intesa come conoscenza sempre più accurata della storia e delle tecniche vitivinicole locali, analizzate con una prospettiva ampia e solidamente documentata; l’innovazione è risultato della ricerca, di base e applicata, in campo agronomico ed enologico; il territorio è visto come elemento primario e fondante della qualità vitivinicola.
Nicoletta Curradi

I tesori vinicoli dei Giardini di Castel Trauttmansdorff

 



Il giardino botanico meranese custode della storia del vino in Alto Adige
Da più di tremila anni l’Alto Adige produce vino sia da uve bianche sia da nere, ma purtroppo molti dei vitigni autoctoni sono andati perduti. Tuttavia, il Vigneto dell’Alto Adige dei Giardini di Castel Trauttmansdorff conserva una dozzina di vitigni autoctoni molto antichi come Blatterle, Fraueler, Gschlafene e Edelschwarze, di cui i giardinieri si prendono particolarmente cura per il loro valore storico.
Infatti, un’infestazione o una malattia fungina per il Vigneto dell’Alto Adige potrebbe essere letale e per evitare ciò si ricorre a ricostituenti solo vegetali così da rendere le viti più robuste e resistenti.

Oltre alla conservazione degli antichi vitigni autoctoni, il Vigneto dell’Alto Adige assume il ruolo di testimone della cultura vinicola altoatesina anche per la riproduzione del metodo tradizionale di coltivazione della vite, la pergola, una struttura in legno formata da pali verticali in castagno e stecche orizzontali di abete rosso o larice. Su queste stecche, dette “cantinelle”, a una distanza di 30 centimetri l’una dall’altra vengono poggiate trasversalmente e fissate con rami di salice delle sottili assicelle di pino cembro che formano il tetto della pergola. Dopo il 1900 si è imposta gradualmente la coltivazione a spalliera, ma i tipici filari di pergole caratterizzano ancora oggi le aree dell’Alto Adige coltivate a vite e sono favorevoli soprattutto alla coltivazione della Schiava.

I Giardini di Castel Trauttmansdorff custodiscono, inoltre, dei veri e propri tesori legati alla vite, tre dei quali si trovano all’interno del Tabernaculum, una sorta di “camera artistica”​ che racchiude un vinacciolo dell’Alto Adige di 2400 anni d’età proveniente da un insediamento retico nella zona a sud di Bolzano, a riprova del fatto che l’Alto Adige è il territorio di più antica coltivazione della vite dell’area germanofona; la riproduzione in oro di un vinacciolo di 8000 anni d’età donato all’Alto Adige in occasione del Merano Wine Festival del 2007 dalla Georgia, il più antico paese produttore di vino al mondo; alcuni vinaccioli della vite forse più antica del mondo, il vitigno autoctono dell’Alto Adige Versoaln, che cresce da 360 anni a Castel Katzenzungen a Prissiano, una frazione di Tesimo.

Per ulteriori informazioni sui Giardini di Castel Trauttmansdorff: www.trauttmansdorff.it.
I Giardini di Castel Trauttmansdorff

Suddivisi in quattro aree tematiche, i Giardini di Castel Trauttmansdorff presentano, su una superficie di 12 ettari, più di 80 paesaggi botanici con piante da tutto il mondo. La loro posizione panoramica è unica: a forma di anfiteatro naturale, si estendono su un dislivello di oltre 100 metri, aprendo a ogni passo affascinanti prospettive panoramiche sulle montagne circostanti e sulla città di Merano e integrandosi con perfetta armonia nel paesaggio naturale circostante. Grazie al clima mite del territorio, quello dei Giardini di Castel Trauttmansdorff è il luogo ideale per un giardino botanico, offrendo la possibilità di ospitare piante provenienti da tutto il mondo, alcune delle quali sono esemplari rari. Meravigliosi tripudi di fioritura cambiano l’aspetto dei Giardini settimana dopo settimana, rendendo le visite affascinanti in ogni stagione.
I Giardini sono un'esperienza per tutti i sensi e per tutte le età, luogo di riposo e svago sia per gli esperti del settore che per i profani.
Nel cuore dei Giardini troneggia Castel Trauttmansdorff dove, un tempo l'amata Imperatrice Elisabetta, meglio conosciuta come Sissi, trascorreva la stagione invernale. Oggi questo stesso castello è sede del Touriseum, il Museo provinciale altoatesino del Turismo che racconta 200 anni di storia del turismo alpino.
Grazie al mix unico di giardino botanico e attrazione turistica, al riuscito connubio tra natura, cultura e arte e al loro inconfondibile spirito d’innovazione, i Giardini di Castel Trauttmansdorff sono stati premiati più volte a livello nazionale, europeo ed internazionale.
Per ulteriori informazioni

I Giardini di Castel Trauttmansdorff​
Tel. 0473/255608​
Ilaria Marcolini​
Ilaria.Marcolini@provincia.bz.it
www.trauttmansdorff.it​

Nicoletta Curradi

venerdì 9 luglio 2021

Apre il Tempio del Brunello a Montalcino


 

Tempio del Brunello

Complesso di Sant'Agostino, Via Ricasoli, 31 - Montalcino


Venerdì 9 luglio a Montalcino nel complesso monumentale di Sant’Agostino si inaugura il Tempio del Brunello, un percorso immersivo ed emozionale alla scoperta di uno dei vini rossi più famosi del mondo, il Brunello di Montalcino.





Il progetto, promosso dall’Arcidiocesi di Siena, Colle di Val d’Elsa e Montalcino, dal Comune di Montalcino, dal Consorzio del Vino Brunello di Montalcino e realizzato da Opera Laboratori, nasce dal solido accordo fra le istituzioni coinvolte che in quest’ultimo difficile periodo di pandemia hanno lavorato insieme nell’intento di voler assicurare un futuro brillante e innovativo per Montalcino e il suo territorio.

L’obiettivo è quello di far conoscere in maniera articolata e profonda Montalcino attraverso un’esperienza completa che dal Brunello si apra verso la storia millenaria, l’archeologia, il patrimonio artistico, il paesaggio e la promozione degli altri preziosi prodotti di questa terra generosa che, nel corso dei secoli, l’uomo ha saputo amare e valorizzare al meglio, coltivandola e custodendola come un tesoro ricevuto in dono.

Il Tempio del Brunello è dunque espressione de l’Oro di Montalcino, operazione culturale che intende raccogliere, comunicare, far conoscere e sperimentare, anche con l’aiuto delle più avanzate tecnologie, l’insieme delle potenzialità espresse da uno dei territori che per vocazione vinicola e per il fascino iconico delle linee del paesaggio risulta già uno dei più apprezzati del mondo.

“Dopo un anno e mezzo di pandemia in cui le nostre energie si sono concentrate nel sostenere la comunità - afferma il sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli – abbiamo guardato anche al futuro e questo progetto è per noi nuova linfa vitale. Montalcino ha voglia di rinascita, ora è il momento. Lavorando di concerto con l’Arcidiocesi e il Consorzio del Brunello, con il braccio operativo di Opera Laboratori, intendiamo non solo promuovere il nostro territorio attraverso una formula innovativa che possa accogliere in maniera efficace i visitatori, ma creare all’interno del complesso di Sant’Agostino nuovi stimoli e spazi culturali per la comunità montalcinese dove arte, storia, musica, artigianalità e prodotti d’eccellenza possano fondersi alla cultura produttiva in un progetto organico”.

"Siamo convinti che il percorso del vino non si esaurisca in un bicchiere - continua il presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino Fabrizio Bindocci - ma sia sempre più un fenomeno di rilievo anche dal punto di vista culturale. Questo progetto ci rende entusiasti poiché il Tempio del Brunello non è solo un museo moderno e interattivo, ma anche un'esperienza profondamente rappresentativa del suo territorio che darà un valore aggiunto all'attività di promozione che lo stesso Consorzio già svolge per tutto il sistema socioeconomico di Montalcino”.

L’esperienza de l’Oro di Montalcino inizia dunque nell’ex complesso conventuale e monumentale di Sant’Agostino, cuore millenario e culturale della città. L’ex convento, risalente al tredicesimo secolo, quando a Montalcino è documentata la presenza dei primi padri agostiniani, si sviluppa accanto alla chiesa intitolata ai Santi Filippo e Giacomo, nota come Sant’Agostino, scrigno di preziosi affreschi di scuola senese del secondo Trecento. In previsione della nuova valorizzazione dell’intero complesso, Il 2 luglio la chiesa è stata riaperta al culto dopo una lunga fase di restauri con una messa celebrata dall’Arcivescovo di Siena, Colle di Val d’Elsa e Montalcino, il Cardinale Augusto Paolo Lojudice.

La dimensione accogliente e meditativa di InChiostro, primo chiostro coperto dell’ex convento, rappresenta il punto di partenza dei vari percorsi esperienziali: da qui, grazie all’applicazione ‘L’Oro di Montalcino’, sarà possibile essere guidati all’interno della chiesa di Sant’Agostino presentata da un video in cui Don Enrico Grassini, responsabile dell’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi, ne introduce le bellezze storico-artistiche.

“La riapertura al pubblico del Complesso monumentale di Sant'Agostino - dichiara infatti Don Enrico Grassini - vuole essere un segno di rinascita, anche cristiana, dopo un periodo tanto difficile come quello della pandemia. Tornare a riappropriarsi di spazi dedicati alla cultura assume oggi, più che mai, un valore di straordinaria importanza. Possa la bellezza dell'arte portare il territorio di Montalcino ad una speranza nuova e feconda”.

La visita continua poi all’interno del suggestivo Museo Archeologico sotterraneo, illustrato in prima persona dagli archeologi, Luca Cappuccini, Luigi Donati e Jacopo Tabolli, che hanno scoperto e studiato i reperti etruschi conservati, provenienti in larga parte dal vicino Poggio Civitella, unico esempio di fortezza etrusca ancora oggi esistente.

Da Inchiostro si accede poi nelle Raccolte Museali Civica e Diocesana, ricca collezione tutta da scoprire di statue lignee e ‘fondi oro’ di scuola senese di proprietà comunale e provenienti dalle chiese dell’antica diocesi, impreziosita da una corposa raccolta di maioliche arcaiche del Duecento e dalle antiche opere della vicina Abbazia di Sant’AntimoLe note di una giovane flautista montalcinese, Cecilia Cuglitore, accompagneranno il commento storico artistico dei dipinti più rappresentativi.

La video intervista al professor Bruno Bonucci traccerà un profilo storico dalla Montalcino medievale all’età contemporanea, evidenziando la vocazione produttiva, artigianale e imprenditoriale della comunità montalcinese dal suo stato embrionale fino all’economia del Brunello.

Da Inchiostro inizia poi l’esperienza alla scoperta del rigoglioso territorio di Montalcino: postazioni con visori di realtà virtuale chiamate InVolo consentiranno di immergersi fra ville e castelli, scorci mozzafiato del centro urbano, piccoli paesi del vasto e diversificato territorio comunale. Se negli affreschi trecenteschi con gli Effetti del Buongoverno Ambrogio Lorenzetti si cimentò in una nuova forma d’espressione della pittura per planare sulla campagna senese ‘a volo d’uccello’ al fine di presentarne la bellezza e la produttività, a Montalcino oggi le più moderne tecnologie consentono di esperire le meraviglie del territorio attraverso uno sguardo nuovo che abbraccia il paesaggio dalla luce dell’alba a quella del tramonto; si prospetta e si incoraggia così, una volta terminato il percorso all’interno del complesso di Sant’Agostino, l’esperienza reale di visita del centro storico e della campagna fuori dalle mura castellane, lungo i diversi versanti della collina.

Passando nel chiostro scoperto, quello chiamato un tempo il ‘chiostro d’estate’ del convento, si scende nel Tempio del Brunello; percorrendo verso il basso la scala, si percepisce un cambiamento di livello di profondità, una gradatio di clima, dalla luce alle tenebre, mentre i suoni della cantina rimandano anche alla ‘gradazione’ del vino: tanto è profonda l’appartenenza del Brunello al territorio di Montalcino, quanto più consapevole e distintiva la personalità del vino.

Il Tempio del Brunello, il cui allestimento è stato realizzato da Opera Laboratori e per la parte multimediale da ETT, società leader rispettivamente nel settore museale e dell’innovazione digitale, si articola negli ambienti ipogei dell’ex convento, adiacenti alla sede del Consorzio del Vino Brunello. Il contributo del Consorzio per il progetto, grazie alla competente e generosa consulenza del vice-presidente Stefano Cinelli Colombini e all’autorevole curatela scientifica di Gabriele Gorelli, primo Master of Wine italiano, orgoglio montalcinese, ha avuto un ruolo primario e determinante.

“Con l’Oro di Montalcino e il Tempio del Brunello – afferma Giuseppe Costa, presidente di Opera Laboratori - abbiamo voluto coniugare l’esperienza acquisita in oltre vent’anni di gestione museale con la competenza e la sensibilità di coloro che ci hanno accompagnato in questo percorso. Ringrazio l’Arcidiocesi di Siena per la rinnovata fiducia accordataci nella valorizzazione dei loro beni attraverso il costante dialogo tra arte e spiritualità, il Comune di Montalcino per il supporto istituzionale che non è mai venuto meno e tutta la struttura del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino per la professionalità dimostrata e l’impegno profuso. Un sentito ringraziamento, infine, va ai laboratori di Opera che hanno sviluppato e realizzato il progetto in tutti i suoi aspetti, dalla produzione culturale alla progettazione tecnica, dall’allestimento alla comunicazione visiva, dalla promozione all’ospitalità”.  

Accanto alla sede del Consorzio dunque, all’interno di quello che in passato era il Rex, il vecchio cinema di Montalcino, è come se oggi fosse custodito il segreto del Brunello, il vero Re del territorio. Ci si avvicina ad esso attraverso video immersivi che evocano I quattro pilastri, ovvero i concetti fondanti che hanno determinato l’unicità del vino di Montalcino: il terreno, la biodiversità del territorio, il clima, il lavoro delle persone, il loro crederci e saperci fare in un’ottica di rispetto della tradizione, di scrupolosa e umile quotidianità e di lucida prospettiva futura. Tali concetti saranno ribaditi dalla chiarezza delle Voci del Brunello, uno scambio di battute tra coloro che nel mondo nel Brunello hanno portato novità ed energia positiva, solo persone vere, in qualità di rappresentanti di una comunità autentica.

Come i filari, solchi verdeggianti sul terreno, scandiscono e disegnano il territorio di Montalcino, si procede nello spazio successivo, chiamato Quadro divino, dove il visitatore può lasciare il ‘segno’ della sua esperienza lungo il percorso e mettere in gioco la propria creatività, sviluppando le sensazioni e le suggestioni ricevute nelle precedenti esperienze. Quadro divino dunque è il segno dell’esperienza sul visitatore, che a sua volta è invitato a lasciare il proprio segno nel luogo, un po’ come il percorso che ha compiuto sul territorio per arrivare a Montalcino. I colori, le immagini e le atmosfere vengono qui presentate in una vera e propria palette cromatica, l’identità visiva di Montalcino, da utilizzare in maniera libera ed emozionale. Ciascun visitatore potrà creare così, attraverso postazioni touch, la propria composizione artistica, che potrà essere inviata a parete e condivisa tramite email e social.

Il terzo ambiente ipogeo, sostenuto da archi ogivali, che nelle forme rimandano a un calice rovesciato, è Calix. Qui, attraverso la tecnica del mapping accompagnata da suggestive sonorità realizzate appositamente per il Tempio del Brunello, il visitatore si troverà immerso in un’esperienza dal forte impatto emotivo: saranno presentati capolavori artistici, espressione dell’ispirazione e del lavoro creativo che la terra di Montalcino ha saputo infondere nell’uomo. Dal paesaggio degli Effetti del Buon Governo si passa alle tavole trecentesche del miracolo delle Nozze di Cana e dell’Ultima Cena dove il vino viene servito nelle ceramiche analoghe a quelle conservate all’interno del Museo di Montalcino. La proiezione si conclude con la Madonna della Misericordia di Vincenzo Tamagni che idealmente protegge tutto il territorio di Montalcino, evocando la profonda devozione mariana della zona.

Risalendo, si arriva di nuovo nella luce del chiostro scoperto dove sarà possibile condividere e concludere l’esperienza, dialogando di cultura, d’arte e di vino mentre si sorseggia un calice di Brunello presso l’Enoteca Bistrot Caffetteria del Tempio del Brunello. Un luogo di divulgazione conviviale dove potersi avvicinare alla conoscenza enologica a tutti i livelli. Attraverso il dispositivo di applicazione mobile, infatti, sarà possibile rispondere a una serie di domande relative al proprio temperamento in modo da guidare il visitatore nella scelta del Brunello più in linea con la propria personalità. Si verrà poi guidati da sommelier professionisti e da un sommelier digitale multilingua, che permetteranno di cogliere i gesti e le ritualità che accompagnano la degustazione, delineando le caratteristiche organolettiche del Rosso e del Brunello di Montalcino.

Passando di nuovo da Inchiostro verso l’uscitaattraverso l’applicazione mobile, quattro video interviste illustreranno gli ori di Montalcino. Mielezafferanoolio e tartufi saranno presentati da Federico Ciacci, Marzio Saladini, Carlo Alberto Bindi e Paolo Valdambrini che racconteranno le proprietà, la storia, la tradizione dei quattro prodotti, principi del territorio.

E ora è arrivato il momento di lasciare il complesso di Sant’Agostino e, per chi lo vorrà, proseguire il viaggio tra arte, storia, cultura e gusto, alla scoperta di ciò che rende unico Montalcino e il suo territorio. Attraverso l’applicazione mobile il visitatore sarà guidato verso i maggiori punti d’interesse geolocalizzati e commentati da schede testuali, audio, photo gallery e video che integreranno la visita: dalla cattedrale di San Salvatore al Palazzo Comunale di Montalcino, dall’Abbazia di Sant’Antimo fino a San Giovanni d’Asso, dal castello di Poggio alle Mura fino al San Michele sperduto nel bosco, dall’Abbadia Ardenga fino a Montisi, si potrà abbracciare tutto il territorio comunale che si offre con fierezza e autenticità nel cuore.

 


SCHEDA TECNICA

Complesso di Sant'Agostino - Tempio del Brunello

Via Ricasoli, 31 - Montalcino (SI)

Aperto tutti i giorni dalle ore 10:30 alle ore 19:00

Ingresso € 10,00

Info e booking:

sito web       +39 0577 286300            orodimontalcino@operalaboratori.com



Nicoletta Curradi

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