sabato 22 novembre 2014

Agriturismo un'eccellenza toscana





Il settore agrituristico è un'eccellenza nella Toscana. Con il segno più davanti a molte cifre dimostra di godere di buona salute, nonostante i venti di crisi e una burocrazia asfissiante che costa soldi e tempo.
Se ne è parlato al convegno “Agriturismo, eccellenza toscana: passato, presente e futuro”, ospitato presso la Fattoria di Maiano a Fiesole (Firenze). A cura di Agriturist Toscana che quest’anno celebra i 50 anni di vita.

Un incontro in cui sono state approfondite alcune fondamentali tematiche che riguardano il turismo in campagna che si pone ormai come uno dei settori trainanti dell’economia toscana e italiana. Un momento di riflessione per fare il punto della situazione, ma anche per individuare idee, progetti e spunti per lo sviluppo del settore agrituristico, tra dati, cose fatte, cose da fare, aspettative, problematiche e uno sguardo al futuro, compresa l’Expo 2015 che è ormai prossima.

Dal 2010 al 2013 c’è stato un incremento delle aziende agrituristiche del 9,6 %, mentre i posti letto sono aumentati del 17,1 %. Gli arrivi del 15 % e i pernottamenti del 12. Oltre 665.000 (solo nel 2013) sono stati gli arrivi negli agriturismi. La Toscana, subito dopo il Trentino, rappresenta il 24 % della fetta italiana riferita all’attività agrituristica. Sono solo alcuni dei dati snocciolati durante l’incontro, tra l’altro assai gremito, che ha visto presenze d’eccezione al tavolo dei relatori, coordinato dal giornalista Maurizio Bologni.

L’apertura dei lavori è spettata a Laura Cresti, Presidente Agriturist Toscana. «È un momento difficile – spiega - per il paese e la gente taglia le vacanze, ma l’agriturismo resta sempre un buon motivo per prendersi una pausa dal lavoro. La nostra è una filosofia di vacanza, dove le persone vogliono il contatto con la gente della fattoria, con i luoghi e con i cibi. Ho incontrato Agriturist nel ’92 e con l’associazione ho imparato a fare agriturismo. Adesso abbiamo un nuovo sito internet regionale dove ci sono tutte le strutture in cui si possono vivere certe emozioni. Ci tengo a sottolinearlo, la parola “agriturismo” nasce da Agriturist e cerchiamo sempre di essere ascoltati dalle istituzioni».

Presente, infatti, Gianni Salvadori, Assessore all'Agricoltura della Regione Toscana che ha parlato di “Passato, presente e futuro della normativa agrituristica nella Regione Toscana”, descrivendo cosa l’istituzione fa per mantenere e rassicurare all’agriturismo toscano l’attuale eccellenza.  «L’agriturismo toscano – ha sottolineato - ha recuperato una propria autorevolezza ad essere presente nello sviluppo del tessuto toscano, sotto l’aspetto economico, sociale e civile». Nel suo ampio ed esauriente intervento, l’Assessore Salvadori ha toccato più temi. Non ultimo quello del PIT (Piano di Indirizzo Territoriale) affermando che «non si può dire agli agricoltori cosa si deve coltivare nella propria terra». La Regione, ha spiegato Salvadori, dopo aver incontrato le associazioni di categoria, ha regolarizzato e messo in evidenza l’attività didattica che si fa nelle fattorie, nel pieno rispetto delle leggi e di chi lo fa e non è agricoltore. Ha toccato la questione piscine, per la quale si augura uno sbocco positivo, chiedendo al mondo agricolo di sostenere le iniziative legislative in favore della risoluzione delle questioni. Non ha tralasciato il nodo ristorazione sostenendo: «la legge è chiara, ma la realtà no. Con buon senso si deve affrontare la questione, altrimenti non se ne esce».

La conclusione dei lavori è toccata al padrone di casa, ovvero al Conte Francesco Miari Fulcis, Presidente Confagricoltura Toscana che non ha mancato di mettere il dito nella piaga. «Basta con adempimenti e burocrazia – ha sottolineato. Non si hanno più soldi e tempo per la promozione delle nostre aziende». In riferimento al Pit sostiene che non è disponibile a fare il giardiniere del proprio territorio che tutti i giorni vediamo in giro per il mondo. Ha posto la questione con una domanda: «Se quando Ricasoli ha cambiato l’assetto delle vigne in Toscana, o quando sono partiti gli agriturismi, ci fossero stati i regolamenti e le leggi di adesso (vedi Pit) si sarebbe arrivati a quello che si ha oggi?». «Agriturist – ha aggiunto – è una pietra miliare nell’attività agricola. I prodotti non servono per sfamare, ma per ricordare certi luoghi o rallegrare la vita e la polifunzionalità delle fattorie passa proprio dall’attività agrituristica».

Ill convegno si è concluso con la consegna di una targa al merito a Roberto Guicciardini Corsi Salviati, uno dei padri fondatori di Agriturist.

«Attualmente Agriturist associa circa 2.000 aziende agricole a livello nazionale (400 in Toscana) che svolgono attività agrituristica - aggiunge Fabiola Materozzi, responsabile coordinamento regionale, assistendole sotto il profilo normativo, organizzativo e promozionale. Un sistema informativo "on-line" fornisce notizie ed aggiornamenti sui principali aspetti della gestione agrituristica. Insieme a Confagricoltura, di cui è partner privilegiato. Mentre la crisi continua gli operatori agrituristici Agriturist Toscana continuano ad investire per mantenere le l'attività in essere e molto anche con nuovi strumenti di promozione e comunicazione in vista di Expo 2015».

Del Bimbo Fabrizio

giovedì 9 ottobre 2014

A Belgrado inizia la prima tappa del road show internazionale del Chianti.

 
Il Consorzio Vino Chianti inizia il suo road show internazionale: a Belgrado, per una 2 giorni di workshop, un’esperienza sicuramente interessante per conoscere più da vicino il mercato del settore agroalimentare di un Paese come la Serbia, che sta dimostrando sempre di più di avere grandi potenzialità di crescita.
Le attività, previste presso l’Hotel Crowne Plaza, avranno inizio venerdì 10 ottobre con la conferenza stampa d’apertura e proseguiranno con incontri B2B. Il giorno successivo, l’11 ottobre, sono previsti incontri con produttori serbi e autorità del settore; a seguire la degustazione di vini aperta al pubblico, prevista dalle 14 alle 20, con ampia scelta di etichette offerte dal Consorzio per degustare un buon calice di Chianti.
Qui, la tradizione gastronomica e di abbinamento ha forti affinità con quella italiana e il Chianti è senza alcun dubbio il vino italiano più noto nel paese. Sul piano commerciale, la trasferta serba ha grandi punti di interesse nella possibilità di intercettare un segmento di mercato che si estende anche agli operatori provenienti da Paesi limitrofi come la Russia, con la quale la Serbia ha speciali agevolazioni e particolari condizioni di esportazione.
Del Bimbo Fabrizio

mercoledì 8 ottobre 2014

A Palazzo Borghese a Firenze la Giornata Champagne 2014

Il 7 ottobre scorso a Firenze, presso il prestigioso Palazzo Borghese, si è svolta la Giornata 2014 Champagne. Palazzo Borghese è uno degli edifici più belli e imponenti del capoluogo toscano, a due passi da Piazza Duomo e da Piazza della Signoria. Il piano nobile del Palazzo, di circa 700 metri quadrati, ha ospitato la Giornata Champagne nella Galleria Monumentale e nella Sala degli Specchi. Organizzata ogni anno dal Bureau du Champagne in Italia (emanazione del Comité Champagne – CIVC), la Giornata Italiana dello Champagne è l’evento annuale a cui presenzia un numero selezionato di marche, che presentano le loro cuvée a ristoratori, albergatori, sommelier professionisti, enotecari, giornalisti e personalità. Con 38 marchi oltre 100 cuvée, l'edizione 2014 della Giornata Champagneha registrato un grande successo. Secondo gli ultimi dati disponibili nel primo semestre 2014 le spedizioni di Champagne hanno registrato un incremento pari all1,4 % rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Anche nell'Unione Europea l'export è cresciuto nel primo semestre 2014 dell' 8,3% rispetto al 2013 Sono dati incoraggianti che sottolineano l'attenzione e l'apprezzamento dei consumatori nei confronti della pregiata bevanda francese. La Giornata 2014 festeggia anche la decisione della Francia di proporre ufficialemente la candidatura di "Coteaux, Maison e cantine della Champagne" al Patrimonio Mondiale dell'Umanità Unesco: il pronunciamento è atteso per l'estate 2015. Da sottolineare anche il fatto che l'Italia è il settimo mercato in termini di volumi, con l'importazione di 5,3 milioni di bottoglie. Vediamo alcune delle etichette che hanno presenziato alla Giornata fiorentina: Paul Bara ha presentato il Brut Réserve, emblema della Casa, assemblaggio equilibrato di due vitigni Chardonay e Pinot Nero, e il Grand Rosé de Bouzy, dal bouquet fruttato, detto lo "Champagne delle dame". Charles Heidsieck ha fatto assaggiare il suo Brut Réserve che presenta 1/3 di Chardonnay, 1/3 di Pinot Nero e 1/3 di Pinot Meunier. Ne risulta un assemblaggio di circa 60 cru differenti. Bonnaire era presente con numerose etichette come Tradition, Grand Crum Extra Brut. La Cuvée Royale Brut di Joseph Perrier è il frutto di un assemblaggio tradizionale di uve a bacca bianca (35% Chardonnay) e bacca rossa (35% Pinot nero e 30% Pinot Meunier) provenienti da 20 diversi cru. Invecchia 3 anni in cantina e si cotraddistingue per struttura delicatamente dorata e perlage finissimo. Si avverotno profumi di agrumi, cui seguono fragranze di mela renetta e pesca. Il sapore è rotondo con finale fresco ed elegante Henriot era presente con Brut Souverain dal sapore ampio e gustoso, Blanc de Blancs ha caratteristica vivace e sottile Info: Bureau du Champagne in Italia tel 02/43995767 Nicoletta Curradi

giovedì 2 ottobre 2014

Tagliavanti, dalle colline delle Murge un ottimo vino

Tagliavanti è il nome della contrada, della casa, della storia della azienda agricola Melillo.  Terra fertile e ospitale, che ha accolto questi viticoltori salentini con grande generosità ed alla quale essi hanno voluto dedicare questo vino ottenuto da pregiate uve Malvasia Bianca e Chardonnay, coltivate da sempre in questi luoghi.

SCHEDA TECNICA

Classificazione
Indicazione Geografica Tipica Salento Bianco
Uve
Malvasia bianca e Chardonnay
Vendemmia
Raccolta a mano con trasporto rapido in cantina
Zona di Produzione
Collina di Brindisi
Allevamento Viti
Contro spalliera
Resa in Uva per Ettaro
80/100 quintali
Età media dei Vigneti
15 anni
Periodo di Vendemmia
Prima decade di settembre
Affinamento
In acciaio inox e in bottiglia
Vinificazione
Vinificazione in bianco delle uve selezionate in vigneto con attenta gestione della temperatura di fermentazione e affinamento
Alcool
12% Vol
Colore
Giallo paglierino con riflessi verdolini
Profumo
Fruttato e complesso, tipico dei vitigni da cui è ottenuto
Gusto
Fresco, equilibrato e armonico
Abbinamento gastronomico
Antipasti, risotti a base di pesce, formaggi delicati
Temperatura di servizio
8-10°C
Bottiglia
Bordolese Standard da 0.75 l
Bicchiere consigliato

Potenziale longevità
 Godibile per 2-3 anni dalla vinificazione

Nicoletta Curradi

martedì 16 settembre 2014

Con il vino Pagadebit tutti i debiti ...si onorano

Se avete l'opportunità di trascorrere qualche giorno in Romagna, vi consigliamo di assaggiare il Pagadebit, un vino leggero e adatto ad aperitivi ed antipasti leggeri. Il vino "Pagadebit di Romagna" deve essere ottenuto per almeno l'85% dalle uve del vitigno Bombino b. Possono inoltre concorrere le uve di altri vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione per la regione Emilia-Romagna, fino ad un massimo del 15%. Per i nuovi impianti la densità minima di piante non dovrà essere inferiore a 2.500 ceppi per ettaro. Resa uva per ettaro: massimo 14 t. Resa uva/vino finito: non superiore al 70% Titolo alcolometrico volumico naturale minimo: 10,50% (11,50% per la denominazione “Bertinoro”) Vediamo di descrivere un po' più nel dettaglio questo vino romagnolo: Il Pagadebit si ottiene, come abbiamo già detto, dall’uva Bombino Bianco vinificata in purezza oppure con l’aggiunta di altri vitigni fino a un massimo del 15%. L’area di produzione è compresa nella fascia collinare del ravennate, del forlivese-cesenate e del riminese, in particolare nei comuni di Bertinoro e Castrocaro Terme. Questo vino è caratterizzato da un color giallo paglierino con sfumature tendenti al verde e da un profumo floreale in cui si riconosce con chiarezza il biancospino. Il sapore è asciutto, armonico, molto gradevole e delicato, con note di erbaceo e di floreale. Viene prodotto nelle tipologie secco e amabile, sia come vino fermo sia come vino frizzante. Perché si chiama così: il nome di questo vino deriva dalla produttività e resistenza del Bombino Bianco, che consentivano ai contadini di pagare i propri debiti anche nelle annate peggiori. Alla metà degli anni ’60, questo vitigno era prossimo alla scomparsa, essendone rimasto un unico filare nei dintorni di Trentola, sulle pendici del colle di Bertinoro. Da allora, grazie ad una tecnica enologica capace di valorizzarlo e all’impegno di alcuni vignaioli il Pagadebit ha ritrovato il suo posto nell’enologia romagnola, ottenendo nel 1988 con la certificazione DOC. Oggi il Pagadebit non ha più la storica funzione di “pagare i debiti”, ma si rivela un vino adatto ad ogni occasione e all’abbinamento con numerosi piatti e ricette. Antipasto con piadina e salumi Frittate con verdure Minestre in brodo Crostacei Il Pagadebit secco è un abbinamento leggero e piacevole per tutte queste pietanze. Il suo basso titolo alcolometrico (minimo 10,5% di alcol) e la sua freschezza, da esaltare mantenendo la temperatura di servizio intorno ai 10°C, lo rendono l’accompagnamento ideale per un pranzo sulla spiaggia che si potrebbe concludere in dolcezza con un dessert al cucchiaio e un calice di Pagadebit amabile. Nicoletta Curradi Nella foto una etichetta di Pagadebit dell'azienda Braschi

giovedì 4 settembre 2014

1° Edizione della Gran Fondo del Chianti Classico Gallo Nero


Questo appuntamento richiede soprattutto talento, passione, spirito di sacrificio. Una combinazione perfetta a garanzia di successo in campo sportivo e anche alla base della creazione di ogni grande vino. Se poi lo sport è il ciclismo e il vino uno dei più importanti e autentici marchi dell’enologia mondiale, la comunanza di valori e di strumenti per metterli in pratica diventa ancora più permeante.
Spinto da questa premessa il Consorzio Vino Chianti Classico da il via alla prima edizione della “Gran Fondo del Gallo Nero” il prossimo 21 settembre con partenza dalla House of Chianti Classico di Radda in Chianti, prima dimora dell’eccellenza enoculturale del Consorzio Vino Chianti Classico ed esperienza unica nel suo genere, nata dopo un lungo e sapiente restauro dell’antico Convento di Santa Maria al Prato che è tornato proprio in questa stagione a vivere nella poliedrica veste di “casa del Gallo Nero”.
Cicloturisti, amatori e professionisti stanno già aderendo a un’iniziativa che prevede due diversi percorsi: uno lungo di 135 km e uno medio di 79 km, entrambi ovviamente immersi nella cornice unica del territorio di produzione del Gallo Nero, meta ogni anno di migliaia di cicloturisti provenienti da tutto il mondo che in questo caso potranno cimentarsi in una gara al fianco dei loro colleghi locali e internazionali.
La Gran Fondo offrirà anche l’occasione per testare un’inedita scalata, quella del Passo del Morellino, che da Radda sale verso un panorama unico contornato da vigne e olivi per poi addentrarsi in una serie di rampe in mezzo al bosco che precedono l’arrivo al Valico del Morellino a 750 mt slm, per una lunghezza totale di circa 7.5 km con pendenze che toccano il 17%. Seppur conosciuta dagli appassionati locali la “Scalata del Morellino” debutta con la Gran Fondo in una gara ufficiale con tutta la sua bellezza paesaggistica e difficoltà agonistica che richiede un alto spessore tecnico per affrontarla al meglio.
Per questo ci saranno due rilevazioni a inizio e fine tratto, per poi premiare il miglior scalatore della Gran Fondo che avrà un riconoscimento dedicato nell’ambito delle premiazioni che si svolgeranno alla House of Chianti Classico a fine gara.
Di particolare effetto anche il colpo d’occhio che offriranno gli sportivi il prossimo 21 settembre, grazie a una maglia unica prevista dall’organizzazione che vestirà tutti i partecipanti, realizzata appositamente per la Gran Fondo dalla Chianti Classico Company, società partecipata al 100% del Consorzio Vino Chianti Classico nata per coordinare i progetti speciali del Gallo Nero, guidata dal giovane Presidente Michele Zonin.
Assolutamente in tema anche i premi previsti: I più abuili delle diverse categorie potranno portare a casa alcune tra le migliori etichette del mondo, fornite per l’occasione direttamente dai Produttori del Gallo Nero
Info e iscrizioni su granfondodelgallonero.it
Del Bimbo Fabrizio

giovedì 7 agosto 2014

Il 10 agosto a Castiglione d'Orcia, con un calice di vino e il naso all'insù



10 Agosto 2014 – Calici di stelle, grande festa “nel blu dipinto di blu” del centro storico di Castiglione d’Orcia: tasting di grandi DOC Orcia, degustazioni guidate ONAV, assaggi di carni di qualità con Slow Food e visite alla Sala d’Arte accompagnate da ottimi vini e  pasticcini appena sfornati.
 
Sarà la parola “degustazione” il fil rouge che accompagnerà l’evento Calici di Stelle 2014, organizzato dal Comune di Castiglione d’Orcia in collaborazione con il Consorzio  e la Strada del Vino Orcia .
Dalle ore 18:00 fino a tarda notte, il centro storico dell’antico castello della famiglia Aldobrandeschi si animerà di grandi degustazioni con inizio nei banchi di assaggio dei vini DOC Orcia. <> spiega il Presidente del Consorzio Vino Orcia, Donatella Cinelli Colombini.  Ecco le cantine partecipanti: Marco Capitoni, Il Pero, Az. Agr. Trequanda, Val d’Orcia Terre Senesi, OLIVI – Le Buche, Poggio al Vento, Bagnaia, Donatella Cinelli Colombini,  Campotondo,  Sasso di Sole e  La Canonica.
Da non perdere l’iniziativa “Arte, vino e dolcezze” promossa da Fondazione Musei Senesi tramite i Museum Angels; le prelibatezze della Pasticceria Scheggi e i vini Orcia, nella Sala d’Arte San Giovanni, accompagneranno la visita alle splendide opere di Simone Martini, Pietro Lorenzetti e Vecchietta, il pittore che nacque a Castiglione nel 1412.
Per i veri wine lovers, alle ore 19:00 inizierà la degustazione guidata organizzata da ONAV Siena che ha selezionato alcune etichette di Orcia da proporre ad un pubblico di veri intenditori. Le prenotazioni saranno raccolte alla cassa, dove un assaggiatore ONAV illustrerà l’iniziativa.
Non solo bere, ma anche mangiare! Nella caratteristica cornice dell’antica Macelleria del Corso, che ha mantenuto ancora intatti tutti i vecchi arredi, dalle ore 21:00 aprirà i battenti Slow Food con appetitosi assaggi di carni Chianine al prezzo di € 3,00.
<< Come amministrazione,  il nostro impegno nell'organizzazione dell'evento è forte>> spiega Alice Rossi, Assessore al Comune di Castiglione d’Orcia; << Crediamo fortemente in un rilancio del paese seguendo la scia del turismo enogastronomico ed in particolar modo la giovane denominazione DOC Orcia>>.
I vini Orcia quindi saranno i grandi protagonisti di questo appuntamento, ricco di animazioni come le lezioni di tiro con l’arco dell’ associazione Folgori di Tinia, i mercatini di prodotti locali, il braciere di carni del territorio, lo spettacolo della scuola di canto di Barbara Benini, i Maggiaioli itineranti e per i più piccoli, tanti giochi e divertimento con Paco Paquito e Celestina di Circusbandando.
E prima di andare a dormire…bomboloni caldi per tutti!
 
Castiglione d’Orcia – cenni storici
Nel 714 Castiglione d’Orcia era un castello della nobile famiglia senese degli Aldobrandeschi. Per un breve periodo fu uno stato indipendente per poi, nel Trecento, essere incluso fra i possedimenti di Siena. La sua posizione alta sulla Val d‘Orcia ne fece una sorta di sentinella sulla via Cassia e poi sulla Francigena. Una sorte che, soprattutto per Rocca di Tentennano, sul lato opposto e più alto dello sperone roccioso, determinò assedi e contese per impossessarsi di questa roccaforte strategica.   Molto belle la Chiesa di Santa Maria Maddalena e la Pieve dei Santi Stefano e Degna i cui principali dipinti sono ora esposti nella Sala d’arte nel centro di Castiglione. Nel comprensorio comunale vanno inoltre ricordati il castello della Ripa, il campanile di Campiglia e gli enormi pozzi di cui, quello di Rocca d’Orcia, è il più grande della Provincia di Siena. Rocca di Tentennano ospitò Santa Caterina da Siena che proprio li, nel 1367, imparò a scrivere.  La zona è ricca di sorgenti la più importante delle quali è Vivo d’Orcia che per decenni ha dissetato la città di Siena.
Nella prima metà del Novecento, Castiglione d’Orcia ha raggiunto una popolazione di circa 5.000 abitanti che si è attualmente dimezzata. Le attività prevalenti sono l’agricoltura e il turismo con particolare riferimento al turismo termale le cui antiche acque calde formano il meraviglioso fosso bianco di Bagni San Filippo.
 
Consorzio del Vino Orcia e vini Orcia DOC

 La denominazione Orcia è nata il 14 febbraio 2000 e comprende le varietà  Orcia  ottenuto da uve rosse con almeno il 60% di Sangiovese e Orcia “Sangiovese” con almeno il 90% di questo vitigno, entrambe anche nella tipologia “Riserva”. La denominazione Orcia comprende le tipologie Bianco, Rosato e  Vin Santo.
I vini nascono in una quarantina di cantine e manifestano l’impegno e la passione dei produttori che nella stragrande maggioranza fanno tutto direttamente: dalla vigna alla vendita delle bottiglie. In un’epoca di globalizzazione, il vino Orcia è  ancora un prodotto familiare, fatto da chi vive in mezzo alle vigne, nel rispetto della natura e con ottime competenze di enologia e viticultura.
Il vino Orcia è prodotto in uno dei comprensori agricoli più belli del mondo e in parte iscritto nel patrimonio dell’Umanità Unesco.  13 comuni: Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Giovanni d’Asso, San Quirico d’Orcia, Trequanda e parte di Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena.

Per informazioni:
Consorzio Vino Orcia
Segreteria: 0577 887471 – info@consorziovinoorcia.it
Comune di Castiglione d’Orcia
Assessore Alice Rossi: 3932928956 – alixerossi80@gmail.com

Nicoletta Curradi