giovedì 17 ottobre 2019

La prima vendemmia Unesco del Conegliano Valdobbiadene promette qualità



La vendemmia eroica sulle Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità Unesco ha mantenuto le promesse delle analisi
pre-vendemmia.
La prima raccolta dopo il riconoscimento Unesco ha portato in cantina i grappoli dall’acidità e il ph ideali per ottenere un ottimo risultato in bottiglia.

 Si chiude una vendemmia davvero eccezionale sul fronte della qualità per il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG.  Iniziata con circa dieci giorni di ritardo rispetto agli ultimi anni, e tornando così al periodo tradizionale, la vendemmia 2019, la prima dopo il riconoscimento Unesco, è cominciata sotto il segno della qualità, già evidente dai rilievi pre-vendemmia effettuati dai tecnici del Consorzio di Tutela.
La raccolta è avvenuta in condizioni climatiche ideali come ideale è stato il clima primaverile ed estivo che ha permesso la perfetta maturazione dei grappoli. Le condizioni climatiche dell’anno hanno condizionato sia i tempi della raccolta, sia le caratteristiche organolettiche degli acini. Si registra un PH medio al 3,30 (nel 2018: 3,26) e acidità al 6,55 (nel 2018: 5,92) caratteristiche particolarmente vantaggiose per la produzione di spumanti come il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG.
“È stato un mese di lavoro intenso, questo appena trascorso sulle Rive e tra i filari; per noi viticoltori si tratta del momento più importante dell’anno. L’eccellenza qualitativa della vendemmia 2019 ci premia per la fatica di un anno intero ed è il coronamento di un percorso fatto di impegno ma anche di successi che hanno avuto eco internazionale: a partire dal riconoscimento Unesco, passando per i Cinquant’anni della denominazione fino al no al glifosato, che ci ha reso la zona più estesa di Europa a rinunciare al noto fitofarmaco” - afferma Innocente Nardi, presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco.
Per quanto riguarda la quantità raccolta, si evidenzia una diminuzione del 3- 5% rispetto all’anno scorso, dovuta agli episodi grandinigeni, che riporta la raccolta nella media degli anni precedenti al 2018.
Dopo un inverno piuttosto fresco, che ha registrato temperature in linea con il periodo, il territorio ha subìto una primavera più fresca e piovosa della media che ha causato un ritardo nel germogliamento e a seguire in tutte le fasi fenologiche. È seguita un’estate giustamente calda, con un andamento termico tipico della stagione, che ha in parte consentito il recupero fenologico che si era perso nel mese di maggio. Inoltre, anche durante il periodo di raccolto il meteo è stato clemente e ha permesso di portare in cantina grappoli particolarmente sani.
Date le caratteristiche del territorio, contraddistinto da pendii molto ripidi e da saliscendi difficilmente accessibili ai macchinari, nel Conegliano Valdobbiadene sono richieste 6/700 ore per ettaro l’anno di lavoro manuale, rispetto alle medie di 150/200 ore lavoro per ettaro delle zone pianeggianti, dove la meccanizzazione è avanzata. Per questo, la vendemmia eroica rappresenta il momento di massima ingegnosità dei viticoltori del territorio.
La raccolta, come previsto e come di consueto, ha coinvolto prima la zona più orientale, sui versanti maggiormente esposti al sole, come a San Pietro di Feletto, successivamente la zona più centrale della denominazione: come a Refrontolo, Pieve di Soligo, Col San Martino e anche la pregiata zona del Cartizze e infine quella di Valdobbiadene.

Nicoletta Curradi 

domenica 8 settembre 2019

Lu. Va., una bella realtà vinicola a Modigliana


L'evento Stella dell'Appennino, che si è svolto nei giorni 7, 8 e 9 settembre a Modigliana, ha permesso di conoscere una nuova realtà vinicola: Lu. Va. 

Da due vigne  completamente
diverse fra loro, per terreni, varietà,  altitudine ed esposizione sono  nati   vini    del   tutto  diversi.  È la cifra  di una gestione familiare che  rispetta  terra e vigne.




Lu.Va.  è stata fondata nel 2000 da Luciano Leoni  e Valerio Ciani, conferendo nella nuova società i vigneti rispettivamente del Podere Ceretola e del Podere Cucculia, continuando così un’antica tradizione.

La gestione   dell’azienda   è   a conduzione familiare e questo  consente di seguire in modo diretto  tutte le fasi delle lavorazioni che,  pur svolte con moderne attrezzature, vengono effettuate nel massimo rispetto delle tradizioni, a tutela della qualità e della tipicità dei  vini.

Le proposte sono il frutto di attente valutazioni sempre alla ricerca della massima qualità ottenibile in ogni annata.

Da due vigne completamente diverse fra loro, per terreni, varietà, altitudine ed esposizione, si producono vini completamente differenti, che coprono l’intero arco delle proposte della cucina romagnola, esaltandone i piatti tipici. 

Dalla vigna “Cucculia”, situata a circa 350 metri di altezza nella val Tramazzo, con terreno marnoso/arenario, nascono rossi corposi e longevi. 

Dalla vigna Ceretola, situata a circa 180 metri  ai piedi della Val Ibola, con terreno marnoso/argilloso, scaturiscono bianchi freschi e vivaci.


I vini di Lu. Va. rispecchiano fedelmente le caratteristiche del territorio e  questo fattore garantisce l'alto livello dei prodotti, che sono i seguenti :

- Romagna DOC Sangiovese Modigliana Riserva
Cucco Nero, 2016
- Romagna DOC Sangiovese superiore
Cucco Rosso, 2018
- Romagna DOC Sangiovese Modigliana Il Carbonaro, 2018




Fabrizio Del Bimbo 

martedì 2 luglio 2019

Valentino Tesi è il miglior Sommelier della Toscana 2019



Piazza d’onore per Simone Vergamini mentre sul terzo gradino del podio a pari merito si sono classificati Luca Matarazzo e Daniele Palavisini
Valentino Tesi, sommelier della delegazione di Pistoia è il Miglior Sommelier della Toscana 2019. L’elezione è avvenuta ieri 1 luglio, al termine della finalissima del concorso di AIS Toscana premio “Consorzio Vino Chianti”, tenutasi a Firenze nella Sala del Gonfalone di Palazzo del Pegaso della Regione Toscana.
“Auguro al vincitore di quest’anno lo stesso successo che ha avuto il suo predecessore – ha commentato il Presidente di AIS Toscana Cristiano Cini – bissando pochi mesi dopo la sua elezione a Miglior Sommelier della Toscana, con il gradino più alto nella competizione nazionale. L’unico consiglio che mi sento di dare al nuovo ambasciatore della sommellerie toscana è di continuare a trarre soddisfazione da tali esperienze ma al contempo avere il coraggio di rimettersi sempre in gioco, non solo per misurarsi con gli altri, ma anche e soprattutto per migliorare la propria professionalità e cercare di superarsi ogni volta. Solo in questo modo, non sentendosi mai arrivati, si costruiscono i successi giorno per giorno – ha aggiunto Cini – questo concorso è importante per noi e per loro, ma ci sono tante competizioni nazionali che li aspettano. La nostra Scuola Concorsi è una delle migliori e ogni anno ne abbiamo la dimostrazione, con i nostri alfieri che riescono a piazzarsi sempre in posizioni al top”.
L’edizione 2019 del concorso si erge a suggello di una importante collaborazione di AIS con il Consorzio del Vino Chianti, a cui è stata altresì dedicata la Masterclass – guidata dal Campione italiano in carica Simone Loguercio e da Luca Alves Franco del Consorzio Vino Chianti - nella Sala Gigli del Palazzo del Pegaso che ha preceduto la sfida finale per eleggere il Miglior Sommelier della Toscana 2019.
Dopo il saluto portato a nome del Consiglio Regionale della Toscana e del suo Presidente Eugenio Giani da parte del Capo di Gabinetto Paolo Becattini, si è tenuta la proclamazione del Miglior Sommelier della Toscana 2019 premio “Consorzio Vino Chianti”, che tuttavia non è stata l’unico evento della giornata, infatti è stata aperta al pubblico dalle 15.30 e fino alle 19.00 la degustazione libera di selezionati vini del Consorzio Vino Chianti ai banchi d’assaggio nel Corridoio della Sala Barile.
“La collaborazione del Consorzio Vino Chianti con una realtà importante e prestigiosa come AIS è la conferma della crescita qualitativa del nostro prodotto - ha dichiarato il Presidente del Consorzio Vino Chianti Giovanni Busi. Il Chianti si conferma un vino di altissimo livello, capace di migliorarsi e innovarsi grazie ad investimenti mirati e all'uso sapiente delle tecnologie in grado di valorizzarne le caratteristiche uniche. Gli apprezzamenti e i riconoscimenti ottenuti vanno ormai oltre la fama del nome Chianti, e convincono sempre di più un mercato esigente, che cerca l'eccellenza, con il plauso anche degli esperti e degli operatori di settore.”
Tesi ha avuto la meglio al termine della sfida finale che lo ha visto contrapporsi a Simone Vergamini della delegazione di Lucca, a cui è andata la piazza d’onore dopo una serie di prove di riconoscimento alla cieca di alcuni vini, tecniche di servizio e decantazione, fino alla prova finale di comunicazione. Terzo gradino del podio a pari merito per Luca Matarazzo anch’egli della delegazione di Lucca e Daniele Palavisini della delegazione Valdelsa.
“Ho coronato un percorso che sognavo da anni – ha commentato il vincitore Valentino Tesi – ovvero diventare il miglior sommelier della mia regione. Lo ritengo oltremodo un privilegio, poiché considero la Toscana una delle prime tre regioni al mondo per importanza vitivinicola. Esserne ambasciatore mi riempie di orgoglio ma soprattutto mi ripaga di tanti sacrifici fatti per studiare, allenarmi e prepararmi. Mi sento inoltre fortunato, da toscano, ad aver avuto come guida dei grandi maestri della sommellerie, a partire dalla Scuola Concorsi: ognuno di loro mi ha trasmesso un qualcosa che messo insieme mi ha permesso di arrivare a questo punto”.
Il titolo di Miglior Sommelier della Toscana non è l’unico titolo che si è aggiudicato nella sua carriera il vincitore di questa edizione: nel suo palmares infatti, può vantare tra l’altro, anche il primo Master Chianti Classico vinto lo scorso febbraio in occasione dell’anteprima alla Stazione Leopolda e il titolo di vicecampione italiano, alle spalle dell’altro toscano Simone Loguercio nel Premio Trentodoc Miglior Sommelier d’Italia 2018.
La proclamazione del Miglior Sommelier della Toscana 2019 premio “Consorzio Vino Chianti” non è stato l’unico evento della giornata:  in Sala Gigli del Palazzo del Pegaso si è svolta una Masterclass dedicata ai vini del Consorzio Vino Chianti guidata dal Campione italiano in carica Simone Loguercio,.
La Masterclass si è basata su unadegustazione orizzontale di Riserva 2015 Vino Chianti delle 
7 sottozone. Ecco le note di degustazione :
Colli aretini
Territorio storico a 300 mt di altezza. Colore luminoso, fresco balsamico con note di cacao, tannino levigato, sapore schietto e generoso. È in linea con il DNA del Chianti. 
Colline pisane.
 Territorio costiero non blasonato a 100 mt di altezza. 
Morbido al naso, profumo di erbe aromatiche e marasca tannino meno invasivo sapido. 
Montespertoli Docg.
Territorio più nuovo e ristretto, profumo di ribes ciliegie sotto spirito, avvolgente. Vivacità e tensione
Montalbano.
Territorio alto con grandi escursioni termiche ma grande sole. Profumo floreale di giaggiolo, ribes e ciliegia. Elegante. 
Rufina. 
Sangiovese e colorino. Profumo di lampone, ciliegia, menta, rosmarino, cuoio. Finezza e longevità 
Colli senesi
 Corposo. Profumo di fiori, viola mammola iris glicine naso perfetto 
Colli fiorentini
Naso fine di frutto fresco non pienamente maturo, tostatura legno non invadente, tannino ben levigato. Equilibrio e freschezza.


Nicoletta Curradi 
Fabrizio Del Bimbo 

venerdì 21 giugno 2019

Turismo nell'area vino Chianti, un settore strategico in crescita


Una crescita del 10% in un anno se guardiamo agli arrivi, dell’8% sulle presenze. E’ il turismo nell’area vino Chianti che cresce, attrae e si conferma settore strategico. I numeri li ha messi nero su bianco la ricerca Wine Monitor Nomisma per Consorzio Vino Chianti, presentata oggi a Firenze, che ha tracciato tendenze e profili di chi sceglie l’enoagriturismo. Dall’indagine svolta su un campione di 800 persone, tra 18 e 65 anni, è emersa una fotografia abbastanza nitida: uomo, tra i 35 e i 44 anni, livello di istruzione e reddito medio alto. Un intervistato su 4 ha dichiarato che gli piacerebbe fare una vacanza per visitare cantine e vigneti. La Toscana resta la regione in vetta alle preferenze, citata dal 21% degli intervistati, e il territorio di produzione vino Chianti si rivela destinazione preferita con il 37% delle risposte.
Secondo la ricerca Nomisma, nel 2018, nell’area di produzione vino Chianti si sono registrate più di 1.230.000 arrivi (42% italiani e 58% stranieri), il 9% sul totale della Toscana che sfonda quota 14 milioni. Le presenze sono state quasi 3,5 milioni (44% italiani e 66% stranieri), il 7% sul totale regionale. Dal confronto tra il 2017 e il 2018 emerge una crescita più marcata dell’enoagriturismo, il doppio o più, rispetto al già buon risultato del +4% nelle presenze e negli arrivi in regione. L’aumento più marcato si registra sugli stranieri, il 13% in più rispetto al 2017. 



“I vini Dop della Toscana sono un’attrazione forte e consolidata per il turismo, soprattutto internazionale - dichiara Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti -  Le tendenze ci offrono una visone ottimistica per il futuro, un terreno favorevole per implementare le strategie di promozione e valorizzazione del prodotto alla luce anche dei dati sulle esportazioni, sia nel mercato europeo che extraeuropeo”
"Il vino in Toscana rappresenta un elemento di eccezionale attrazione per la storia che rappresenta e la qualità riconosciuta in tutto il mondo - commenta Stefano Ciuoffo, assessore regionale al Turismo -  Chianti è sinonimo di quel concetto del ‘buon vivere toscano’ che diventa l’elemento ricercato per un turista maturo con la voglia di scoprire una terra al di fuori di un mordi e fuggi stereotipato. Un turista che vuole vivere un’esperienza anche attraverso il gustare un ottimo vino e il toccare con mano dove questo nasce. Anche per questo l’offerta turistica in loco si è andata strutturandosi offrendo a questo pubblico esigente e fidelizzato che spesso torna per la seconda e terza volta. È un driver importantissimo per far conoscere la Toscana"
I vini rossi Dop della Toscana infatti  sono leader in Europa. Un valore complessivo delle esportazioni nel 2018 pari a  518,6 milioni di euro, contro i 273,7 del Veneto e i 242 milioni del Piemonte in tutti i principali mercati, in particolare in  Germania, UK, Francia, Paesi Bassi e Belgio. Crescono le esportazioni di vini rossi Dop della Toscana anche nei paesi extra Ue. Un aumento in molti casi superiore alla media nazionale: dal 2013 al 2018 l’export ha fatto registrare un più 17% negli Usa (più 12% il dato nazionale) e ben +47% in Svizzera (è del 16% la crescita italiana). Bene anche il Canada, con un aumento del 16% contro il 10% della media nazionale. La Toscana conquista la vetta della classifica per valore dei vini rossi esportati rispetto a quelli veneti e piemontesi nei principali mercati, compresi Giappone e Cina, con un valore nel 2018 pari rispettivamente a 14,2 milioni di euro e 10 milioni di euro.


Fabrizio Del Bimbo 

mercoledì 19 giugno 2019

Paladin ha aderito a Life Vitisom con le sue aziende



Promuovere una gestione sostenibile del suolo in viticultura, attraverso lo sviluppo, la sperimentazione e scale-up di una tecnologia per la concimazione organica del vigneto: questo è il principale obiettivo di Life Vitisom, progetto – a cui Casa Paladin ha aderito come partner con tutte le sue aziende (Bosco del Merlo in Veneto, Castello Bonomi in Lombardia, Premiata Fattoria di Castelvecchi in Toscana) – curato dal dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con il Consorzio Italbiotec, l’Università degli Studi di Padova e Sata Studio Agronomico. “L’utilizzo di questa tecnologia assolutamente innovativa – spiega Lucia Paladin, appassionata produttrice – consente di migliorare la qualità dei suoli dei vigneti in termini sia di struttura del terreno che di contenuto di materia organica e di biodiversità, con evidenti ritorni positivi anche sulla qualità delle viti e delle uve”. La promozione dell’uso razionale di concimi organici consente infatti di conservare e restaurare la sostanza organica nei suoli vitati, in linea con quanto riportato nel protocollo UE per la coltivazione integrata e bio.



L'azienda Paladin ha presentato il 18 giugno scorso alla Fattoria di Castelvecchi I risultati del progetto durante una giornata di convegno.
Anche questo è fare “Viticoltura Ragionata”: significa interpretare il vigneto come un ecosistema in equilibrio ed agire al suo interno avendo sempre come obiettivo quello di preservarne la caratteristiche con azioni minime, puntuali e specifiche.




Nicoletta Curradi

sabato 25 maggio 2019

Ciliegiolo di Narni, vitigno da riscoprire




A maggio si è svolta nella bella cittadina di Narni, la quinta edizione di "Ciliegiolo d'Italia", una 2 giorni tutta dedicata al Ciliegiolo, per conoscere meglio un vitigno ancora poco indagato.
L’idea è dell’Associazione dei Produttori di Ciliegiolo di Narni, con l'obiettivo di comunicare ad un pubblico sempre più ampio il valore di questo vitigno autoctono, tanto diffuso quanto ancora poco esplorato. E' il primo evento dedicato al Ciliegiolo, con la presenza dei produttori e dei vini provenienti dai diversi territori in cui viene coltivato.
Il Ciliegiolo di Narni è un vitigno autoctono dell’area meridionale dell’Umbria e in particolare dei comuni di Narni, Sangemini e territori limitrofi. Unico nel suo genere, il vitigno deve il suo nome al caratteristico aroma che richiama proprio la ciliegia e la frutta rossa e di colore rubino intenso con sfumature violacee. Per anni usato per produrre vino da taglio, destinato a correggere la gradazione alcolica, il colore e l’estratto di altri vini, come per esempio il sangiovese della zona del chianti, oppure generalmente destinato per la produzione di vini giovani e profumati, il Ciliegiolo di Narni  sta riscoprendo oggi le sue antiche origini, grazie anche all’impegno di aziende che si mettono in gioco, scommettendo sulle eccellenze del proprio territorio. Leonardo Bussoletti, che è anche il Presidente dell'Associazione, si impegna moltissimo in questa impresa.  Se si è tornati a parlare di questa  interessante varietà dell’Umbria lo si deve a lui ed è sempre sua l'idea di devolvere parte del ricavato delle vendite del suo Ciliegiolo “05035” al restauro dei dipinti delle 33 grandi lunette presenti all’interno del chiostro del convento di Sant'Agostino di Narni.  Una è stata appena restaurata e il progetto è quello di recuperarne una all'anno.



Ecco quanto emerge dalla mia degustazione di etichette di Ciliegiolo in questa occasione. 
Ho assaggiato 46 vini, tra i quali spiccano le seguenti eccellenze :

Cuino IGT Umbria rosso 2014 San Cristoforo di Amelia, persistente e sapido
Amelia DOC Ciliegiolo Carmino 2017 di Zanchi di Amelia, molto persistente
Ciliegiolo  di Narni 2018 Sandonna di Giove. Buono, ma tannico
Ciliegiolo di Narni IGT Brecciaro  di Leonardo Bussoletti 2017, frizzante 
Ciliegiolo di Narni IGT Rosato  2018 di Leonardo Bussoletti  gradevole
Ciliegiolo di Narni IGT Fero di Tenuta Casale Milli. Bella etichetta. Profumato.
Ciliegiolo di Narni IGT La palazzola 2016. Rotondo.



Info: www.ciliegioloditalia.it

Nicoletta Curradi

venerdì 17 maggio 2019

Viaggio alla scoperta dei vini delle Marche...


Nei giorni scorsi  nelle Marche si è svolta l'anteprima ufficiale della nuova etichetta Deviango a base sangiovese del Fermano vinificato in bianco, con packaging identico per le quattro cantine, Casale Vitali, Vittorini, Di Ruscio, Geminiani. Per raccontare le caratteristiche della nuova etichetta è stato organizzato  il  convegno-simposio dal titolo "Deviango il Sangiovese vinificato in bianco nel Fermano". 


La discussione ha preso in esame le potenzialità di determinati cloni di Sangiovese vinificati in bianco, coltivati nell'areale fermano della media ed alta Valle dell'Aso posta a cavallo con la provincia di Ascoli Piceno e messo in risalto l'unità d'intenti tra produttori per ottimizzare la resa vino-vitigno.
In particolar modo interessante mi è parso l'intervento dell'enologo Matteo Lupi, riguardante gli aspetti tecnici della vinificazione in bianco dell'uva rossa.
Dopo vinificazioni sperimentali durate circa un anno, con risultati poco soddisfacenti, si è deciso di adottare una tecnica diversa da quella originaria, in grado però di lasciare integro il quadro organolettico, scaricando colore senza pregiudicare profumi e sapori.
In estrema sintesi, si è proceduto in questo modo: pressatura soffice, quindi iperossigenazione allo scopo di separare per precipitazione le sostanze coloranti, successivamente chiarifica per flottazione, cioè un processo che, utilizzando iniezioni di gas azoto con apposita pompa enologica, consente di sollevare in superficie gli scarti delle sostanze coloranti.

Il progetto realizzato da questo gruppo di produttori, è senza dubbio coraggioso e  capace di attivare dinamiche produttive e di mercato. 
Le esperienze acquisite negli anni e la frequentazione delle diverse aree vitivinicole italiane, fanno ritenere che l'Agro Fermano non abbia ad oggi un'identità ben definita dal punto di vista vitivinicolo. Questo è il punto debole del territorio e fattore di disconnessione dal mercato e che rende difficile qualsiasi iniziativa imprenditoriale 
Occorre ricordare che storicamente  il nome della Doc Falerio deriva dall'antica città "Faleria Augusta", l'attuale Falerone in provincia di Fermo. Situata tra le  città di Ausculum e Firmum, era nota già ai tempi della Roma Imperiale per le ottime uve. 

Occorre quindi ripercorrere sentieri dismessi o in stato di abbandono per renderli di nuovo praticabili, recuperando tipologie tradizionali che possono veicolare la storia. 

A Montelparo una splendida piccola location può accogliere il turista Wine lover che vuole scoprire le tipicità del luogo. 
È il Boutique Hotel Leone,
piccola ma suggestiva struttura  situata su una delle numerose colline tipiche delle Marche, a metà strada tra i monti Sibillini ed il mare Adriatico.



La struttura completamente rinnovata,  conservando il suo fascino originale, offre 8 camere spaziose arredate ognuna secondo un tema preciso (asiatico, africano, etc), inoltre si gode di un ampio panorama sulla regione circostante, tanto che si riesce ad intravedere il mare Adriatico e in una giornata limpida perfino la costa della Croazia.
Il ristorante, oltre ad un menù ricco e variato, propone agli ospiti degustazioni di vini locali e non con abbinamenti tecnici alle varie pietanze.  La cantina dell'hotel è veramente molto fornita e non può deludere nemmeno il cliente più esigente.

Le camere disponibili sono solo otto, quindi si consiglia di prenotare con notevole anticipo se non si vuole perdere una esperienza indimenticabile.

Info:www.hotelleonemarche.com

Fabrizio Del Bimbo 



mercoledì 8 maggio 2019

Grande successo della 18esima Anteprima Vini Costa Toscana



A  Lucca il 4 e 5 maggio si è rinnovato l'appuntamento per scoprire, in anteprima, le produzioni vinicole 2018 e per degustare le annate migliori dei vini nati lungo la costa Toscana
Oltre 800 etichette per un totale di più di 100 viticoltori, provenienti dalle province toscane bagnate dal mar Tirreno. Vini da assaggiare in anteprima e annate che hanno fatto la storia per un percorso enologico unico che ha portato a Lucca tutte le produzioni migliori del territorio toscano costiero. Sono stati questi i numeri della diciottesima edizione di Anteprima Vini della Costa Toscana, la più grande rassegna enologica dedicata ai vini della Toscana costiera, organizzata dai Grandi Cru della Costa Toscana e da Event Service Tuscany, che ha richiamato all'ex Real Collegio di Lucca  moltissimi appassionati e addetti ai lavori per degustare l'esclusiva produzione dei produttori delle province di Grosseto, Livorno, Pisa, Lucca e Massa Carrara. Un appuntamento che quest'anno si è arricchito di ulteriori novità, la più importante delle quali la rassegna "Artisans of Taste", in un percorso gastronomico che ha proposto prodotti, combinazioni e laboratori degli artigiani del gusto.
Il mare con i suoi venti ed i suoi profumi  rende l' area della costa assolutamente unica, perché se il comune denominatore dei vini è l’influenza della costa che ne forma il carattere, dall’altra ogni zona di produzione possiede una sua originale caratteristica.
Quello che ha spinto circa 80 produttori della Costa Toscana a definire con chiarezza la loro identità, è la consapevolezza di essere a tutti gli effetti diversi ma uguali, di far parte si di un terroir eterogeneo ma allo stesso tempo di voler fortemente diffondere l’idea di una coscienza unica, sia per intenti sia per obiettivi.
Dare valore per queste aziende significa crescere all’interno di un vero e proprio sistema di eccellenza, rappresentato dai vini, dal paesaggio, dall’arte e da chi assume un ruolo determinante per la diffusione dei nostri valori.
Tra i grandi cru della Costa ci sono nomi eccellenti che non hanno bisogno di presentazione, nomi che hanno fatto la storia dei cru di Toscana e che sono stati capaci di superare la tradizione di questa regione, allargandone le prospettive.
Insieme ai grandi ci sono però molte altre realtà piccole ma assolutamente importanti e destinate ad un grande futuro, con le loro storie personali da raccontare e da far conoscere.
Grandi e piccoli hanno pensato che la terra a cui appartenevano aveva bisogno di una voce comune capace di saper spiegare cosa ci fosse dietro ognuno di loro: un microclima, un vitigno antico, una caratteristica del terreno ma anche una storia familiare , un percorso produttivo, una ricerca o una riscoperta. 



Tra i numerosi assaggi dell'annata 2018 spiccano, per quanto riguarda i bianchi,  ha suscitato un'ottima impressione "Sedi' IGT Toscana bianco di Marco Verona, vino di piccolissima produzione delle colline di Candia in provincia di Massa Carrara, che si ottiene grazie ad una fermentazione spontanea, senza aggiunti di lieviti o altri coadiuvanti. Si presenta giallo paglierino con riflessi dorati, profumi di frutta matura, morbido al palato, pieno e persistente. I vitigni  sono Malvasia, Vermentino, Albarola, Trebbiano. 
Le Cicale IGT Toscana Rosato della Fattoria Sardi di Lucca è prodotto  da uve biologiche sangiovese e piccole quantità di bacche bianche  e si distingue per l'aromaticita' e la bella tonalità di colore. 
Tra i rossi, molto apprezzati i Morellino di Scansano Roggiano Riserva dei Vignaioli Morellino di Scansano e Celestina Fe' dell'azienda omonima.  
Tra i Bolgheri Superiore il migliore è Argentiera di Tenuta Argentiera, ma è discreto anche Grattamacco di Podere Grattamacco.
Nella provincia di Pisa si distinguono La Regola IGT Toscana del Podere omonimo di Montescudaio Cabernet Franc 100%, e  Sopra  IGT Toscana dell'azienda Colline di Sopra Syrah 100%.



Molto coinvolgente la verticale di costa "Nambrot. 1996-2016. 20 vendemmie" di Tenuta di Ghizzano, guidata da Ginevra Venerosi Pesciolini e Antonio Boco. In degustazione  vi erano le seguenti annate: 2016, 2015, 2013, 2008, 2007, 2004, 2000, 1997.   L'annata 1997 di questo vino, dal nome storico derivante da un nobile  antenato dei produttori, presenta ottime caratteristiche: occorre considerare che da allora ad oggi il metodo di coltivazione è molto cambiato, divenendo biologico e biodinamica, e gli ettari vitati sono stati ridotti e selezionati. L'annata 2016 può quindi vantare brillanti prospettive di invecchiamento.

Con queste premesse appuntamento alla prossima edizione.

Nicoletta Curradi

mercoledì 1 maggio 2019

La passione biodinamica dell'azienda Cosimo Maria Masini



Dopo aver percorso un lungo viale romantico, costeggiato da alti cipressi, si giunge all’azienda Cosimo Maria Masini, adagiata sulle colline di San Miniato, antico borgo medievale nel cuore della Toscana. Siamo in provincia di Pisa, lungo il percorso della via Francigena, terra di vini e di tartufo bianco. La tenuta, di proprietà della famiglia Masini dal 2000, si estende sopra un unico poggio, 40 ettari coltivati a vigneti, oliveti e seminativi. Villa la Selva,  cuore della tenuta, è un’antica dimora molto elegante appartenuta già alla famiglia Buonaparte, poi acquistata, a metà dell’Ottocento, dal Marchese Cosimo Ridolfi , il fondatore della facoltà di agraria all’Università di Pisa, che qui iniziò ad applicare ai vigneti tecniche innovative e costruì l'attuale cantina di vinificazione. Si narra che Napoleone abbia soggiornato in meditazione nelle sale della villa.




In quest’area la viticoltura ha origini antichissime, vanta oltre duemila anni di storia. I vigneti, posti a circa 100 metri di altezza, si estendono per  13 ettari su suolo argilloso, di origine pliocenica, ricco di fossili con condizioni microclimatiche ideali per la vite. Le varietà coltivate sono quelle della tradizione viticola toscana: Sangiovese, Canaiolo, Trebbiano, Malvasia bianca e Nera ed un autoctono quasi scomparso, il Sanforte, di cui si sta recuperando il patrimonio genetico. Sono presenti anche vitigni internazionali: Sauvignon Blanc , Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc.




Fin dall’acquisizione della proprietà, anno 2000, i titolari hanno coltivato i vigneti con metodo biologico passando dopo pochi anni alla biodinamica. Gli insegnamenti di Rudolf Steiner contenuti in " Impulsi Scientifico Spirituali per il Progresso dell'agricoltura" , pubblicato nel 1924, inizio della filosofia legata alla biodinamica, sono alla base delle scelte aziendali per rigenerare i terreni affinchè le piante trovino un  ambiente vitale in cui crescere, utilizzando nuove sostanze nei periodi di maggiore siccità.


Ecco i vini assaggiati nella Tenuta:



Annick IGT Bianco Toscano 2018 , a base Sauvignon Blanc 85% e Vermentino 15%. Le uve sono vinificate in bianco e fermentano a temperatura controllata, solo su lieviti autoctoni, in tini di cemento.
Di colore giallo paglierino  riflessi verdi, al naso è fresco ed elegante, al palato  spiccano note di frutta fresca.


Matilde IGT Rosato Toscano 2017 a base Sangiovese e Sanforte.
Per questo vino sono selezionati i grappoli migliori di Sangiovese e Sanforte, con un buon livello di acidità. Di colore rosa salmone, il Matilde si presenta al naso intenso con note di violetta e lampone. Fresco, fruttato al palato, persistente con una buona acidità, un leggero tannino ed un’ottima mineralità.


Daphné IGT Bianco Toscano a base8 0% Trebbiano Toscano 20% Malvasia Bianca
Questo particolare vino è il risultato di un lungo lavoro di ricerca e di prove fatte sulla macerazione delle uve, per esprimere il meglio del Trebbiano e della Malvasia Bianca. Dal colore dorato, è un vino complesso, strutturato. Floreale al naso, grazie alla Malvasia Bianca, con sfumature erbacee, al palato si presenta minerale e voluminoso, grazie al Trebbiano.




Chianti DOCG 2018 a  base Sangiovese 90%, altre varietà a bacca nera 10%
il Chianti DOCG è il risultato della raccolta di uve Sangiovese dei  vigneti esposti a sud-ovest, nella prima settimana di settembre.
La fermentazione si svolge in vasche  di cemento senza l’aggiunta di lieviti selezionati o di coadiuvanti enologici, fatta eccezione per l’utilizzo di piccole aggiunte di anidride solforosa prima dell’imbottigliamento.
Vino rosso dal delicato profumo di viola e rosa, di ciliegia matura, gradevole, pieno e fresco con tannini  non invasivi.

Questi sono solo alcuni dei vini prodotti dall'azienda. Perciò vi invitiamo a visitarla per scoprire tutta la sua passione biodinamica.

Info: www.cosimomariamasini.com


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@itali_amo_trips  @cosimo_maria_masini_

Nicoletta Curradi







sabato 9 febbraio 2019

A PrimAnteprima tutti i dati del vino toscano



La filiera DOP – IGP toscana genera l’11% del valore nazionale
Il prestigio del brand Made in Tuscany agevola l’export: metà della produzione DOP vola fuori Italia
I maggiori importatori restano USA e Germania. In crescita Cina, Russia, Paesi dell’Est
Reputazione ottima anche online per il vino toscano: il sentiment è pari al 95,5%




Il valore generato della filiera dei vini DOP e IGP toscani è stimato nell’ordine di un miliardo di euro, pari all’ 11% del valore nazionale che è di 8,3 miliardi. Inoltre, a conferma del prestigio del marchio made in Tuscany, la metà della produzione regionale certificata prende la via dei mercati esteri, rappresentando circa il 20% dell’ export di vini DOP fermi nazionali. Questi sono alcuni dei dati presentati da ISMEA sabato 9 febbraio in Fortezza da Basso a Firenze in occasione di PrimAnteprima, l’evento che inaugura la Settimana delle Anteprime 2019, promosso dalla RegioneToscana in collaborazione con PromoFirenze, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Firenze. Hanno preso parte alla tavola rotonda di PrimAnteprima, insieme all’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi, ospiti ed esperti moderati dal giornalista e sommelier Andrea Gori. Tra i relatori: Fabio del Bravo responsabile della Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale di ISMEA, Daniele Vergamini, del Dip. Scienze agrarie, alimentari e agro ambientali dell’Università di Pisa, Stefano Stefanucci, Sustainability Manager di Federdoc, Mirko Lalli, founder e CEO di Travel Appeal e un’ambasciatrice dell’eccellenza toscana nel mondo: Annie Feolde dell’Enoteca Pinchiorri. Ma vediamo nel dettaglio le ricerche esclusive presentate e realizzate ad hoc per PrimAnteprima.

STUDIO ISMEA -  Dallo studio ISMEA, realizzato per conto della Regione Toscana, risulta che 800.000 ettolitri di DOP della regione, trovano spazio sui mercati internazionali, in un rapporto fino a oggi piuttosto stabile tra paesi extra UE (57%) e paesi UE (43%). Questo anche grazie alle campagne di promozione OCM dirette a sostenere i mercati nei paesi extra UE. Infatti, a fronte di uno stanziamento di quasi 11,5 milioni di euro di fondi europei per il 2018/19 è stato possibile sostenere il finanziamento di 38 progetti di promozione. Campagne di questo tipo si svolgono da una decina di anni e ora stanno dando pienamente i loro frutti.
Quali sono i paesi maggiori importatori di vino toscano? Stati Uniti e Germania si confermano, sebbene con alcune note negative, le principali mete di destinazione del mercato delle DOP totalizzando il 50%sia a volume che a valore. Cresce il ruolo dell’estremo Oriente, a partire dalla Cina. Buone performance anche da Russia e Paesi dell’Est come Repubblica Ceca, Ucraina e Polonia. Positivo il trend dell’export verso Brasile, Messico, Australia e Nuova Zelanda. La produzione regionale, che nel 2018 ha raggiunto un totale di 2,4 milioni di ettolitri (+44% sul 2017), vede premiata la qualità rispetto alla quantità.
Positivo il trend degli ultimi tre anni nel mercato interno, in particolare nel 2018, per le vendite nei format della grande distribuzione, per i vini toscani di qualità si è registrato una crescita sia in volume che a valore. Anche l’analisi dei listini alla produzione conferma il buon posizionamento dei vini toscani sul mercato, con aumenti medi particolarmente consistenti dal 2010 ad oggi.

RICERCA FONDAZIONE SISTEMA TOSCANA - Le buone performance del vino toscano registrate da ISMEA si riflettono anche nella reputazione online.Secondo lo studio che FST ha prodotto avvalendosi di Travel Appeal, basato su quasi 42.000 contenuti tra post, recensioni e siti web, emerge che i contenuti  che trattano i vini toscani crescono ad un ritmo molto sostenuto: +57% nell’ultimo anno. Tassi di crescita interessanti anche per le singole denominazioni, tra queste si segnalano la Vernaccia di San Gimignano Docg (+1200%), il Chianti Classico Docg (+471%),  l’IGP Toscano (+275%) e l’Orcia Doc (+241%).
La soddisfazione generale (sentiment) degli utenti è altissima, pari al 95,5%. Il Rosso di Montalcino vince la sfida dei vini preferiti con un sentiment del 97.1% mentre tra i 10 marchi più citati online il podio se lo aggiudica il Chianti Docg (27% di citazioni), seguito dal Brunello di Montalcino Docg (13%) e il Bolgheri doc (9%). Tra le curiosità emerse: tra agosto e ottobre si concentrano i picchi massimi di post e recensioni sui vini toscani, coincidenti con il periodo di maggior attenzione al tema che culmina con la vendemmia. Il social network con il maggior flusso di interazioni legate al vino è Instagram. Il post che ha ottenuto più interazioni in assoluto nel 2018, precisamente il 13 dicembre, con 6.451 Like e 33 commenti è proprio una immagine pubblicata su Instagram che immortala un Bolgheri Superiore Guado al Tasso del 1999.

REPORT UNIVERSITA’ DI PISA - BuyWinesi conferma modello vincente, lo certifica il report dell’Università di Pisa. La più importante iniziativa commerciale per il settore vitivinicolo in Toscana, promossa dalla Regione in collaborazione con PromoFirenze, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Firenze è passata sotto la lente di ingrandimento del dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Agro-Ambientali dell’UNIPI.  Analizzando una serie di dati raccolti a partire dalle edizioni 2016 e 2017 fino al gennaio 2019, è stato possibile studiare l’architettura di BuyWine come strumento a servizio delle imprese vitivinicole toscane alla ricerca di nuovi mercati. Il successo del format è racchiuso in gran parte nella piattaforma che genera le agende di buyer e seller grazie ad un sistema di matchmaking che incrocia i loro rispettivi profili. Grazie ai perfect match totalizzati nell’edizione 2016, il 52% del campione ha dichiarato di aver aumentato il volume medio annuo delle vendite grazie a questo evento. Per quanto riguarda l’export, quasi la metà del campione dichiara di averne rafforzato il volume con percentuali dal 10% al 25%.Sempre grazie a BuyWine circa il 57% dei produttori intervistati hanno dichiarato di aver avuto modo di entrare in mercati come Canada, Russia, Olanda, Danimarca, Singapore, Cina, Svezia, Brasile e Finlandia. Un elemento molto importante riguarda i prezzi riscontrati grazie alla corrispondenza negli incontri. Sempre grazie ai perfect match il 45% degli intervistati ha dichiarato di aver ricevuto proposte di acquisto da parte dei buyer a prezzi in media più convenienti, mentre il 38% ha osservato un incremento nei prezzi non superiore al 10%. Infine, il 35% degli intervistati ha dichiarato di aver sviluppato rapporti commerciali più stabili.

Fabrizio Del Bimbo 

giovedì 31 gennaio 2019

Buy Wine e Anteprime toscane 2019 al via





Ai nastri di partenza la nona edizione di BuyWine, la più importante vetrina B2B dei vini a denominazione della Toscana, in programma l’8 e 9 febbraio 2019 alla Fortezza da Basso di Firenze. L’evento, promosso dalla Regione Toscana in collaborazione con PromoFirenze, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Firenze, vedrà la presenza di 215 aziende vitivinicole selezionate tramite bando regionale. Queste avranno l’opportunità di interfacciarsi con 200 buyer provenienti da 44 Paesi, accuratamente selezionati da PromoFirenze, in base alla professionalità e competenza, nonché l’interesse commerciale espresso verso le aziende partecipanti. Oltre ai mercati consolidati, quali Germania, Scandinavia, USA, Canada e Giappone, si segnalano le new entry di quest’anno: Macao, Malesia, Argentina, Cile, Filippine, India, Albania, Slovenia e Spagna. Aumentano le aziende con certificazione biologica o biodinamica: sono 80, il 37% del totale. Presenti anche 6 produttori di vino kosher made in Tuscany. Per prepararsi al meglio all’evento i seller toscani hanno partecipato ad una serie di seminari che hanno fornito loro strumenti e metodologie per un approccio mirato, a seconda del Paese di provenienza del buyer. Inoltre, per creare opportunità di business mirate, le agende degli incontri tra buyer e seller vengono generate da un sistema di matchmaking che incrocia i loro rispettivi profili.


PRIMANTEPRIMA - Nel contesto di BuyWine si inserisce l’altro grande appuntamento organizzato da Regione e PromoFirenze. Si tratta di “PrimAnteprima”, l’iniziativa in programma il 9 febbraio sempre alla Fortezza da Basso di Firenze (padiglione Cavaniglia), che inaugura ufficialmente la Settimana delle Anteprime di Toscana 2019 (9-16 febbraio). PrimAnteprima offrirà la possibilità ad addetti ai lavori e stampa specializzata proveniente da tutto il mondo di degustare le annate appena immesse sul mercato da importanti Consorzi toscani quali: Carmignano, Colline Lucchesi, Maremma Toscana, Montecarlo, Montecucco, Orcia, Pitigliano e Sovana, Terre di Pisa, Val di Cornia e Valdarno di Sopra. L’evento clou è in programma alle ore 12 di sabato 9 febbraio: una tavola rotonda a cui parteciperà l’assessore all’Agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi insieme ad illustri ospiti ed esperti moderati dal giornalista e sommelier Andrea Gori. Verranno presentati da ISMEA gli ultimi dati sulla produzione vitivinicola in Toscana e i trend di mercato, l’Università di Pisa illustrerà uno studio sull’efficacia del modello commerciale di BuyWine, si parlerà poi di cambiamenti climatici, del legame tra cantine e design, e di come e dove si parla di vino toscano online nel mondo grazie ad una ricerca realizzata ad hoc.
Il programma delle Anteprime proseguirà con Chianti Lovers a cura del Consorzio Vino Chianti (10 febbraio, Fortezza da Basso di Firenze), Chianti Classico Collection a cura del Consorzio Vino Chianti Classico (11-12, Stazione Leopolda di Firenze), Anteprima Vernaccia di San Gimignano a cura del Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano (10 e 13 febbraio, San Gimignano), Anteprima Vino Nobile di Montepulciano (9-11 febbraio, Montepulciano), Benvenuto Brunello 2019 a cura del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino (15 e 16 febbraio, Montalcino). Per avere maggiori info sui programmi delle Anteprime e sugli eventi aperti al pubblico consultare i siti www.buy-wine.it e www.anteprimetoscane.it.


TOUR PER I BUYER - L’offerta dedicata ai buyer non finisce con la due giorni di BuyWine. Domenica 10 febbraio verranno accompagnati in 7 educational  tour alla scoperta del territorio toscano. L’obiettivo è di fargli conoscere il contesto in cui si produce il vino toscano, per avvicinarli alle eccellenze agroalimentari, artistiche, storiche e naturali della nostra regione in modo che tornino nei loro Paesi con un pezzo di Toscana nel cuore. I tour sono organizzati grazie alle Camere di Commercio di Firenze, Pisa, Lucca, Arezzo e Siena, Massa Carrara e grazie alla fondamentale collaborazione con i Consorzi del Chianti Classico, del Chianti, della Vernaccia di San Gimignano, del Consorzio Terre di Pisa, del Consorzio Vini Montecarlo, del Consorzio Vini Delle Colline Lucchesi e della Strada del vino dei colli di Candia e di Lunigiana.


PREMIO AI MIGLIORI SOMMELIER D’ITALIA - Una Toscana che è sempre più terreno fertile per il sistema vino, come dimostrano gli astri nascenti nell'ambito della sommellerie: sono tutti toscani, infatti, i cinque sommelier che hanno conquistato i gradini più alti del podio del Miglior Sommelier d’Italia 2018. Un record che la Regione ha deciso di riconoscere assegnando loro una medaglia raffigurante il Pegaso. L’assessore all’Agricoltura Marco Remaschi ha premiato il campione italiano in carica Simone Loguercio di Firenze, il secondo classificato Valentino Tesi di Pistoia (sarà lui a tenere le due degustazioni guidate in programma a PrimAnteprima), i due terzi a pari merito Massimo Tortora di Livorno e Simone Vergamini di Lucca e Clizia Zuin di Firenze, sesta assoluta e prima tra le donne a livello nazionale. Cinque alfieri della Sezione Toscana dell’Associazione Italiana Sommelier, articolata in 13 delegazioni territoriali, che a livello regionale conta circa 4 mila soci.


FOTOGRAFIA DELLA TOSCANA DEL VINO - La nostra regione può vantare quasi 60.000 ettari di vigneti, infiniti filari di viti che disegnano colline e panorami famosi in tutto il mondo. Il 92% di tali vigneti fornisce vini DOP (DOCG e DOC) per un totale di 1.600.000 ettolitri (93% è rosso). Importante anche il volume dell’IGP: 666.000 ettolitri (75% rosso).
Secondo i dati sulla produzione vini DOP relativi alla vendemmia 2018, mantengono la posizione di leader il Chianti (33,1%) e il Chianti Classico (12,7%) che insieme arrivano quasi al 50%. A grande distanza le altre DOP come Maremma Toscana (4%), Brunello di Montalcino (3,9%), Morellino di Scansano (3,2%), Nobile di Montepulciano (2,8%), Bolgheri (2,5%), Vernaccia di S. Gimignano (1,9%), Rosso di Montalcino (1,2 %), Rosso di Montepulciano (0,9%), Bianco di Pitigliano (0,5%). Il 33,3 % è ascrivibile a altre DO.
Le province con maggiore superficie coltivata a vite sono Siena (19.870 ettari), Firenze (16.850 ettari) e Grosseto (8.890 ettari). Salta all’occhio la superficie media per azienda che è di soli 2,5 ettari con picchi di 5 ettari per la provincia di Siena e 0,32 per Massa.
Il principale vitigno è il Sangiovese Nero (61,6 %), seguito da Merlot (7,55%), Cabernet Sauvignon (6,5%), Trebbiano Toscano (4,7%), Vermentino (2,5%), Sirah (2,1%), Canaiolo Nero (1,3%), Vernaccia di San Gimignano (1,3%) e altri.
La DOC con la superficie più piccola? Capalbio e Grance Senesi (entrambe con 3 ettari a testa). E quella più estesa? Maremma Toscana con 1.932 ettari che producono 89.000 ettolitri.
La DOCG con la superficie più piccola? Chianti Colline Pisane (2 ettari) e Val di Cornia Rosso (3 ettari). E quella più estesa? Il Chianti con 10.165 ettari che producono 608.000 ettolitri.

Nicoletta Curradi 

martedì 29 gennaio 2019

Il 10 febbraio torna Chianti Lovers





Chianti Lovers, l’anteprima del Consorzio Vino Chianti e del Consorzio Tutela Morellino di Scansano,torna il 10 febbraio con numeri e spazi quasi raddoppiati dopo il successo dello scorso anno
150 aziende, 4mila visitatori nell’ultima edizione, 400 giornalisti attesi e l’intero padiglione Cavaniglia della Fortezza da Basso di Firenze occupato da stand e eventi. Numeri e spazi quasi raddoppiati dopo il grande successo dello scorso anno per l’appuntamento con “Chianti Lovers”, l’Anteprima promossa dal Consorzio Vino Chianti e dal Consorzio Tutela Morellino di Scansano, aperta al pubblico per il quinto anno consecutivo.
L’appuntamento è il prossimo 10 febbraio, dalle 16 alle 21, mentre dalle 9.30 fino alle 16 potranno accedere solo operatori di settore accreditati.
Numeri che crescono di edizione in edizione: 2mila visitatori nel 2017 diventati 4mila lo scorso anno. Aumentate anche le aziende che hanno deciso di partecipare a questa vetrina così prestigiosa: dalle circa 100 realtà dello scorso anno, si è passati a ben 150 aziende del territorio. A queste si aggiunge Il Consorzio Tutela Morellino di Scansano, che dallo scorso anno organizza la propria anteprima in occasione di Chianti Lovers. A questa crescita esponenziale dell’evento si è adeguata anche l’organizzazione che per questa edizione ha destinato l'intero padiglione Cavaniglia al pubblico.
Protagonisti saranno dunque, sul fronte del Chianti, i vini delle aziende del Consorzio e dei Consorzi di Sottozona: Rufina, Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colli Aretini, Montalbano, Colline Pisane, Montespertoli, oltre alle etichette di venticinque cantine maremmane per il Morellino di Scansano.
La novità di quest’anno sarà un appuntamento interamente dedicato a oltre 30 buyer stranieri, provenienti da tutto il mondo: per loro è stato organizzato un seminario con degustazione nel corso della mattinata. Con questo seminario, destinato ai Buyer che hanno preso parte al Buy Wine organizzato dalla Regione Toscana e Promofirenze, c’è l’intenzione di far crescere la conoscenza degli aspetti storici, produttivi e tutte le peculiarità della Denominazione Vino Chianti DOCG. 
“Chianti Lovers cresce di anno in anno, è diventato un evento atteso e prestigioso e consolida la Denominazione sul mercato interno e nel panorama internazionale - afferma Giovanni Busi, Presidente del Consorzio Vino Chianti - L’affluenza del pubblico e l’interesse degli addetti ai lavori è un ottimo segnale sull’apprezzamento del prodotto e sulle sue performance. Un risultato conseguenza delle strategie che stiamo portando avanti da anni anche su mercati esteri dalle grandi potenzialità, penso in particolare alla Cina dove grazie ad una programmazione a lungo termine stiamo rafforzando la presenza delle nostre aziende”.
“Siamo lieti di proseguire il percorso avviato lo scorso anno e di essere nuovamente presenti con la nostra anteprima a Chianti Lovers” aggiunge Rossano Teglielli, Presidente del Consorzio Tutela Morellino di Scansano. “Pubblico e professionisti del settore italiani e internazionali potranno così degustare in un’unica occasione due diverse espressioni del Sangiovese, frutto di terroir con caratteristiche uniche e distintive”.

Fabrizio Del Bimbo