sabato 2 dicembre 2023

Amara, ecco le idee per il Natale da mettere sotto l'albero




L'edizione speciale al profumo di ginestra e due originalissimi special pack, con Amara e Liquori dell'Etna i profumi e i colori della campagna siciliana arrivano dritti al cuore 


Per un Natale senza stress  ecco le idee da mettere sotto l'albero targate Amaro Amara e Liquori dell'Etna. Tre proposte perfette per chi è stanco delle classiche bottiglie di Natale ma non vuole rinunciare alla comodità e all'eleganza di un regalo con cui brindare. Con l'edizione speciale di Amara Agricolo e le special box di Amara e Liquori dell'Etna trovare il regalo perfetto è semplicissimo.


Amara Agricolo, la special edition per gli intenditori


Nel suo inconfondibile astuccio cartonato e con la sobria eleganza bicromatica che accompagna da sempre il brand AMARA, Agricolo è il primo liquore ottenuto dalla fioritura di ginestra selvatica dell'Etna. Un'edizione speciale di Amara dedicata al lavoro di contadini ed agricoltori che da quattro generazioni si prendono cura degli agrumeti di famiglia alle pendici del vulcano. Un amaro molto equilibrato che alternano le note pungenti della ginestra e la freschezza delle erbe spontanee dell’Etna, di colore giallo ambrato fortemente caratterizzato dai profumi della ginestra appena raccolta, così da conservare tutte le note vegetali e floreali, è un prodotto dalla grande complessità aromatica eppure estremamente gradevole, perfetto da regalare a chi conosce e apprezza già AMARA ma vuole spingersi a cercare qualcosa di insolito. 


Amara Agricolo si può acquistare nei negozi specializzati o sullo shop dell'azienda al costo di 25 euro


Amara, special pack con Spremiagrumi 


Uno special pack d’eccezione, in questa originale confezione l’artigianalità siciliana di AMARA incontra il design del pluripremiato brand Improntabarre, che ha creato in esclusiva per AMARA un oggetto unico: uno spremiagrumi in ceramica interamente realizzato a mano. Ogni spremiagrumi è un pezzo unico firmato dal noto designer Andrea Branciforti. Una serie di scanalature, anch’esse incise a mano, consentono al succo di arancia di fluire comodamente nel bicchiere. La scelta cromatica dello smalto utilizzato ricorda il colore degli agrumeti di famiglia e dall’ingrediente principale di AMARA: l’Arancia Rossa di Sicilia IGP.


Amara special pack con Spremiagrumi si può acquistare nei negozi specializzati o sullo shop dell'azienda al costo di 30 euro

 


Amara, Special pack Rossa Sicily 


Una deliziosa marmellata di Arance Rosse di Sicilia IGP, realizzate con la polpa dei migliori agrumi prodotti in contrada San Martino e tutta la bontà del cioccolato di Modica realizzato in collaborazione con la celebre cioccolateria Bonajuto. Amara celebra così i sapori caldi e intensi della Sicilia, in una box perfetta per i più golosi che si divertiranno a creare gustosi abbinamenti e fantasiose ricette. 


Amara, box degustazione con marmellata e cioccolato si può acquistare nei negozi specializzati o sullo shop dell'azienda al costo di 35 euro



 


L'edizione speciale al profumo di ginestra e due originalissimi special pack, con Amara e Liquori dell'Etna i profumi e i colori della campagna siciliana arrivano dritti al cuore 


Per un Natale senza stress  ecco le idee da mettere sotto l'albero targate Amaro Amara e Liquori dell'Etna. Tre proposte perfette per chi è stanco delle classiche bottiglie di Natale ma non vuole rinunciare alla comodità e all'eleganza di un regalo con cui brindare. Con l'edizione speciale di Amara Agricolo e le special box di Amara e Liquori dell'Etna trovare il regalo perfetto è semplicissimo.


Amara Agricolo, la special edition per gli intenditori


Nel suo inconfondibile astuccio cartonato e con la sobria eleganza bicromatica che accompagna da sempre il brand AMARA, Agricolo è il primo liquore ottenuto dalla fioritura di ginestra selvatica dell'Etna. Un'edizione speciale di Amara dedicata al lavoro di contadini ed agricoltori che da quattro generazioni si prendono cura degli agrumeti di famiglia alle pendici del vulcano. Un amaro molto equilibrato che alternano le note pungenti della ginestra e la freschezza delle erbe spontanee dell’Etna, di colore giallo ambrato fortemente caratterizzato dai profumi della ginestra appena raccolta, così da conservare tutte le note vegetali e floreali, è un prodotto dalla grande complessità aromatica eppure estremamente gradevole, perfetto da regalare a chi conosce e apprezza già AMARA ma vuole spingersi a cercare qualcosa di insolito. 


Amara Agricolo si può acquistare nei negozi specializzati o sullo shop dell'azienda al costo di 25 euro


Amara, special pack con Spremiagrumi 


Uno special pack d’eccezione, in questa originale confezione l’artigianalità siciliana di AMARA incontra il design del pluripremiato brand Improntabarre, che ha creato in esclusiva per AMARA un oggetto unico: uno spremiagrumi in ceramica interamente realizzato a mano. Ogni spremiagrumi è un pezzo unico firmato dal noto designer Andrea Branciforti. Una serie di scanalature, anch’esse incise a mano, consentono al succo di arancia di fluire comodamente nel bicchiere. La scelta cromatica dello smalto utilizzato ricorda il colore degli agrumeti di famiglia e dall’ingrediente principale di AMARA: l’Arancia Rossa di Sicilia IGP.


Amara special pack con Spremiagrumi si può acquistare nei negozi specializzati o sullo shop dell'azienda al costo di 30 euro

 


Amara, Special pack Rossa Sicily 


Una deliziosa marmellata di Arance Rosse di Sicilia IGP, realizzate con la polpa dei migliori agrumi prodotti in contrada San Martino e tutta la bontà del cioccolato di Modica realizzato in collaborazione con la celebre cioccolateria Bonajuto. Amara celebra così i sapori caldi e intensi della Sicilia, in una box perfetta per i più golosi che si divertiranno a creare gustosi abbinamenti e fantasiose ricette. 


Amara, box degustazione con marmellata e cioccolato si può acquistare nei negozi specializzati o sullo shop dell'azienda al costo di 35 euro

Nicoletta Curradi 

giovedì 9 novembre 2023

Ruffino, verso una sostenibilità sciale, ambientale ed economica

 


 “Se fino ad oggi essere sostenibili voleva dire essenzialmente operare in modo da poter ridurre e finanche annullare il proprio impatto negativo sociale e sull’ambiente, adesso invece siamo chiamati ad anticipare gli eventi. Ad avere un impatto positivo e a un approccio a tutto tondo sul significato di sostenibilità.” Questo l’incipit di Sandro Sartor, Presidente e Amministratore Delegato Ruffino che presenta l'8 novembre nella Tenuta Ruffino Poggio Casciano il quinto bilancio di sostenibilità del gruppo, certificato e rendicontato attraverso le linee guida internazionalmente riconosciute del Global Reporting Initiative. Un percorso certamente non facile quello della storica azienda toscana ma che non nasce ora: era infatti il 2018 quando l’azienda sviluppò la piattaforma di comunicazione Ruffino Cares, un progetto che si è evoluto negli anni fino a incubare, sviluppare e raccontare oggi tutte le azioni del Gruppo in ambito ESG.


Considerevoli le certificazioni già conseguite in ambito ambientale: la SNQPI e Biodiversity Friend per il 100% dei vigneti di proprietà, ormai prossima anche quella biologica di tutte le tenute, oltre 500 ettari di vigneto, che sarà totalmente conseguita dalla vendemmia 2024. Importanti i progetti per dare valore all’acqua con un risparmio del 50% dei volumi di acqua utilizzati grazie all’irrigazione di precisione rispetto a quella tradizionale, la creazione di 3 nuovi bacini artificiali (e 3 in fase di costruzione) per il collettamento di acqua piovana con cui alimentare i sistemi di irrigazione: obiettivo aziendale è quello di soddisfare il fabbisogno di circa il 60% dei propri vigneti toscani entro il 2025. In ambito produttivo la sostenibilità passa anche dal confezionamento: Ruffino dichiara la totalità del packaging completamente riciclabile, un risparmio di 300 tonnellate di vetro utilizzato rispetto all’anno precedente grazie a un progetto di riduzione del peso delle bottiglie e l’obiettivo di lavorare con carta e cartone interamente certificato FSC entro il 2025.


Una chiosa speciale sulla partecipazione di Ruffino al programma Wine in Moderation (WIM), associazione con sede a Bruxelles volta alla educazione al consumo responsabile di vino, che proprio in questa settimana celebra internazionalmente le giornate WIM. “Ruffino è Ambassador Company di WIM dal 2019 e crede fermamente nei valori portati avanti” prosegue Sandro Sartor “tanto che abbiamo organizzato in questi giorni degli incontri formativi nelle scuole fiorentine e dei comuni di Bagno a Ripoli e Pontassieve condotte da una nutrizionista e un relatore di WIM per educare e rendere consapevoli i ragazzi che si approcciano al mondo del vino.” Il programma della settimana prevede anche una campagna di comunicazione il cui culmine sarà a Palazzo Vecchio, con una conferenza stampa insieme al sindaco della città di Firenze, Dario Nardella. Infine, la cogente questione del gender gap. Ruffino è fra le prima aziende vitivinicole italiane a ottenere la certificazione PDR 125/22relativa alla parità di genere, grazie al rispetto di più parametri, tra i quali la presenza quasi uguale fra uomMiini e donne, pari retribuzione per stessa posizione e presenza di donne nel leadership team aziendale. 

Nicoletta Curradi

venerdì 20 ottobre 2023

È uscita Rosa Rosati Rosé La Guida al Bere Rosa 2024 Sesta Edizione




Si è giunti quest’anno alla sesta pubblicazione di una Guida che in Italia rimane l’unica dedicata ad una sola denominazione, i Vini Rosa. 

Ci si è affidati – per le degustazioni - ad un gruppo di Giudici che hanno sicuramente le caratteristiche per poter degustare i Vini in Concorso, degustatori che fanno parte delle più importanti Associazioni di Sommellerie, dall’Ais all’Onav, dalla Fisar all’Aspi, sottolineando l’importanza di avere in giuria anche Enologi che provengono da tutta Italia, degustatori che fanno parte di organizzazioni come l’OIV e VinoFed, per non 
parlare dei degustatori Internazionali, dalla Francia alla Svizzera alla Germania, senza contare giornalisti enograstronomici ed enoturistici che hanno già segnato le tappe di 
escursioni vinose legate al mondo dei Vini Rosa. 
Se il nostro Concorso riscontra un grande successo tra le Aziende, è proprio grazie a tutti i degustatori che hanno partecipato anche quest’anno alle quattro Commissioni d’assaggio. 
Vini Rosa tra cui Fermi, Frizzanti, Metodo Martinotti e Metodo Classico. Tra questi sono state distribuite 253 medaglie, nelle 4 sessioni di degustazione riunitesi a Riva di Solto Lago d’Iseo il 22 / 23 Maggio e il 20 e 21 Giugno, ed hanno conferito 47 Gran Menzioni, 
151 Rose d’Oro e 55 Quattro Rose su 427 Vini Rosa degustati per la “Guida Rosa Rosati Rosé 2024” questo per sottolineare che la Guida è una selezione accurata di vini che 
vengono proposti dall’Alto Adige alla Sicilia, passando per la Toscana, il Lazio, e tutte le  regioni Italiane. 

I diversi attestati di premiazione sono stati attribuiti partendo dai punteggi in centesimi 
tra le diverse Rose, con le Quattro Rose, La Rosa d’Oro, e la Gran Menzione.
Premiate anche quest’anno le migliori Etichette, un grazie agli Chef ed ai Ristoratori che 
hanno creato le ricette legate ai Vini Rosa presenti nella loro Carta Vini. 
Anche quest’anno non sono state attribuite le Tre Rose, tutte 
le Aziende hanno avuto dagli 85 punti in su, evidenziando quanto sia stato fatto in vigna e in cantina per una qualità superiore come gli scorsi anni. 
Il ringraziamento va sicuramente a tutti i Produttori che hanno voluto partecipare 
al Concorso dedicato ai Vini Rosa, un grazie a tutti i giudici degustatori, e a tutte le 
persone che fanno parte della Redazione, che con professionalità seguono tutte le fasi della realizzazione della Guida Rosa Rosati Rosé. 

Nicoletta Curradi
Fabrizio Del Bimbo 

giovedì 19 ottobre 2023

Presentata la guida Slow Wine 2024

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«Valorizziamo l’Italia del vino monopolizzata dalle grandi denominazioni»


In anteprima alla Milano Wine Week, in libreria dall’11 ottobre


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«La guida Slow Wine è come una bottiglia di vino: richiede un anno di lavoro e quando è pronta la apriamo, la annusiamo, cerchiamo gli errori per migliorarci l’anno successivo, e soprattutto ce la godiamo insieme alla nostra comunità, composta da vignaioli, enologi, sommelier, enotecari, osti, professionisti e appassionati». Con queste parole il curatore Giancarlo Gariglio ha presentato a Milano, in occasione della Milano Wine Week, la guida Slow Wine 2024, giunta alla 14esima edizione.


 


«Ci piacerebbe che, sfogliando le pagine della guida, l’appassionato comprendesse come tutta l’Italia del vino vada valorizzata e conosciuta, non fermandosi alle solite blasonate denominazioni – ha aggiunto Gariglio –. In giro per il Paese ci sono produzioni eccellenti che rifuggono da uno stile unificato: la ricchezza sta nella diversità e il valore nella capacità di proteggere la propria unicità salvaguardando l’ecosistema. Vorremmo però anche che il cittadino comune percepisse il baratro climatico sui cui stiamo camminando: una crisi che vignaiole e i vignaioli vivono a loro spese, tra fenomeni climatici estremi, come grandinate distruttive e ondate di calore, e fitopatie, dalla peronospora alla flavescenza». 


 


«Slow Wine non è solamente una guida ma la fotografia di uno dei patrimoni culturali ed economici d’Italia, tutelato da donne e uomini che producono vino nel rispetto della terra e del valore del lavoro» ha ricordato Federico Varazi, vice presidente di Slow Food Italia. «Vignaiole e vignaioli che in vigna e in cantina sono sostenibili, una parola oggi tanto di moda ma che ancora fatica a venire calata nella realtà quotidiana e nelle scelte della politica: lo testimoniamo il rallentamento del Green Deal e della Strategia Farm to Fork e il probabile imminente rinnovo dell’autorizzazione al glifosato». 


 


Durante la presentazione sono stati consegnati i Premi Slow Wine.


 


Il Premio Speciale alla Novità dell’anno è stato consegnato a Marco Schirru, dell’azienda agricola Schirru di Orroli (Sud Sardegna), da Alessandro Talloru ed Elisa Vetrucci (Area Manager Bormioli Luigi) di Bormioli.


 


L’azienda dei fratelli Schirru è una delle realtà più belle emerse nel panorama vitivinicolo italiano in questi anni. Marco e Michele sono poco più che trentenni, ma il rigore con il quale si dedicano ogni giorno al loro progetto agricolo è esemplare e incoraggiante: incentrato sul recupero di vecchie vigne, sorge in una zona aspra ma bellissima e lontana dai centri urbani, dove i due danno voce sincera a un modo di fare agricoltura gentile. Nonostante la giovane età dell'azienda possiamo già parlare di una bella realtà contadina che sta rinvigorendo il tessuto agricolo sardo.


 


Il Premio Speciale per l’Accoglienza in cantina è stato consegnato a Cristina Varchetta, di Cantine degli Astroni di Napoli, da Giulia Corcos, Head of B2B Services di Tannico.


 


In un contesto ambientale e paesaggistico decisamente peculiare, con le vigne – veri e propri fazzoletti di terra strappati all’urbanizzazione – che dominano dall’alto la città di Napoli, Cantine Astroni ha saputo consolidarsi non soltanto come realtà produttiva di prim’ordine, ma anche come azienda particolarmente attiva nell’enoturismo. I percorsi di visita partono dall’area didattica nella vigna Astroni adiacente al bosco omonimo, un tempo riserva di caccia del re Ferdinando di Borbone, oggi Oasi Naturale WWF.


 


Il Premio Speciale al Giovane Vignaiolo è stato consegnato a Edoardo Dottori, dell’azienda agricola Edoardo Dottori di Maiolati Spontini (Ancona), da Mattia Negro, Brand Manager Reale Mutua di Reale Mutua.


 


Edoardo Dottori ha riempito in fretta il foglio bianco che aveva di fronte: l'azienda che porta il suo nome è frutto di una vulcanica passione e, soprattutto, di una conoscenza della materia che nonostante la giovane età è davvero fuori dal comune. Fin dall'infanzia si è nutrito di cultura contadina e viticola nell'areale dei Castelli di Jesi, e in pochissimo tempo, complici anche gli studi universitari in Viticoltura ed Enologia e un dottorato sull'inerbimento delle vigne, si è imposto come protagonista indiscusso nel mondo dei grandi Verdicchi, capace di maneggiare con sorprendente sicurezza, diremmo da vinificatore esperto, una materia prima tanto nobile, nel suo caso frutto di una viticoltura sostenibile, sartoriale, avanguardista.


 


Il Premio Speciale per la Viticoltura Sostenibile è stato consegnato a Chiara Boschis, dell’azienda agricola E. Pira e figli - Chiara Boschis di Barolo (Cuneo), da Ernesto Ghigna, European wine marketing manager di Owen-Illinois.


 


Chiara Boschis è una antesignana e una sperimentatrice. Lo è stata da giovanissima quando si unì al gruppo dei Barolo Boys per rivoluzionare il grande rosso piemontese, e dopo essersi affermata tra i produttori più grandi e conosciuti si è impegnata in un’altra battaglia, quella della sostenibilità e del biologico, convincendo oltre venti colleghi a fare del celebre cru Cannubi un’isola libera da pesticidi ed erbicidi: anche qui le sue convinzioni hanno avuto successo. Camminare tra i suoi filari è un’esperienza che arricchisce l’anima, e che fa comprendere meglio quanto un vigneto possa essere in armonia con la natura.


 


Il Premio Speciale Slow Wine Coalition alla Solidarietà è stato consegnato a Giulio Francesco Bagnale, della cooperativa agricola Arteteke di Barile (Potenza), da Maddalena Schiavone, focal point Slow Wine Coalition.


 


Arteteke non è soltanto un progetto di vino. Anzi, a dirla tutta il vino rappresenta la forma espressiva scelta per dare una possibilità di riscatto ai protagonisti di questa cooperativa agricola, nata nel 2017 con l’obiettivo di reinserire persone fragili e disabili. Qui fare vino, al di là del semplice gesto agricolo e della voglia di recuperare il gusto antico dei vini del Vulture, significa soprattutto prendersi cura delle persone che vivono in una comunità sociale. È questo il vino che unisce e che sostiene, che offre una possibilità, e che fa proprio bene al cuore.


 


Il Premio Speciale alla Carriera è stato consegnato a Francesco Marone Cinzano, della cantina Col d’Orcia di Montalcino (Siena), da Francesco Vitrani di Winterhalter.


 


Francesco Marone Cinzano discende da una famiglia che tanto ha dato al mondo del vino. Dal 1992 è amministratore di Col d’Orcia, una delle cantine di maggior storia e prestigio nel panorama del Brunello di Montalcino, e ha speso molto tempo ed energie nel mettersi a disposizione della collettività dei produttori, ricoprendo la carica di presidente del Consorzio di Tutela ilcinese e lavorando con grande impegno all’istituzione di un biodistretto a Montalcino. Proprio la conversione al biologico di quella che lui chiama la sua fattoria, che ha dato vita a una delle più estese realtà certificate d’Italia, è un merito storico che non potrà essere dimenticato.


 


I numeri di Slow Wine 2024


 


L’11 ottobre arriva in libreria la guida Slow Wine 2024, pubblicata da Slow Food Editore, quest’anno giunta alla quattordicesima edizione. Un vademecum con cui andar per cantine, una bussola per orientarsi nel panorama italiano del vino, una fotografia del settore che allunga lo sguardo su tutto ciò che ruota attorno a un bicchiere: il gusto, naturalmente, ma anche il rispetto dell’ambiente, la tutela della fertilità del suolo, la valorizzazione del lavoro in vigna e in cantina, il ruolo dei vignaioli nelle comunità locali in cui abitano. Ecco qualche numero di Slow Wine 2024:  


 


25100 vini assaggiati


2006 cantine visitate e recensite


1143 cantine certificate biologiche o biodinamiche o in conversione


141 nuove cantine recensite


422 cantine visitabili virtualmente tramite QR Code


oltre 200 collaboratori in tutte le regioni d’Italia


238 Chiocciole assegnate alle aziende che meglio interpretano i valori vicini alla filosofia Slow Food


198 cantine premiate con la Bottiglia, i cui vini esprimono un'eccellente qualità organolettica


799 Top wine


Durante la presentazione di Slow Wine 2024 è stata annunciata la partnership tra Demeter Italia e Slow Food Italia: «Partendo da storie e origini diverse, ci troviamo oggi a condividere gli stessi valori relativi alla salute globale, alla sostenibilità e alla cura delle relazioni – ha spiegato Giovanni Buccheri, direttore di Demeter Italia –. Per questo motivo abbiamo deciso di unire i nostri cammini, nella convinzione che la società civile e la produzione sostenibile debbano rafforzare la loro alleanza lavorando insieme per l’obiettivo comune della salvaguardia del pianeta e di tutti i suoi abitanti. Cammino che ci porterà alla partecipazione a Terra Madre Salone del Gusto 2024, dove ci auguriamo di ritrovare tanti produttori e cittadini interessati a capire cosa è e come si fa l’agricoltura biodinamica».


Nicoletta Curradi 


 


Il prossimo appuntamento con il vino secondo Slow Food sarà la terza edizione di Slow Wine Fair, l'evento dedicato al vino buono, pulito e giusto organizzato da BolognaFiere e Sana, con la direzione artistica di Slow Food, in programma dal 25 al 27 febbraio 2024. 


giovedì 28 settembre 2023

Dove c’era un bosco ora cresce un vigneto e nasce un vino eccellente

 



Origini antiche per il Sauvignon blanc Bosco della Donna di Stajnbech, un vino carismatico, fresco, elegante  


Una costante ricerca dell’eccellenza perseguendo una filosofia che crede nel valore di un prodotto autentico, e nella passione per il proprio lavoro. Questi i punti cardine su cui poggia tutto il lavoro di Stajnbech, piccola ma promettente realtà a conduzione familiare situata nella parte più orientale del Veneto al confine con il Friuli Venezia Giulia. Uno stile perfettamente espresso dal motto della famiglia Valent: “Coltiviamo Armonie”, che nel linguaggio di Stajnbech sono quelle che si trovano in natura ma anche nelle persone che condividono gli stessi valori d’impresa; professionalità, dedizione, rispetto e impegno, uniti all’amicizia e al senso di condivisione, tutti elementi che risuonano come in una grande sinfonia corale tra vigneti, cantina e azienda.


Stajnbech offre una ricca gamma di produzione, e tra le etichette oggi scegliamo di presentarvi il loro best seller tra i bianchi, Bosco della Donna, un nome affascinante ed evocativo che si lega a una storia antica. Tutto infatti parte da un documento risalente al 1548 ritrovato da Adriana Marinatto – contitolare di Stajnbech - all’Archivio di Stato di Venezia, dove si sanciva il passaggio di proprietà di un terreno chiamato appunto Bosco della Donna, dai Nobili Frattina ai Conti Bellavitis. Ad oggi al posto di quel bosco crescono le viti di questo Sauvignon Blanc.


“Ci è sembrato curioso associare un nome così ad un vino carismatico come il nostro Sauvignon – spiega la giovane Rebecca Valent – un termine tra l’altro che contiene un cenno storico riguardante la presenza di boschi nel territorio, ognuno “identificato” con un nome diverso, boschi che in seguito sono stati tagliati per costruire i pali su cui poggiano le fondamenta della città di Venezia.”


L’etichetta color salvia rimanda al sentore principale e varietale che individua il Sauvignon Blanc, raccontandone la freschezza ma anche la pulizia e l’eleganza. Ottenuto da uve 100% Sauvignon, presenta un colore giallo paglierino con riflessi verdognoli. Al naso è aromatico, ricorda i fiori di sambuco, la salvia, il peperone verde e la foglia di pomodoro. Al palato risulta morbido, persistente, secco. Si abbina molto bene con prosciutto crudo, antipasti di pesce, risotti con erbe di primavera o zucchine, tagliolini al salmone o con le zuppe delicate di pesce e carni bianche.


Oggi Giuliano Valent e Adriana Marinatto sono affiancati dalla figlia Rebecca, classe 1995, enologa, nata e cresciuta in cantina ma con alle spalle un’esperienza in California, che le ha permesso di arricchire la sua personale conoscenza di questo mondo. Rebecca rappresenta la seconda generazione, il futuro nel quale Giuliano e Adriana credono e al quale affidano la naturale prosecuzione della tradizione di famiglia che da la mano all’intraprendenza, all’energia e alla visione innovativa dei giovani. 


Stajnbech

E’ un’azienda vitivinicola a conduzione familiare situata a Pramaggiore (VE), tra Venezia e Trieste, nel cuore di una terra dal ricco passato, anticamente chiamata il Vigneto della Serenissima.


Risale al 1990 il primo vigneto piantato da Giuliano Valent e Adriana Marinatto, che poi nel 1991 fondano la cantina. Nata dall’ambizione di raccontare una storia in un bicchiere di vino, questa realtà veneta si distingue per la cura meticolosa riservata ad ogni fase della produzione. Da sempre infatti, Giuliano e Adriana hanno scelto di puntare alla qualità, ricercando costantemente l’eccellenza, applicando una filosofia che crede nel valore di un prodotto sincero e genuino, e nella passione per il proprio lavoro. Uno stile perfettamente racchiuso nel motto di famiglia: “Coltiviamo Armonie”. Le armonie per Stajnbech sono quelle della natura ma anche delle persone che condividono i medesimi valori di professionalità e dedizione, uniti all’amicizia e al senso di condivisione, tutti elementi che risuonano tra vigneti, cantina e azienda come in una grande sinfonia corale. L’area in cui sorge la cantina, al confine tra Veneto e Friuli, gode di un clima temperato che unito al suolo ricco di argille grigie consentono alla vite la sua massima espressione. Dai 17 ettari di uve di proprietà, rigorosamente selezionate, si producono vini artigianali di altissima qualità, ottenuti ponendo molta attenzione al rispetto dell’ambiente sotto il segno dell’ecocompatibilità, in vigneto come in cantina.  I vini si distinguono per la spiccata personalità che sanno esprimere e raccontano le tradizioni enologiche del Veneto, coniugandole coi gusti internazionali. Le linee di produzione si dividono in Superiori e Classici, ai quali si aggiunge anche la bollicina con il nuovo metodo classico pas dosé Imagine. Negli anni, Stajnbech si é affacciata con successo al mercato internazionale, dove oggi gode di un posizionamento ben definito. La personalità dei vini ha conquistato nel tempo un pubblico di esperti e intenditori, raccogliendo importanti consensi ai più prestigiosi concorsi enologici.


Stajnbech

Via Belfiore, 109

Belfiore di Pramaggiore (VE)

Tel +39 0421 799 929 

www.borgostajnbech.com  


 Nicoletta Curradi 


martedì 1 agosto 2023

Acqua purissima ed eccellenti botaniche: la ricetta del Gin 7 Laghi Pisoni

 


La valle dei laghi, situata tra il lago di Garda e le fresche Dolomiti, con il suo microclima mediterraneo offre al Mastro distillatore pregiate botaniche per questo distillato:  il Gin 7 LAGHI nasce in alambicchi di rame “Tullio Zadra” secondo il metodo London Dry . È fresco, balsamico e ricorda i profumi delle montagne trentine.

Eco  le preziose botaniche selezionate per il Gin 7 Laghi® Pisoni:

Ginepro

Asperula

Ment

Rabarbaro

Genziana

Centaurea

Liquirizia

Calamo

China


È dedicato ai 7 laghi della omonima Valle il nome del primo Gin prodotto alla storica distilleria Pisoni. Sono infatti 7 i laghi che caratterizzano la valle dove risiede l’azienda Pisoni sin dal 1852: Lamar, Santo, Terlago, Santa Massenza, Toblino, Lagolo, Cavedine. Ma il numero 7 per la famiglia Pisoni ha anche un altro importante significato, perché ricorda il numero dei fratelli che tornarono sani e salvi dalla prima guerra mondiale e anche il numero civico della sede aziendale di Madruzzo che, per una strana coincidenza, si compone proprio di 7 frazioni.

Cinque, invece, sono le generazioni che si occupano di arte distillatoria: le grappe Pisoni sono da sempre rinomate e pluripremiate, ma oggi la gamma si arricchisce di un London Dry Gin, il più nobile dei metodi di produzione perché consiste in un’unica distillazione in alambicco di tutte le botaniche in soluzione idroalcolica alla quale, secondo il disciplinare sul prodotto, al distillato ottenuto non viene aggiunto nulla al di fuori dell’acqua necessaria per portare a gradazione il prodotto.


Il Gin 7 Laghi viene realizzato negli storici alambicchi di rame a marchio “Tullio Zadra”, esistenti ormai in rari esemplari nelle distillerie trentine, utilizzando esclusivamente botaniche che richiamano prevalentemente la terra e le montagne che circondano la realtà Pisoni e che vengono usate da generazioni nella produzione delle note grappe alle erbe Pisoni. Si tratta di Ginepro, Asperula, Menta, Rabarbaro, Genziana, Centaurea, Liquirizia, Calamo e China, dosate con abilità ed esperienza per ottenere un risultato finale equilibrato e raffinato. Un prodotto che nasce dal know how e dall’estro creativo dell’esperto mastro-distillatore Giuliano Pisoni, che spiega: «Abbiamo impiegato due anni a trovare la nostra ricetta e, poco meno, per costruirci in casa una macchina in grado di rompere la bacca di ginepro, fondamentale per la produzione del Gin, senza riscaldarla ed evitare così di perdere la fragranza del prezioso olio essenziale in essa contenuto».


Nicoletta Curradi 

lunedì 31 luglio 2023

Il pluripremiato Riesling Aristos Cantina Valle Isarco allieta i momenti estivi

 



Ha ricevuto il premio 4 Viti AIS ed è due volte vincitore dei 5 Grappoli di Bidenda: stiamo parlando del Riesling Aristos di Cantina Valle Isarco, che vuole portare l’eleganza e l’alta quota nei nostri calici estivi.

 

Annata 2021, è un bianco profumato, dal frutto delicato e leggermente aromatico, connotato da una vibrante freschezza. Selezionato tra i vini di alta gamma della Cantina Valle Isarco, questo vino è prodotto interamente a partire da uve Riesling, con vendemmia manuale dei grappoli.

 

Dopo una pigiatura soffice degli acini, la fermentazione si svolge esclusivamente in vasche di acciaio inox a temperatura controllata. Seguono 7 mesi di affinamento delle caratteristiche organolettiche sulle fecce nobili.

 

Il Riesling Aristos di Cantina Valle Isarco si presenta con un colore giallo verdognolo tendente al giallo chiaro. Al naso conquista con profumi di mela renetta, erba appena tagliata, albicocca e spezie leggere in primo piano, impreziosite da contorni minerali. Il sorso è fresco e speziato, con una notevole struttura, ma anche una grande mineralità, con echi salini e un lungo finale aromatico.

 

Eccellente come aperitivo, abbinato a delicati antipasti e a piatti a base di pesce o frutti di mare, perfetto con le pietanze della cucina asiatica e con le ostriche.


Info:  www.kellerei-eisacktal.it/it

Nicoletta Curradi 

 


lunedì 10 luglio 2023

1664 Blanc: il Blue Tour arriva a Firenze


Note agrumate, di pesca bianca e frutta tropicale della birra appena spillata, per una pausa rigenerante e di gusto





1664 BLANC, la birra premium dal sapore unico e dai colori che richiamano il Mediterraneo, continua il giro in Italia per far scoprire il suo gusto irresistibile e rinfrescante con il Blue Tour, che si svolgerà all’interno di un van vintage dell’iconico blu della bottiglia: da Milano a Gallipoli, fino a risalire la Riviera Adriatica, il viaggio di 1664 Blanc sarà una experience all’insegna del buon gusto e del divertimento che darà la possibilità al grande pubblico di assaporare la birra premium in alcune delle principali città e mete balneari dello Stivale.


Si continua lunedì 10 luglio a Firenze, presso la Stazione Leopolda in viale Fratelli Rosselli 5 dalle ore 15 alle ore 23.




In sinergia con l’eredità artistica del nostro Paese e come omaggio alla città ospitante, la location della Stazione Leopolda è suggestivamente allestita con undici opere, parte della mostra La Forma delle Idee: una esibizione monografica che racconta l’evoluzione ed il percorso di idee, immaginazione e ricordi nel contenitore infinito della mente – mescolandosi, sovrapponendosi, svanendo e quindi concretizzandosi nel presente, con il caos che si fa forma nota e quindi scelta riconoscibile.


Nicoletta Curradi 


lunedì 19 giugno 2023

L'associazione Viticoltori di Castellina in Chianti si racconta a Firenze

 



Dopo Roma e Milano, si conclude nel capoluogo toscano il tour per festeggiare i 20 anni dell’associazione che riunisce 39 aziende vitivinicole tra le più rinomate del Chianti Classico


 L’Associazione Viticoltori di Castellina in Chianti compie 20 anni e non poteva che scegliere Firenze per l’evento conclusivo del tour che, dopo Roma e Milano, fa tappa nel capoluogo toscano per raccontare questo splendido territorio del Chianti Classico, i suoi vini e le storie dei produttori. A presentare il volto più inedito e affascinante di questo comune dove si concentrano tra le realtà vitivinicole più prestigiose dell’intera Toscana, Armando Castagno, scrittore e grande professionista del vino, che ha raccolto le interviste di 37 produttori nel libro “Castellina in Chianti - territorio, vino, persone” presentato oggi, lunedì 19 giugno, presso il cinema Astra di piazza Beccaria. Intervistato da Luciano Ferraro, vicedirettore del Corriere della Sera e giornalista esperto di vino, Castagno ha raccontato aneddoti, retroscena, passioni e curiosità emerse durante le interviste ai produttori, rivelando il lato più umano e autentico di chi con il proprio lavoro è riuscito a rendere grandi i vini di questa zona del Chianti Classico così straordinariamente vocata alla viticoltura di qualità. A portare il saluto della Regione Toscana, la vicepresidente e assessore all’Agricoltura Stefania Saccardi che ha sottolineato come “il libro di Castagno sia uno strumento di promozione importante per Castellina e per l’enogastronomia toscana, volano fondamentale del Turismo quasi al pari del nostro patrimonio archeologico e culturale”.


“Ho voluto intervistare i produttori rigorosamente in presenza, senza concordare le domande – ha esordito Armando Castagno – perché il racconto fosse spontaneo, quasi una chiacchierata tra amici. Questo mi ha permesso di mettere in luce aspetti inediti, ricordi, vicende personali, storie di famiglia. Al di là di una parte descrittiva e didattica sul territorio di Castellina in Chianti, nel libro non troverete numeri, ettari o presentazioni dettagliate delle singole aziende, se non quanto riferito dagli stessi intervistati sulle loro attività. Quello che mi interessava, infatti, era cogliere l’umanità dei produttori e raccontare il loro vissuto che poi si ritrova nel calice”.


 



Ad accompagnare le parole di Castagno tra le pagine del libro, i ritratti di Caroline Aspas che con le sue foto ha saputo catturare la parte più intima dei produttori. Ad immortalare, invece, i paesaggi straordinari di Castellina in Chianti, il fotografo Andrea Federici che ha reso omaggio alla bellezza di questo angolo di Toscana.


 


Dopo la presentazione, 37 produttori di Castellina in Chianti hanno servito in degustazione i loro Chianti Classico ai giornalisti e operatori di settore che hanno partecipato all’evento.


 



“I produttori di Castellina in Chianti – ha spiegato durante la presentazione del libro Enrico Pozzesi, Presidente dell’Associazione Viticoltori di Castellina in Chianti - da tempo sentivano la necessità di iniziare un percorso comune per promuovere il territorio e valorizzare i vini straordinari e l’immagine di Castellina. Da qui è nata l’idea di affidare ad Armando Castagno il compito di raccontarci. Dopo Roma e Milano, non potevamo che tornare nella nostra Toscana per concludere in bellezza il tour. Firenze è la nostra casa, grazie soprattutto ai solidi rapporti commerciali, ma anche di amicizia, che abbiamo con i ristoratori locali. Del resto, i momenti più belli e importanti, come i 20 anni dell’associazione, vanno festeggiati in famiglia”.


 


Ed è proprio per festeggiare con i ristoratori che, questa sera a cena, i produttori di Castellina in Chianti offriranno i loro vini ai clienti dei locali fiorentini che hanno aderito all’iniziativa: Enoteca dei Giusti, Pitti Gola e Cantina, Osteria dell'Enoteca, Osteria Cipolla Rossa, Enoteca Le Volpi e l'Uva, Bistrò Todo Modo, Trattoria Sant'Agostino, Enoteca Spontanea, Osteria Belguardo.






Il territorio


Situato in provincia di Siena, il borgo di Castellina in Chianti occupa una superficie di 9.980 ettari, che si estende a cavallo tra la Val d'Elsa, la Val di Pesa e la Valle del fiume Arbia, di cui 1.682 circa coltivati a vigneto, risultando il Comune con più superficie vitata di tutto il Chianti Classico. Circa il 70% dei vigneti è a conduzione biologica o in conversione, una percentuale in progressiva crescita: delle 39 aziende che fanno parte dell’Associazione, infatti, ben 36 sono già certificate bio o in regime di conversione. Designato nel disciplinare del Chianti Classico come Unità Geografica Aggiuntiva, il territorio di Castellina in Chianti si caratterizza per i suoli ricchi di scheletro di galestro e di marne calcaree, per le esposizioni ottimali e le forti escursioni termiche che permettono di vendemmiare uve di altissima qualità. L’economia è prevalentemente agricola, incentrata soprattutto sulla coltivazione della vite e dell’ulivo, ma anche sul turismo, grazie alla straordinaria bellezza del paesaggio rurale, costellato di pievi e castelli medievali abbarbicati sulle dolci colline. A tutto ciò si aggiunge un’offerta enogastronomica di assoluta qualità che richiama ogni anno migliaia di turisti da tutto il mondo.



L’Associazione Viticoltori di Castellina in Chianti


Nata nel 2003 per valorizzare e tutelare i produttori di vino di Castellina in Chianti, comune del Chianti Classico dove si concentrano realtà vitivinicole tra le più prestigiose e ricche di storia dell’intera Toscana, l’Associazione Viticoltori di Castellina in Chianti conta oggi 39 soci che producono vini rinomati in tutto il mondo.


I soci: Antico Podere Casanova di Bucciarelli, Antiche Terre Belvedere di San Leonino, Bibbiano, Buondonno, Casale dello Sparviero/Campoperi, Casina Di Cornia, Castagnoli, Castellare di Castellina, Castello di Fonterutoli - Marchesi Mazzei, Castello La Leccia, Cecchi, Cennino, Concadoro, Fattoria Di Vegi, Gagliole, Il Caggio/Ipsus, La Croce dei Fratelli Zari, La Mirandola nel Chianti, Lornano, Marchesi Antinori a Castellina in Chianti, Mazza, Nardi Viticoltori, Nittardi, Piemaggio, Podere La Piaggia, Pomona, Querceto Di Castellina, Rocca Delle Macie, Rocca di Cispiano, Rodano, Ruffino, San Donatino, San Fabiano Calcinaia, Setriolo, Tenuta Canale, Tenuta di Lilliano, Tenute Squarcialupi La Castellina, Tregole, Villa Trasqua.


Fabrizio Del Bimbo 

venerdì 9 giugno 2023

"Campania Wine". Napoli, la città più bella del mondo ospita i vini della regione



 Un evento unico dedicato al vino campano nel cuore di Napoli. Un comparto, quello vitivinicolo, che si mostra coeso ed in grado di dialogare con altre eccellenze del territorio campano per dare vita a momenti di valorizzazione di grande valore.


L’11 e il 12 giugno 2023 le bellezze architettoniche e monumentali di Napoli accoglieranno “Campania.Wine”, rassegna promossa e organizzata in cooperazione dai cinque Consorzi di Tutela Vini della Campania (Sannio Consorzio Tutela Vini, Vesuvio Consorzio Tutela Vini, Consorzio Vita Salernum Vites, Viticaserta - Consorzio Tutela Vini Caserta, Consorzio Tutela Vini d’Irpinia) e dal Consorzio di Tutela Pomodorino del Piennolo Vesuvio Dop, con l’obiettivo di valorizzare e promuovere i vini a Indicazione Geografica della Campania e i loro produttori-attori, attraverso un suggestivo itinerario di conoscenza esperienziale rivolto ad esperti, giornalisti di settore, addetti ai lavori e appassionati del mondo del vino. L’iniziativa ha il patrocinio del Comune di Napoli e della Regione Campania ed è realizzata con il cofinanziamento dell’Unione Europea, Campagna Medways_EU “European Sustainability. From Mediterranean to the East: new ways to advance Food.


Un intenso programma della durata di due giorni con degustazioni, masterclass, seminari, wine tour, wine talk e wine forum per giornalisti, operatori e winelovers in due luoghi di assoluto pregio in una delle città più affascinanti al mondo, Napoli, oggi meta turistica tra le più blasonate al mondo: Galleria Umberto I, monumentale opera del XIX secolo, una delle gallerie più famose ed importanti d'Italia, tappa fissa per chiunque visiti la città, e il MUSAP - Museo Artistico Politecnico di Napoli situato a Palazzo Zapata, monumentale palazzo di origine seicentesca affacciato sulla elegante piazza Trieste e Trento, cuore della Napoli Reale. Due luoghi ricchi di fascino che rappresenteranno le due sedi di Campania.Wine.


Il taglio del nastro è in programma domenica 11 giugno alle ore 11 presso la Galleria Umberto I, che ospiterà il walk-around tasting con i banchi d’assaggio delle cantine (aperto sia l’11 che il 12 giugno dalle ore 11.00 fino alle ore 19.30), alla presenza di rappresentanti istituzionali e operatori del mondo vinicolo campano. Il MUSAP sarà invece la sede delle Masterclass e dei laboratori di approfondimento sulle denominazioni. Per l’occasione parteciperà alle attività una importante selezione di giornalisti e influencer specializzati che avranno l’opportunità di conoscere il settore vitivinicolo campano con un link fortissimo al suo territorio di riferimento, un importante connubio che molto può dare in termini di attrattività turistica. Per gli appassionati, oltre al percorso degustazione in Galleria Umberto I, un programma di masterclass sul tema “La Campania in 10 vini” condotte da Chiara Giorleo (su prenotazione, per info masterclass@campania.wine)  in collaborazione con AIS Campania.


Per la stampa in programma numerose Masterclass di approfondimento sui temi “Campania.Wine European Sustainability - La Campania dei vini di montagna”, “La Campania dei vini vulcanici e dei parchi naturali”, condotte da Luciano Pignataro, Ferdinando De Simone e Pasquale Carlo.


Per la stampa presente previsti anche approfondimenti sulle eccellenze gastronomiche e tour alla scoperta di luoghi napoletani del fascino unico, tra cui la suggestiva Cappella Sansevero che custodisce il capolavoro del Cristo Velato.  


Lunedì 12 giugno altro importante appuntamento in programma alle ore 11.30 presso la Sala Comencini del Musap con il Campania.Wine Sustainability Forum: la bellezza dei paesaggi della Campania e il ruolo dell’enoturismo, focus sulle potenzialità turistiche del settore vitivinicolo in un territorio di grande attrattività come quello campano. Alle ore 17.00, sempre presso la Sala Comencini, l’iniziativa speciale “La Campania che ama la Campania 2023”, assegnazione dei riconoscimenti alle migliori carte dei vini con referenze regionali condotta dai giornalista Luciano Pignataro.


Campania.Wine 2023 rappresenta un'opportunità unica per gli appassionati di vino, gli esperti del settore e per la stampa di immergersi nell'eccezionale biodiversità dei vini della Campania, tra degustazioni, seminari, laboratori enogastronomici e molto altro, in un luogo di grande prestigio e di forte richiamo storico culturale, promuovendo i valori di sostenibilità che contraddistinguono i vini campani e il lavoro dei Consorzi di Tutela e realizzando di fatto, nel cuore di Napoli, un itinerario esperienziale e di conoscenza.


Il programma completo, con tutte le informazioni per l’acquisto dei ticket e le modalità di partecipazione, è disponibile sul sito www.campania.wine.


Fabrizio Del Bimbo 

lunedì 5 giugno 2023

La prima edizione del Campania Beer Expo

 





Napoli, 5-6 giugno 2023
 

AGROALIMENTARE DI QUALITA’ E CULTURA NEL CUORE DI NAPOLI:

ECCO IL “CAMPANIA BEER EXPO”
 

AL MANN – MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE

IL PRIMO SALONE REGIONALE DELLA BIRRA ARTIGIANALE

PROMOSSO DALLA REGIONE CAMPANIA
 

LUNEDI 5 GIUGNO TAVOLA ROTONDA

CON AUTORITA’ E MASSIMI ESPERTI NAZIONALI DEL SETTORE

MARCHIELLO: “LA REGIONE CAMPANIA ATTENTA

ALLE PICCOLE IMPRESE E AL COMPARTO BRASSICOLO”

La Regione Campania valorizza e promuove la produzione birraia agricola e artigianale che trova sul suo territorio espressioni di grande qualità e valore, ecco lo spirito di “Campania Beer Expo”, primo Salone regionale della Birra Artigianale promosso dalla Regione Campania in programma il 5 e 6 giugno prossimi presso il prestigioso MANN - Museo Archeologico Nazionale della città di Napoli.

Un evento organizzato su iniziativa dall’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Campania nell’ambito della Legge regionale della Campania 24 giugno 2020 n. 16 che prevede misure a sostegno della agricoltura di qualità e del patrimonio agro-alimentare nel settore della produzione di birra agricola e artigianale.

“La Regione Campania - dichiara l'Assessore alle Attività Produttive della Regione Campania Antonio Marchiello - dimostra con questa iniziativa di essere sempre attenta alla piccola impresa. Il comparto brassicolo, in particolare, è costituito da tante imprenditrici e tanti imprenditori che fanno impresa con passione e coraggio. È nostro obiettivo aiutarli a crescere e a creare occupazione”.

Il “Campania Beer Expo” si inserisce in un momento particolarmente interessante per il settore agroalimentare italiano e regionale. In questo contesto la Campania intende offrire occasioni di visibilità ad un patrimonio di risorse di notevole pregio sotto il profilo agro-alimentare, dotato di grande attrattività per numerose tipologie di target ed in grado di generare, se adeguatamente sviluppato, un significativo impatto sul sistema socioeconomico regionale.

La scelta del MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli è legata alle caratteristiche di questa istituzione culturale, tra le più antiche ed importanti istituzioni culturali al mondo, per ricchezza e unicità del patrimonio e per il suo contributo offerto al panorama culturale europeo. Imponente nell’architettura e nelle collezioni, protagonista della vita culturale in città, è una struttura aperta alla modernità e alle contaminazioni. 

Il "Campania Beer Expo" rappresenta un'occasione unica per scoprire e apprezzare la scena della birra artigianale campana in perfetta sintonia con i dettami della legge regionale che intende promuovere l’attività di identificazione e di valorizzazione della produzione birraia agricola e artigianale della Campania anche attraverso una fiera annuale della birra agricola e artigianale da tenersi, a rotazione, nei diversi territori della regione.

L'evento, alla sua prima edizione, vedrà infatti protagonista una selezione di birrifici regionali, dando ai partecipanti l'opportunità di assaporare una vasta gamma di birre di alta qualità. L’evento è dedicato ai beerlovers e agli operatori specializzati, con banchi d’assaggio, Masterclass e BeerLAB, incontri B2B, un percorso degustazione nel suggestivo Giardino della Vanella del MANN, e la presenza di nomi di primissimo piano nel mondo brassicolo italiano e internazionale.

L'apertura ufficiale si terrà lunedì 5 giugno, giornata dedicata agli operatori, alle ore 15.30 con la tavola rotonda intitolata “Autenticamente campana: la birra artigianale dagli albori alla biodiversità”. Dopo i saluti istituzionali di Maurizio Petracca, Presidente della Commissione Agricoltura della Regione Campania,  di Gennaro Oliviero, Presidente del Consiglio Regionale della Campania, di Nicola Caputo, Assessore all’Agricoltura della Regione Campania, di Antonio Marchiello, Assessore alle Attività Produttive della Giunta Regionale della Campania e di Vincenzo De Luca, Presidente della Giunta Regionale della Campania, ci saranno gli interventi di Alfonso Bonavita, Dirigente della Unità Operativa competente in “Promozione del sistema produttivo campano sui mercati” presso la Direzione Generale per lo Sviluppo Economico della Regione Campania, di Paolo Giulierini, direttore MANN-Museo Archeologico Nazionale di Napoli, di Tommaso Luongo, presidente regionale AIS Campania, di Lorenzo Dabove “Kuaska”, degustatore e giudice internazionale, di Vittorio Ferraris, presidente nazionale Unionbirrai e di Teo Musso, presidente nazionale "Consorzio Birra Italiana", Consorzio di Tutela e Promozione della Birra Artigianale Italiana da Filiera Agricola.

Nel Giardino della Vanella si terrà un percorso degustazione con banchi d'assaggio, dalle ore 15.30 alle ore 21.00, dove i partecipanti potranno scoprire le eccellenze dei birrifici aderenti all'evento.

Nel corso del primo giorno, si terranno anche due Masterclass di grande interesse. La prima, con inizio alle ore 17.30, intitolata "La Campania capitale della pizza e della birra", vedrà gli interventi del rinomato pizzaiolo Giuseppe Pignalosa, di Giuseppe Frulio, Sommelier della Birra AIS Napoli e del giornalista Luciano Pignataro. La seconda Masterclass, con inizio per le ore 19.00, dal titolo "La biodiversità del territorio come ingrediente della birra", sarà tenuta da Alfonso Del Forno, giornalista enogastronomico e referente regionale UBT (Unionbirrai Beer Tasters).

La giornata successiva, martedì 6 giugno, aperta al pubblico e agli operatori, offrirà ulteriori opportunità di esplorare il mondo della birra artigianale. Nel Giardino della Vanella si terrà un percorso degustazione con banchi d'assaggio, dalle ore 17.00 alle ore 22.00. Saranno inoltre organizzati incontri B2B per favorire possibili sinergie tra i produttori e gli operatori del settore. Alle ore 17.00 si terrà il BeerLAB dal titolo "Come comunicare la birra artigianale?", che includerà interventi di chi svolge un ruolo fondamentale nel fornire ai clienti un'esperienza di qualità nel consumo di birra, i publican: parteciperanno Antonio Romanelli di “Hoppy Ending” e Fabrizio Ferretti di “Mosto - Birra&Distillati” con Gabriele Pollio, delegato AIS Napoli. A seguire, con inizio alle ore 18.00, si svolgerà una Masterclass dal titolo "Equilibri di Gusto", con interventi di Gabriele Pollio, delegato AIS Napoli, e Lorenzo Dabove “Kuaska”.

A partire dalle ore 19.00, nel Giardino della Vanella saranno riservati spazi speciali per la Regione Campania e per AIS Campania, dove sarà possibile approfondire le peculiarità del territorio e dell'associazione. La giornata si concluderà con un BeerLAB incentrato sul tema "Birra e turismo: la Campania da scoprire” con inizio alle ore 19.00. Interverrranno Livia Iannotti, referente Filiera Brassicola Coldiretti Campania, Vito Pagnotta, socio fondatore e consigliere del Consorzio Birra Italia, e Carlo Schizzerotto, direttore del Consorzio “Birra Italiana”, Consorzio di Tutela e Promozione della Birra Artigianale Italiana da Filiera Agricola

Ecco i birrifici aderenti all'evento "Campania Beer Expo": 082TRE, Birra Amore, Birra Karma, Birrificio Artigianale Napoletano N'Artigiana, Birrificio Dell'Aspide, Birrificio Sorrento, Birrificio Ventitré, Cifra, Cuoremalto, Kbirr Napoli, Magifra Excellent Craft Italian Beer, Malbrewing, Maestri del Sannio, Microbirrificio artigianale 84030, Microbirrificio Artigianale Okorei, Microbirrificio Artigianale Incanto, Serrocroce - La birra artigianale da filiera agricola, Skapte Handcraft Beer, Parthenya.   

L'evento "Campania Beer Expo" rappresenta un'opportunità unica per immergersi nel mondo della birra artigianale campana e apprezzare la sua diversità e qualità, dedicato a tutti gli amanti della birra e gli operatori del settore per una due giorni indimenticabile dedicata alla birra artigianale campana in un luogo di indiscutibile fascino nel cuore di Napoli.

Tutte le informazioni anche per ticket e prenotazioni su www.campaniabeerexpo.it.


Fabrizio Del Bimbo 

mercoledì 31 maggio 2023

Presentato il libro Barbera 2.0

 Al Monferrato Wine Festival si è tenuta la presentazione del libro Barbera 2.0.



Tra gli appuntamenti, è stato dato spazio anche a scienza e ricerca. Nella giornata di sabato 20 maggio, infatti, si è tenuta la presentazione ufficiale del libro “Barbera 2.0”, manuale la cui creazione è stata coordinata dal Consorzio e che racconta un intero triennio di studi e analisi dei vini Barbera nel territorio della Docg. Un lavoro nato dalla necessità di indagare in modo scientifico il territorio del Monferrato per poter dare un contributo sostenuto e voluto a tutte le aziende dell’area e descrivere come dovrà cambiare l’approccio agronomico negli anni per quanto riguarda la Barbera d’Asti. Un lavoro che è ulteriore segno di unità e di concreta collaborazione tra l’Università di Torino, il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, la Banca di Asti, la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e la Regione Piemonte.


“Rappresentiamo un territorio ricco di risorse che devono essere valorizzate: cultura, tradizioni contadine centenarie, una cucina ricca di prodotti tipici, una realtà enologica sfaccettata ma unita creano l’identità del Monferrato” ha commentato il presidente del Consorzio Filippo Mobrici “Il nostro impegno, la nostra responsabilità è dare voce a tutto questo”.


Nicoletta Curradi 


sabato 27 maggio 2023

Da Vigne Cappato il primo vermentino rifermentato in bottiglia della Gallura



Il panorama enologico sardo, più precisamente gallurese, dà il benvenuto ad un prodotto davvero unico nel suo genere e mai visto prima sul mercato: si tratta di Nibe, il primo Vermentino rifermentato in bottiglia della Gallura, nato dall’innovativo progetto di Vigne Cappato, giovanissima cantina di Berchidda (SS) che insegue l’obiettivo di coniugare il fascino e la storia di questa regione meravigliosa con uno stile moderno - differente e riconoscibile - pensato per sedurre il consumatore internazionale.


Disponibile a partire da marzo 2023, Nibe è un Vermentino frizzante rifermentato in bottiglia non filtrato IGT, con gradazione alcolica 11,5%. Il vino base è frutto di una vendemmia precoce, per garantire uve non eccessivamente zuccherine e ancora ricche di acidità naturale. Al momento della vendemmia di Ghjlà - il Vermentino di Gallura DOCG Superiore prodotto da Vigne Cappato - una parte del mosto, proveniente da uve che hanno perfezionato la maturazione fenolica, dopo la macerazione sulle bucce, viene dedicata alla rifermentazione di Nibe. Dopo l’inoculo di lieviti selezionati reidratati e adattati a lungo, la massa tenuta in agitazione viene imbottigliata e tappata immediatamente con tappo a corona. La rifermentazione viene quindi monitorata in bottiglia e si conclude in circa 15/20 giorni. Il vino riposa successivamente sui lieviti fino a che non viene stappato. Non si tratta dunque di un metodo ancestrale - frutto di una sola fermentazione che inizia nel tino e finisce in bottiglia - ma piuttosto di unmetodo classico senza sboccatura finale. Il controllo del vino base permette una maggiore finezza e pulizia evitando di portare in bottiglia fecce meno nobili.

L’accentuata componente fenolica conferisce personalità e raffinatezza a Nibe, rendendolo davvero unico nel panorama dei pét-nat. Le fecce nobili si depositano sul fondo e rendono il vino più torbido. Il risultato è un Vermentino dall'aroma fresco e floreale, estremamente versatile e naturalmente frizzante: un’assoluta novità nell’offerta vinicola della regione. Commenta il fondatore della cantina Giovanni Cappato: “La peculiarità di questo vino, oltre al metodo, è l’utilizzo del mosto macerato sulle bucce per la rifermentazione. È questo lo strumento enologico adottato per ottenere l’obiettivo di produrre un vino fresco e leggero, moderno e cosmopolita, ma pur sempre fedele all’identità straordinaria delle nostre uve di Gallura. Solo così Nibe riesce ad esprimere pienamente i profumi varietali del Vermentino e tutta la personalità del terroir da cui proviene”.


Nibe in Gallura significa “neve”, ad omaggiare la maestosità e la bellezza - ma anche il ruolo importante che ricopre per il ciclo della vite - di un evento atmosferico con cui l’azienda e in generale la regione nelle sue maggiori altitudini si devono confrontare. Nibe nasce infatti sulle colline alle pendici del Monte Limbara, tra le ultime coltivabili prima del massiccio - dove anche la neve appunto fa spesso capolino -, a pochissima distanza dal mare, su suoli di origine granitica, terreni franco-sabbiosi e molto drenanti, e ad un’altitudine che arriva fino a 360 m s.l.m.. Una posizione particolarmente alta rispetto alla gran parte della produzione DOCG locale e che, grazie alle maggiori escursioni termiche giorno/notte rispetto alle produzioni a quote più basse, contribuisce certamente a conferire particolare freschezza ed eleganza al Vermentino qui coltivato.


Attraverso il suo Vermentino Giovanni Cappato – enologo milanese classe 1973 da sempre affascinato dalla Sardegna e attratto dalle sue potenzialità vitivinicole - mira a rendere la cultura del vino e del territorio della Gallura accessibile a tutti grazie ad un linguaggio moderno che riflette il pensiero cosmopolita del terzo millennio. Ecco allora che anche elementi visivi quali il tappo a corona giallo, l’etichetta bianca e la bottiglia trasparente di Nibe diventano strumenti comunicativi studiati per donareun’immagine più “fresca” di questa regione, un’immagine solida e contemporanea, seppur non dissacrante del passato, in grado di rappresentare la Sardegna “meticcia” di Vigne Cappato. Le lettere scomposte sul fondo dell’etichetta evocano i residui che riposano ma che in qualche modo restano sospesi, per dare vita ad un vino leggero e giovane, dal perlage in costante evoluzione. Un vino giallo paglierino se decantato, opaco se mescolato, capace di trasformare ogni bicchiere in un’esperienza degustativa unica.


Per maggiori informazioni visitare il sito www.vignecappato.it/


Nicoletta Curradi 


martedì 23 maggio 2023

Torna la Enoweek di Moncalieri

 

Da mercoledi 24 a Sabato 27 maggio

Giardino delle Rose - Castello di Moncalieri – Centro di Moncalieri

SABATO 27 “IL SALONE DEI VINI”

AL GIARDINO DELLE ROSE




Una settimana all’insegna della cultura enoica che culmina nell’incontro fra i prodotti tipici di Moncalieri e i vini del salone della EnoWeek, alla scoperta di grandi produttori da tutta Italia nel segno della sostenibilità


 

 Torna per la sua seconda edizione la EnoWeek di Moncalieri, con una settimana all’insegna dell’enogastronomia. Tanti gli appuntamenti tra incontri e talk, fra degustazioni e cene diffuse. Sabato 27 maggio la manifestazione culmina con Il Salone dei vini nel Giardino delle Rose del Castello di Moncalieri, che ospiterà più di 80 aziende provenienti da tutta Italia, in una fotografia del mondo vitivinicolo da nord a sud, per conoscere tutta l'Italia del vino.


 


L’evento, con il sostegno della Città di Moncalieri nell’ambito di “Moncalieri. Ogni passo, una scoperta,” nasce in collaborazione con CITTA DEL GUSTO-GAMBERO ROSSO, GOWINE, FISAR TORINO, ENOTECA REGIONALE DELLA PROVINCIA DEI VINI DI TORINO E WOUSE- SALONE DEL VINO DI TORINO.


 


Il contenitore più vario per la cultura del mangiare e del bere bene e con consapevolezza sul territorio di Torino e del Piemonte, torna da mercoledì 24 a sabato  27  maggio, con la seconda edizione della ENO WEEK a Moncalieri, nell’ambito della rassegna “Ogni passo, una scoperta”. Un viaggio che racconta l’Italia attraverso le sue etichette, partendo dalla nostra regione e dai vini della Torino Doc, passando per i grandi vini veneti e trentini, la classe dei vini toscani, arrivando fino al sapore estivo del Sud Italia.


 


Mercoledì 24 e giovedì 25 anche due appuntamenti alla vineria Il Punto d’Ascolto di Moncalieri, dove, grazie alla collaborazione con WOUSE - Salone del vino di Torino e Le Strade di Torino, alla scoperta dei vitigni autoctoni e dei vini in anfora, giovani e storiche cantine, si dialogherà di sostenibilità attraverso la degustazione di etichette imperdibili. Ogni sera 4 vini accompagneranno il talk, con la possibilità di abbinare 4 tapas selezionate per l’occasione.


 


Venerdì 26 maggio la Notte del Vino inizia alle 18 sulla splendida terrazza di Palazzo Civico con affaccio sulla storica piazza Vittorio Emanuele II, dove il pubblico potrà scoprire, in un banco di assaggio libero, più di 10 cantine selezionate da FISAR TORINO, accompagnate da un piatto aperitivo (COSTO 10 Euro)


 


Si continua con le cene diffuse nella città fra momenti di incontro tra grandi produttori in abbinamento, assoluta novità di quest’anno, con le eccellenze culinarie di Moncalieri. Fra gli appuntamenti :


 


Sensi Bistro incontra Poderi Roset


Al Borgo Antico incontra Casa Baricalino


Vin Bistro incontra Cantina Oreste Buzio


Ristorante Ca Mia incontra i vini di Bolgheri con Provinciale Bolgherese


 


L’evento culmina Sabato 27 Maggio nel Giardino delle Rose all’interno dello splendido Castello di Moncalieri, Residenza Sabauda e patrimonio UNESCO immersi tra i profumi e i colori dei fiori. Dalle 17 alle 23 sarà possibile incontrare produttori da tutta Italia fra eccellenze vitivinicole del territorio piemontese e, grazie alla collaborazione con il Comune di Moncalieri, degustare i prodotti della tradizione della terra moncalierese, in un vero e proprio km 0. Non mancheranno quindi Salame di Trippa di Moncalieri, Trippa, Lardo di Moncalieri, Salsiccia di Moncalieri, Ravanello Tabasso. Maggio è infatti il mese perfetto per assaporare le specialità moncalieresi accompagnate dalle migliori etichette vitivinicole d’Italia nell’Unione fra storia, cultura ed enogastronomia del territorio.


 


La manifestazione vuole trovare nelle pratiche di coltivazione, nell’attenzione all’ambiente, il centro del proprio messaggio, puntando a coinvolgere, come per le edizioni torinesi, anche un pubblico  giovane, appassionato, consapevole e attento. L’evento è organizzato da KLUG APS, Bonobo Events e Orticola Piemonte,  il Comune di Moncalieri. Partner di Torino Wine Week sono la Città del Gusto Torino - Gambero Rosso, Go Wine, Fisar Torino, Wouse-Salone del vino di Torino.


Info: https://www.torinowineweek.it/enoweek2023/


Nicoletta Curradi 


giovedì 4 maggio 2023

Peter in Florence, un gin per ogni stagione

 



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Peter in Florence, il London Dry Gin tutto toscano, distillato sulle colline di Firenze, lancia la Spring Limited Edition: zafferano e camomilla, rigorosamente Made in Tuscany, donano note floreali e un tocco di colore giallo al nuovo nato in quel di Podere Castellare, resort immerso nel verde che ospita la distilleria. La nuova versione è la prima di una serie di quattro edizioni limitate che seguiranno le stagioni attraverso la ricerca di prodotti legati a uno specifico periodo dell’anno.


A partire dai pistilli di zafferano, prodotto simbolo di qualità ed eccellenza, coltivato fin dall’antichità sulle colline fiorentine, apprezzato a livello internazionale come “zima di Firenze”. L’altra botanica protagonista della Spring Limited Edition è la camomilla, che dona al gin forti note floreali che inneggiano al profumo della primavera toscana.


Aromi che si sposano con la stagione più profumata dell’anno e danno il meglio di sé in chiave mixology. Tanto da aver stimolato la creatività dei bartender di casa Peter per alcuni cocktail speciali: Peter Bloom è un mix di Peter in Florence Spring con Campari Bitter, Cinzano bianco, Ancho Reys al peperoncino e aceto di lamponi. Da provare anche il più classico accostamento: Spring Gin&Tonic.


La Spring Limited Edition si aggiunge al più classico London Dry Peter in Florence, dal caratteristico profumo di Iris, i cui petali sono usati in distillazione insieme alla radice e altre 13 botaniche per lo più raccolte nel parco che circonda Podere Castellare, che ospita la microdistilleria di Peter. In fiera ci saranno anche le prime bottiglie del Peter in Florence Cocktail Negroni in formato 50 cl e della versione rafforzata Peter in The Navy (58% vol.) in formato 5cl.


PETER IN FLORENCE è un London Dry Gin realizzato completamente in Toscana grazie all’utilizzo del primo alambicco carterhead presente in Italia, riprodotto fedelmente seguendo il del progetto originale del 1831. Il risultato è un elegante mix di 14 botaniche, con particolare risalto al fiore di Iris, simbolo della città di Firenze fin dal IX secolo da sempre sinonimo di eleganza e purezza, e al ginepro, pianta caratteristica delle colline fiorentine. La microdistilleria si trova all’interno di Podere Castellare, eco resort adagiato sulle colline fiorentine, a Pelago. Gli ingredienti provengono tutti dalla Toscana, dove crescono le migliori materie prime per l’aromatizzazione del gin, fatta eccezione per alcune botaniche non reperibili in Italia.


Fabrizio Del Bimbo 


domenica 23 aprile 2023

Arnaldo Caprai protagonista ad Anteprima Sagrantino



Marco Caprai 


Il Consorzio Tutela Vini Montefalco ha presentato nei giorni scorsi con Anteprima Sagrantino le nuove annate delle denominazioni dei territori di Montefalco e Spoleto, tra cui spicca l'annata 2019 di Montefalco Sagrantino Docg. A Montefalco si è svolta un'edizione ricca di novità, con l'occasione di degustare le nuove annate e le annate in commercio di Montefalco Grechetto DOC, Spoleto DOC Trebbiano Spoletino, Spoleto DOC Trebbiano Spoletino Superiore, Montefalco Rosso DOC, Montefalco Rosso DOC Riserva e Montefalco Sagrantino DOCG.

La valutazione dell'annata 2019 di Montefalco Sagrantino Doc ha raggiunto  95 centesimi.

Tra le numerose cantine afferenti al Consorzio Tutela Vini Montefalco Arnaldo Caprai è una delle più celebri cantine dell’Umbria, un vero e proprio riferimento enologico di Montefalco. Venne fondata nel 1971 da Arnaldo Caprai, un imprenditore tessile di successo con il sogno di cambiare vita e produrre vino, intuendo le grandi potenzialità di un vitigno allora sconosciuto al grande pubblico, il Sagrantino. Sarà il figlio Marco, a partire dal 1988, a coinvolgere grandi personalità e professionisti del settore per valorizzare al meglio questo vitigno autoctono e rendere la cantina Caprai il fiore all’occhiello e protagonista indiscussa della propria terra. La grande annata del 1993 rappresenta l’apice di tutto il lavoro e gli sforzi di Marco, facendolo entrare nella schiera dei più grandi produttori italiani.

Oggi la cantina Arnaldo Caprai e il Sagrantino di Montefalco sono quasi sinonimi. Grazie alla grande popolarità raggiunta in tutto il mondo molti produttori hanno seguito l’esempio di questa importante realtà produttiva e il Sagrantino è entrato a pieno diritto sul podio dei grandi rossi d’Italia. Questa cantina ha dimostrato come un sogno ambizioso potesse trasformarsi, in virtù del profondo legame con la storia e le particolarità del territorio, in bottiglie di alto pregio, che riguardano anche espressioni di Montefalco Rosso e Grechetto.

Tutti i vini Caprai nascono in una moderna e funzionale cantina sotterranea, completamente ristrutturata nel 1997. Sono qui presenti vasche di acciaio per la fermentazione e tante botti di rovere per gli affinamenti: 2.000 barrique francesi provenienti da Allier, Nievre e Vosges e 15 grandi botti di rovere di Slavonia. L’obiettivo di questo lavoro è lo stesso di trent’anni fa: scommettere sulle grande ricchezza della tradizione di Montefalco, recuperandola in chiave moderna. Tecnologia, competenza, sperimentazione e innovazione concorrono insieme alla creazione di rossi potenti, corposi e longevi, dotati di grande personalità. I numerosi riconoscimenti ottenuti rendono questa cantina un vero e proprio simbolo di eccellenza del territorio umbro, un marchio irrinunciabile nella scoperta di un vitigno capace di emozionare come pochi altri, quel Sagrantino portato ad altissimi livelli qualitativi.   

Tra i vini assaggiati in occasione di Anteprima Sagrantino spicca 

Collepiano 2019

Il vino prende il nome dalla zona di produzione delle uve e sta ad indicare la dolce pendenza della collina. Le uve sono state raccolte tra la fine di settembre ed i primi di ottobre; il vino matura 18 mesi in barrique ed affina sei mesi in bottiglia. Di colore rubino cupo ed intenso, profuma di frutta rossa matura, con sentori vegetali, chiodi di garofano e note balsamiche; in bocca è asciutto e sapido con tannino vellutato, fresco e minerale.


I vini di Montefalco vantano una storia molto antica e diverse sono le testimonianze: Plinio il Vecchio nella sua "Naturalis Historiae" cita l'uva Itriola come uva tipica del territorio di Montefalco e alcuni studiosi l'accosterebbero  al Sagrantino attuale. Parte della ricerca ritiene, infatti, che il Sagrantino sia un vitigno di origine locale non presentando alcuna somiglianza con altre varietà, (da Bruni-Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste-"Commissione per lo studio ampelografico dei principali vitigni ad uve da vino coltivati in Italia"). Altri studiosi sostengono, invece, che il Sagrantino sia stato introdotto dalle regioni dell'Asia Minore dai seguacidi San Francesco e il suo nome deriverebbe proprio dall'utilizzo nei riti religiosi monastici (Sacramenti) del vino ottenuto dall'uva Sagrantino.Comunque, già nel 1088 si scrive di terre piantate a vigna nel territorio di Montefalco. Nella chiesa di SanBartolomeo in Montefalco, risalente all'Alto Medioevo, sulla parete esterna dell'abside si ritrovano bassorilievi con tralci di vite e grappoli. Nell' archivio storico di Montefalco numerosi documenti descrivono fin dal 1200 la cura costante che "...ivignaioli riservano al campo piantato a vigna..." e testimoniano come già nella prima metà del 1300 leLeggi Comunali dettavano Normative e Statuti volti a tutelare "vite e vino" della zona di Montefalco. Nel1451, il celebre pittore fiorentino Benozzo Gozzoli, chiamato dai Francescani ad affrescare l'abside della loro chiesa (oggi Museo Civico in Montefalco tra i più importanti del Centro Italia) allude forse al Sagrantino nel dipingere la bottiglia di vino rosso sulla mensa imbandita del Cavaliere da Celano (ciclo della"Storia della vita di San Francesco").Nel Rinascimento il vino di Montefalco è ormai noto e apprezzato come vino di pregio tanto che nel 1565 il provveditore della fortezza di Perugia Cipriano Piccolpasso, nella relazione dello Stato Pontificio destinataal Papa, descrive come "... Montefalco, posto sopra un colle di bellissima veduta, è ornato di belle et bone vigne, coltivati terreni et di gran frutto, fa dilicati vini....".Possiamo affermare con certezza che il Sagrantino abbia almeno più di quattrocento anni.La menzione più antica sulla coltivazione del Sagrantino a Montefalco risale, infatti, al 1549 documentata da un'ordinazione di mosto di Sagrantino dell'ebreo Guglielmo, mercante di Trevi (A. Toaff, Il vino e la carne. Una comunità ebraica nelmedioevo). Un'altra significativa citazione dell'uva Sagrantino è contenuta in un documento manoscritto datato 1598 e conservato presso l'Archivio Notarile di Assisi nel quale il Giurista Bartolomeo Nuti scrive: "Un altro modo di fare il vino rosso è in Foligno. Se metta in una botte, ocarrato sagrantino, o, uva negra sgranata quanto pare un poco acciaccata (Guarino, "Una nota di storia enologica", in Archivi in valle umbra, Giugno 2000, Il, 1). Nel 1622, il Cardinale Boncompagni, Legato di Perugia, aggrava le sanzioni già previste dallo Statuto Comunale, prevedendo persino "... la pena della forcase alcuna persona tagliasse la vite d'uva ..."

Nell' Ottocento il Calindri, nel suo "Saggio geografico, storico, statistico del Territorio Pontificio" cita Montefalco al vertice dello Stato per i suoi vini.Il Sagrantino in particolare risulta descritto dalla Commissione Ampelografica del circondario di Foligno. Nel 1925, alla Mostra enologica dell'Umbria, Montefalco è definito come il centro viticolo più importante della regione: "Montefalco occupa il primo posto nella coltura del vigneto specializzato con un prodotto medioannuo di 65 q di uva per ettaro", a confermadi come il Sagrantino sia un vitigno dalle produzionitendenzialmente modeste. Il 30 ottobre 1979 il Sagrantino ottiene il riconoscimento della DOC e il 5 Novembre 1992 il riconoscimento della DOCG, costituendo una tappa fondamentale per il futuro sviluppo culturale (è stato creato a Montefalco un Centro nazionale di studi sui vini passiti d'Italia) sociale edeconomico del territorio. 

Dopo il riconoscimento della DOCG nel 1992 e la conquista dei 3 Bicchieri della guida del Gambero Rosso del Sagrantino 25 anni Arnaldo Caprai 1996 la denominazione e l’intera zona hanno subito una vera e propria rivoluzione viticola ed enologica. Sono sorti nuovi impianti, sono state messe a punto nuove e più moderne forme di allevamento per la vite e si assiste ad una crescita pressoché continua delle aziende imbottigliatrici, sia di piccole che di medie dimensioni.Quando si dice Sagrantino, si intende oggi per antonomasia il Montefalco Sagrantino DOCG nelle versioni secca e passita e in particolare la versione secca, divenuta famosa nel mondo. Queste, in base al disciplinare di produzione, le sue caratteristiche tecniche: Vitigno: 100% Sagrantino

Versioni: Sagrantino di Montefalco secco e passito

Resa massima di uva: 80 ql/ha Resa massima di uva invino: 65% per il Montefalco Sagrantino secco; 35% per il Montefalco Sagrantino passito Invecchiamento minimo: almeno 33 mesi, a decorrere dal 1° dicembre dell’anno di produzionedelle uve, di cui–per la sola tipologia secco–almeno 12 mesi in botti di rovere di qualsiasi dimensione 

Gradazione alcolica minima:13,00% vol. (13,50% vol. nel caso della tipologia con la menzione“vigna”) per il Montefalco Sagrantino secco; 18,00% vol. per il Montefalco Sagrantino passito.

Acidità totale minima: 4,5 g/litro.Estratto secco minimo: 26,0 g/litro per il Montefalco Sagrantino secco e 35,0% g/litro per ilMontefalco Sagrantino passito.

Caratteristiche Alla vista il Sagrantino è di colore rubino intenso, talvolta con riflessi violacei e tendenti al granato con l’invecchiamento. Il profilo olfattivo si caratterizza per le note fruttate della mora di rovo,della prugna, dell’amarena e del mirtillo, mentre l’aroma floreale più classico è la violetta. L’affinamento di almeno 12 mesi in botte regala sentori di vaniglia, liquirizia, tabacco, chiodi di garofano, cannella, cuoio,caffè, cacao, ma si riscontrano anche tratti balsamici come il mentolo e l’eucalipto.Temperatura di servizio| 18 °C 

Abbinamenti La versione secca è ottima con piatti a base di carni bianche o rosse, ma anche grigliate, cacciagione e formaggi stagionati, mentre il Passito è perfetto a fine pasto e con dolci tipici della tradizionequali la rocciata, le crostate con confetture di more o amarene, il torciglione o torcolo, dolci a base di cioccolato e dolci secchi in genere.

La zona di produzione del Sagrantino, delimitata ufficialmente nel 1979 con il riconoscimento della DOC, è rimasta invariata e interessa l’intero territorio di Montefalco e parte dei territori comunali di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell’Umbria.Si tratta di un’area collinare limitata, poco distante da Assisi, Foligno, Todi e Spoleto, in cui il dislivello altimetrico è molto contenuto, comprendendo quote tra i 220 e i 400 m s.l.m .Nella Carta dei Vigneti di Montefalco recentemente realizzata, il territorio si presenta uniforme solo in apparenza. Sono soprattutto le diverse esposizioni e pendenze delle vigne a determinare una gamma di microclimi e di condizioni di coltivazione che, cominciando a delinearsi con chiarezza, saranno utili in futuro per la crescita complessiva della denominazione di origine.

I suoli del territorio di produzione del Montefalco Sagrantino sono inquadrabili all’interno del sistema di depositi del ramo sud-orientale del bacino del Tevere che occupa la Valle Spoletana, detta oggi anche Valle Umbra (Valli del Topino e del Maroggia). Tutta l’area della denominazione è caratterizzata da depositi molto eterogenei, risalenti al Pleistocene, dove si alternano ghiaie ciottolose e sabbiose, sabbie monogranulari e limi argillosi, a volte aggregati in corpi lenticolari (Chiarini et al., 2005). In generale,quindi, la zona di produzione del Sagrantino si caratterizza per la presenza di terreni di chiara matrice argillosa con dotazione di scheletro tendenzialmente contenuta. Dal punto di vista topografico si osserva la presenza di colline generalmente con pendi dolci e dislivelli altimetrici tra i 220e i 400 m slm. 

Il clima della zona di produzione del Sagrantino presenta caratteri sostanzialmente mediterranei, con estati calde ma non afose e inverni abbastanza freddi e discretamente piovosi. Le temperature medie estive sono di22-23 °C, mentre le medie invernali sono di 4-6 °C. Le precipitazioni annue medie sono comprese fra 800 e1100 mm, con minimo estivo e massimo autunnale; le nevicate sono relativamente rare e per lo più scarse.

Info: www.arnaldocaprai.it

Nicoletta Curradi