venerdì 22 febbraio 2013

Il Brunello di Montalcino è sempre più internazionale

Il 2008 si conferma una grande annata come annunciato dalle 4 stelle di cinque anni fa. Il Presidente Bindocci: “Vendiamo in tutto il mondo perché il Brunello è un vino unico, immediatamente riconoscibile” In controtendenza rispetto agli altri mercati, il grande rosso toscano non conosce crisi e l’export fa da traino all’economia del territorio. Gli USA sempre in testa nella lista dei paesi esteri per le esportazioni, dove in 5 anni è raddoppiato il numero di bottiglie vendute. È un vino che non conosce crisi, soprattutto all’estero, quello che viene presentato a partire da oggi a Benvenuto Brunello, la manifestazione che ogni anno riunisce nel Chiostro del Museo di Montalcino i produttori che presentano le annate appena lanciate sul mercato (Brunello 2008, Riserva 2007, Rosso 2011, Moscadello e Sant’Antimo) e quella appena vendemmiata (2012), cui domani saranno conferite le stelle che ne rappresentano la qualità. La vendemmia del 2008 si era svolta in condizioni ottimali e i vini presentavano una buona acidità, con strutture morbide e tannini non troppo aggressivi. «Il risultato – ha dichiarato il Presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci – sono vini affascinanti per la loro intensità aromatica e per le caratteristiche di morbidezza. Un Brunello equilibrato e piacevole, godibile da subito e che merita appieno le quattro stelle che avevamo conferito cinque anni fa». «Per quanto riguarda la vendemmia 2012 – prosegue Bindocci - la forza del territorio, l’esperienza e la capacità dei produttori hanno saputo trasformare un periodo potenzialmente critico e difficile in un anno che riteniamo potrà dare grandi soddisfazioni a livello nazionale ed internazionale». Anche il Rosso 2011, presentato in questa edizione di Benvenuto Brunello, ha caratteristiche che si esprimono con grande struttura, con frutti intensi e molto caldi e piacevoli. «I produttori del Consorzio si stanno impegnando sempre più nella produzione di questo vino, che sta conquistando una propria identità, per proporsi quale valido prodotto in una fascia di mercato dove è importante il rapporto qualità/prezzo» ha spiegato il Presidente Bindocci. Per quanto riguarda la produzione, i numeri di Brunello e Rosso sono stabili rispetto al 2011, con rispettivamente 9.200.000 e 4.500.000 bottiglie prodotte. Leggeri aumenti per il Moscadello (40.000 bottiglie nel 2012 contro le 30.000 del 2011) e per il Sant’Antimo (360.000 nel 2012 contro le 340.000 del 2011). Ottima anche la tendenza sul mercato estero: a partire dal 2007, quando era al 60%, la quota di export è progressivamente aumentata, attestandosi oggi al 65% del totale prodotto. Tale aumento è particolarmente significativo se analizzato in termini assoluti: nel 2007 le bottiglie di Brunello prodotte erano circa 6.000.000, con un export di 3.600.000 bottiglie, mentre oggi l’export riguarda circa 5.800.000 bottiglie (65% delle 9 milioni prodotte). In soli 5 anni quindi l’esportazione è aumentata di oltre 2 milioni di bottiglie. Gli USA continuano ad essere un punto di riferimento e il primo mercato straniero, rappresentando il 25% del totale prodotto e quindi raddoppiando quasi le vendite rispetto a 5 anni fa. All’incirca sono quindi 2.250.000 le bottiglie che nel 2012 hanno lasciato Montalcino alla volta degli Stati Uniti. Questo mercato è dotato ancora di grandi potenzialità visto che il consumo procapite è appena di 10 litri all’anno (si consideri che in Italia la media nel 2011 era di 37,9 litri procapite). Stando alle ultime stime di Vinexpo e Iswr (International Wine & Spirits Reasearch), da qui al 2016 il mercato USA registrerà un aumento dei consumi (+12,6%), arrivando ad oltre 3.360 miliardi di litri. Sempre secondo la ricerca, nei prossimi anni cresceranno del 30% le vendite dei vini di alta fascia (quelli cioè sopra i 10 dollari a bottiglia). In leggera crescita la quota di vino acquistato direttamente in azienda o consumato nei locali di Montalcino, oppure comprato nelle enoteche di Montalcino. Tale quota si attesta intorno al 18%. Significativi anche i dati sul giro d’affari delle aziende produttrici, in aumento rispetto al 2011: 167.000.000 euro nel 2012 contro i 163.000.000 del 2011. Anche le altre realità del settore enoturistico a Montalcino (ristoranti, alberghi, enoteche, ecc.) hanno chiuso il 2012 con il segno positivo: 29.700.000 euro contro i 27.500.000 dell’anno scorso (+ 8%). «Per i produttori del Brunello – conclude Fabrizio Bindocci - l’essere vincenti sui mercati internazionali è legato principalmente a 2 motivi: investire nei mercati ad alto potenziale di spesa e proporre un prodotto riconoscibile, sia per l’alto valore qualitativo sia per l’unicità dell’offerta». Ma non è soltanto il Brunello ad andare all’estero: dopo il “boom” degli anni ’80, che ha portato a Montalcino investitori d’oltre oceano come i fratelli John ed Harry Mariani e la creazione di Castello Banfi, gli ultimi anni hanno conosciuto un nuovo impulso all’“importazione” di capitali provenienti dall’estero. Casi ne sono quelli della tenuta Argiano, acquistata solo poche settimane fa da investitori brasiliani, o di Richard Parsons, ex presidente di Citi e Time Warner, oggi nel collegio della commissione bipartisan sui dibattiti presidenziali USA, che nel 2000 ha acquistato la tenuta “Il Palazzone”, o ancora quello dell’industriale svizzero Ernesto Bertarelli, vincitore della Coppa America nel 2003 e nel 2007 con il veliero Alinghi, che ha comprato nel 2011 la tenuta Poggio di Sotto. Oltre che per gli stranieri, Montalcino è un’attrazione anche per grandi investitori italiani: ne è un esempio quello di Riccardo Illy, ex governatore del Friuli Venezia Giulia nonché presidente del Gruppo Illy, che nel 2008 ha rilevato l’Azienda Mastrojanni. Quello che apre oggi a Montalcino è quindi un Benvenuto Brunello in perfetta forma, che punta sui mercati esteri per affermare il proprio successo ed esportare la qualità del Made in Italy in tutto il mondo. Il programma della giornata di oggi vede l’inizio delle degustazioni delle 3 annate del Brunello 2008, Riserva 2007 e Rosso 2011 alle ore 9.30 presso il Chiostro del Museo. Per domani, oltre alle degustazioni, l’appuntamento è alle 11 presso il Teatro degli Astrusi per l’assegnazione delle stelle alla vendemmia 2012, la posa della piastrella celebrativa dell’annata 2012, apposta come da tradizione sul muro esterno del Palazzo Pubblico di Montalcino, e l’assegnazione dei premi Brunello Leccio d’Oro 2013, consegnati come ogni anno dal Consorzio a quei locali, in Italia e all’estero, che hanno la Carta dei Vini con una gamma ampia e rappresentativa di vino Brunello e degli altri vini di Montalcino. Nicoletta Curradi

Monteregio, un'eccellenza toscana

Da terreni argillosi, ricchi di scheletro, tendenzialmente alcalini e da vitigni Sangiovese 90% 10 % Cabernet Sauvignon proviene il vino rosso Monteregio.. Esso viene vinificato in vasche di cemento vetrificate con due rimontaggi al giorno per un periodo di macerazione di diciotto giorni e po messo per 12 mesi in barriques di secondo passaggio. Dal colore rosso rubino intenso, dal bouquet fruttato con note speziate ha un gusto morbido, elegante e molto persistente. Il Monteregio di Massa Marittima ed i suoi vini nascono nell' ambiente collinare e pedecollinare della Maremma grossetana che fa da sfondo ai favolosi borghi medievali tipici della zona e a tutte quelle bellezze che hanno contribuito a rendere la campagna toscana conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. La DOC del Monteregio è stata costituita recentemente ma già vanta importantissimi successi. L'andamento della produzione ha subito negli ultimi anni rilevanti crescite contribuendo cosi ad aumentare di pari passo anche la fiducia di tutte quelle aziende che hanno poi deciso di far parte del Consorzio del Monteregio di Massa Marittima. Otto sono le tipologie che costituiscono la DOC Monteregio. Monteregi o di Massa Marittima" rosso, riserva, rosato e novello, Monteregio di Massa Marittima" bianco, Monteregio di Massa Marittima" Vermentino, Vin santo di Monteregio di Massa Marittima",Vin santo di Monteregio di Massa Marittima" occhio di pernice. Queste otto tipologie di vino valorizzano migliorano ed esaltano tutto lo scenario enologico grossetano garantendo serietà, sicurezza ed affidabilità a tutti i produttori. La coltivazione del Monteregio avviene tramite la metodologia del cordone speronato ed anche del guyot il quale è conosciuto anche come “sistema a spalliera”.L’altezza delle piante è regolata in base alla media di ore di insolazione, per far sì di arrivare con la migliore approssimazione possibile a far coincidere, da un punto di vista tecnico, la maturazione zuccherina con la maturazione fenolica. Rigorosi sistemi di controllo faranno poi si che la vinificazione porti il vino ad essere qualitativamente perfetto, ricco di sapori, di aromi. Per i vini Riserva, vengono poi utilizzate le barrique,costruite con legno variamente stagionato e tostato di Quercus Petrea (rovere) , che conferiscono al vino una maggiore stabilità ed ossigenatura. La barrique riesce anche conferire al vino particolari sentori, come vaniglia, tabacco, caffè, cioccolato. Per non far torto a nessuna azienda, vogliamo citare tutti produttori del Monteregio: Az. Agr. Bartoli Loriano e Loreno S.S. Az. Agr. Il Bettarello Az. Agr. Bicocchi Francesca Az. Agr. Botrona Az. Vit. Cacciagrande Az. Vit. I Campetti Az. Agr. Campo Bargello Cantina I vini maremma Castello d’Albola S.S. Tenuta Rocca di Montemassi Fattoria Coliberto Fertuna S.r.l. Tenute Guicciardini Strozzi – Tenuta I Massi S.r.l. Az. Agr. La Cura Az. Agr. Fattoria di Montebamboli Az. Agr. Montebelli S.r.l MorisFarms S.r.l. Le Mortelle S.a.s. La Novella S.n.c. Az. Agr. Pacini Laura e Pietro Poggio ai Lupi S.n.c. Az. Agr. Poggio alle Birbe Soc. Agr. Poggio Divino S.r.l. Podere Riparbella Soc. Agr. Podere Ristella Az. Agr. Serraiola Az. Agr. Suveraia Tenuta Il Tesorino Az. Agr. Valentini S.S. Fabrizio Del Bimbo

martedì 19 febbraio 2013

Un nuovo vino per il Consorzio Chianti Classico

resentato alla Stazione Leopolda il riassetto della Denominazione del Chianti Classico che prevede la nascita di una nuova categoria di Chianti Classico che si posizionerà al vertice della piramide qualitativa, la valorizzazione della Riserva attraverso nuove regole di produzione e un restyling del famoso logo del Gallo Nero che uscirà dalla fascetta di Stato per accresce la propria visibilità sulla bottiglia. Importanti novità anche per la movimentazione del vino sfuso. Il Presidente Zingarelli: “Dopo un percorso durato oltre due anni abbiamo dato vita a un riassetto nato con il preciso intento di rilanciare la denominazione attraverso una serie di modifiche al disciplinare finalizzate a un ulteriore innalzamento qualitativo del prodotto. Si chiama “Gran Selezione” ed è il nuovo vino al vertice della piramide qualitativa delle etichette del Chianti Classico che da oggi avrà anche un nuovo marchio grazie al restyling dello storico Gallo Nero. Così il Consorzio Vino Chianti Classico punta all’eccellenza senza compromessi: le novità introdotte nel disciplinare, e presentate oggi alla “Chianti Classico Collection”, l’anteprima delle annate 2012, 2011 e della Riserva 2010 del Chianti Classico di scena fino a domani alla Stazione Leopolda a Firenze (www.chianticlassicocollection.it), riguardano anche la tipologia “Riserva” che viene ulteriormente valorizzata attraverso regole produttive più rigorose, e l’eliminazione del cosiddetto vino “atto a divenire” nella movimentazione dello sfuso, che d’ora in poi potrà essere commercializzato soltanto se certificato come vino Chianti Classico. “Gran Selezione” - la nuova tipologia di Chianti Classico al vertice della Piramide Qualitativa: Questa nuova categoria si pone al vertice della piramide qualitativa del Chianti Classico che al momento esce sul mercato in due diverse tipologie: “Annata” e “Riserva”. La “Gran Selezione” ha la particolarità di comprendere unicamente quei Chianti Classico integralmente prodotti in azienda che quindi non si avvarranno in nessuna percentuale di uve o vini prodotti da altre cantine. Anche per quanto riguarda il periodo di invecchiamento le regole previste per la “Gran Selezione” mirano all’eccellenza qualitativa del prodotto: questa nuova categoria di Chianti Classico potrà infatti essere immessa sul mercato solo dopo 30 mesi successivi alla vendemmia, di cui tre di affinamento in bottiglia, come per la “Riserva” il cui periodo di invecchiamento però rimane di due anni (12 mesi per l’annata).   Nuova “Riserva”: Anche la Riserva, che rappresenta il 25% della quantità prodotta e il 35-40% del valore della denominazione, è stata interessata dal nuovo assetto. Se il periodo di invecchiamento rimane invariato la vera novità è rappresentata dal fatto che il produttore dovrà dichiarare la destinazione del prodotto (Annata; Riserva; Gran Selezione) al momento della richiesta del campionamento. Ciò significa quindi che al momento in cui il produttore dovrà richiedere all’ente di controllo la certificazione del prodotto, dovrà dichiarare se questa certificazione viene richiesta per un Chianti Classico annata, Riserva o Gran Selezione. L’ente di controllo, che valuta l’idoneità attraverso un’analisi chimica effettuata da un laboratorio certificato e un’analisi organolettica affidata a specifiche commissioni, determinerà in quale tipologia il vino potrà essere classificato.   Sparisce il vino “atto a divenire”: Se fino a oggi era possibile commercializzare vino “atto a divenire “ Chianti Classico, ovvero vino ancora non certificato dall’ente di controllo come un prodotto degno di rientrare nella DOCG del Gallo Nero, con la nuova modifica al disciplinare questo non sarà più possibile. Le partite di Chianti Classico potranno essere commercializzate solo se provviste del relativo giudizio di idoneità. Restyling Gallo Nero: Il marchio che dal 2005 rappresenta l’intera denominazione e che da allora è presente nella Fascetta di Stato per tutti i produttori di Chianti Classico (soci o non soci del Consorzio), è stato interessato da una rivisitazione grafica tesa a renderlo ancora più protagonista in ogni bottiglia di Chianti Classico. Proprio in questo senso si inserisce anche il nuovo posizionamento del marchio previsto dal riassetto: il Gallo Nero esce dalla Fascetta di Stato, nel cui contesto risulta essere piuttosto “sacrificato” per dimensioni e risoluzione di stampa, per essere posto in maniera più visibile sulla bottiglia. Il restyling del marchio, realizzato dallo studio milanese specializzato in strategic design Robilant & Associati, mette in evidenza un’immagine essenziale e di immediata lettura che, nella sua pulizia, sposa le molteplici identità di uno dei territori del vino più famosi al mondo. Il focus sugli elementi più fortemente identitari del Gallo, il becco, la coda, e il petto, lo rendono meno descrittivo e sempre più simbolico e figurativo. Il cerchio rosso attorno, anch’esso semplificato, garantisce una maggiore visibilità del segno in contesti diversi, guadagnando in contemporaneità. “Il Chianti Classico rappresenta una di quelle eccellenze del made in Italy che abbiamo il dovere di sviluppare per risultare vincenti e competitivi nel confronto con i mercati esteri - afferma Maurizio Di Robilant, presidente e fondatore di Robilant & Associati - un incarico importante che, oltre il mero adeguamento del marchio a stilemi visivi più contemporanei, coinvolge la dimensione della protezione e della valorizzazione di un saper fare tutto italiano, mediante la definizione di un’immagine all’altezza dei suoi valori distintivi”.   “Oggi si chiude un percorso iniziato più di due anni fa con il preciso intento di rilanciare la denominazione attraverso una serie di modifiche al disciplinare finalizzate ad assecondare quell’innalzamento qualitativo del prodotto conseguito dai nostri vini negli ultimi anni” afferma Sergio Zingarelli, Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico. “Sono sicuro che con questi nuovi strumenti saremo in grado di affrontare le nuove sfide del futuro con una serie di regole capaci di rendere il Chianti Classico più forte davanti alla crescente concorrenza internazionale”. Nicoletta Curradi

Una realtà vinicola toscana nota a livello internazionale: Tua Rita

Acquistata nel 1984, l'azienda Tua Rita a Suvereto, in Val di Cornia, è a conduzione familiare, nata dall'esigenza di Rita e Virgilio di ritirarsi in un luogo tranquillo dove trascorrere gli anni della pensione coltivando la terra, la loro grande passione. Ed è stato proprio questo entusiasmo a spingerli a concentrare le loro energie e mezzi per sfruttare la grande potenzialità che, quell'allora piccolo appezzamento di terra, nascondeva. Il podere, collocato in Loc. Notri a Suvereto, giace a circa 100 mt. sul livello del mare e si presenta composto da terreni di medio impasto, argillosi, ricchi di microelementi come ferro e zinco che contraddistinguono i vini di “territorialità minerale” e in cui i vitigni internazionali trovano un ambiente assai favorevole. I due coniugi ebbero così una felice intuizione piantando Merlot e Cabernet perchè dall'assemblaggio dei due vini naque nel 1992 il Giusto di Notri che fece subito parlare di sé la stampa nazionale e internazionale per la profondità e la “toscanità” che si riscontrano nel bicchiere. Successivamente venne deciso di lasciare due barriques di Merlot e vinificarlo in purezza: nel 1994 sarà il Redigaffi che diverrà un vino di culto, il primo vino italiano ad ottenere 100/100 da Robert Parker con l'annata 2000, capace di fare inserire Tua Rita tra le 100 migliori aziende vinicole del mondo secondo la prestigiosa Revue du Vin de France. Inizia per Tua Rita un’escalation di successi che la portano con gli anni all’ampliamento e all’ammodernamento della cantina; grazie alla collaborazione del genero Stefano Frascolla (titolare dell’omonima azienda vitivinicola) e dell’enologo Dott. Stefano Chioccioli, oggi l’aziendasi estende su ca 50Ha, di cui 30 Ha sono vitati , mentre la produzione si attesta sulle 110.000 bottiglie, suddivise tra cinque vini rossi e due bianchi. Tua Rita esporta i suoi vini, come il Giusto di Notri, il Rosso dei Notri, il Perlato del Bosco e il Redigaffi soprattutto nei paesi esteri. Fabrizio Del Bimbo

giovedì 14 febbraio 2013

L'Anteprima della Vernaccia di San Gimignano 2013

Il Consorzio della Denominazione San Gimignano, insieme ai produttori associati, presenta a giornalisti, operatori e pubblico le nuove annate di Vernaccia di San Gimignano che usciranno sul mercato nel corso del 2013: l'annata 2012 per la tipologia Base ed alcune Selezioni, la 2011 per la Riserva (per la quale il disciplinare di produzione prevede un affinamento in cantina e bottiglia di quindici mesi totali prima di uscire sul mercato), ma anche annate precedenti, a seconda delle scelte dei produttori: alcuni preferiscono un periodo di affinamento più lungo rispetto a quanto prescritto. Anche questa edizione dell'Anteprima si svolgerà presso il Museo di Arte Moderna e Contemporanea De Grada, in Via Folgore 11, a San Gimignano. Ai banchi di assaggio con i produttori, aperti al pubblico nella giornata di domenica e nel pomeriggio di lunedì, si potranno assaggiare anche le Vernacce di annate precedenti, per scoprire l’evoluzione di questo vino bianco nel tempo. Per i giornalisti verrà allestita all'interno del museo una sala riservata per la degustazione tecnica con servizio di sommeliers, dove però saranno degustabili solo le Vernacce in 'anteprima'. In occasione dell’Anteprima, si svolgerà l'ottava edizione del ciclo di degustazioni Il vino bianco ed i suoi territori, che vedrà la Vernaccia di San Gimignano incontrare nella splendida Sala Dante un vino bianco straniero: quest'anno la Ribolla della Slovenia, scelta da Giancarlo Gariglio, curatore della guida dei vini Slow Wine, che condurrà la degustazione. Trentotto le aziende presenti, settantacinque le etichette di Vernaccia di San Gimignano nelle varie tipologie in anteprima, altrettante quelle delle annate precedenti presenti ai banchi di assaggio dei produttori. Queste le aziende a rappresentare la denominazione: Agricoltori del Chianti Geografico, Cà del Vispo, Canneta, Cantina Sociale di Certaldo, Cantine Guidi, Cappella Sant'Andrea, Casa alle Vacche, Casale Falchini, Cesani, Fattoria Abbazia di Monteoliveto, Fontaleoni, Fornacelle, Fornaci, Colombaio di Santa Chiara, Il Lebbio, Il Palagione, La Castellaccia, La Lastra, La Mormoraia, Lucii Libanio, Macinatico, Melini, Montenidoli, Panizzi, Pietrafitta, Poderi del Paradiso, Poggio Alloro, Rubicini, San Benedetto, San Donato, San Quirico, Signano, Tenuta Le Calcinaie, Tenuta La Vigna, Tenute Guicciardini Strozzi, Teruzzi & Puthod, Torre Prima, Vagnoni . Domenica 17 Febbraio Ore 14,30 - 19: Museo di Arte Moderna e Contemporanea De Grada, Via Folgore 11. Degustazione di Vernaccia di San Gimignano ai banchi di assaggio con i produttori, aperta al pubblico. Con lo stesso orario, degustazione tecnica con servizio di sommeliers nella sala riservata a giornalisti ed operatori di settore. Lunedì 18 Febbraio Ore 9,30 – 18: Museo di Arte Moderna e Contemporanea De Grada, Via Folgore 11. Degustazione di Vernaccia di San Gimignano ai banchi di assaggio dei produttori, riservata a giornalisti, operatori di settore, soci Ais, Fisar, Onav e Slow Food. Dalle ore 15,30 aperta anche al pubblico. Con lo stesso orario, degustazione tecnica con servizio di sommeliers nella sala riservata a giornalisti ed operatori di settore. Ore 11: Sala Dante del Palazzo Comunale, Piazza Duomo. Ottava edizione del ciclo di degustazioni Il vino bianco ed i suoi territori: La Vernaccia di San Gimignano incontra la Ribolla di Slovenia, condotta da Giancarlo Gariglio, curatore della guida dei vini Slow Wine. Nicoletta Curradi La degustazione è riservata ai giornalisti accreditati.

L'Anteprima Chianti Classico al via il 18 febbraio

I dettagli di quella che si preannuncia come una delle più importanti operazioni nel mondo delle denominazioni italiane, il l9 febbraio alla “Chianti Classico Collection” a Firenze o in diretta streaming su chianticlassico.com/collectionstreaming La “Chianti Classico revolution” è realtà: il Consorzio Vino Chianti Classico vara il riassetto complessivo della denominazione e lo modella all’insegna dell’innalzamento qualitativo e della competitività. I punti fondamentali di questa vera e propria rivoluzione vanno dalla realizzazione di un restyling dello storico marchio del Gallo Nero all’introduzione di un nuovo vino al vertice della piramide qualitativa delle etichette prodotte dalla denominazione; dalla valorizzazione della tipologia Riserva, alla scomparsa del cosiddetto “atto a divenire” nella movimentazione del vino sfuso. I dettagli di quella che si preannuncia come una delle più importanti operazioni nel mondo delle denominazioni italiane, saranno illustrati dal Consorzio il 19 febbraio alla “Chianti Classico Collection”, l’anteprima delle annate 2012, 2011 e della Riserva 2010 del Chianti Classico di scena alla Stazione Leopolda a Firenze (18 febbraio per gli operatori, 19 e 20 febbraio per la stampa; www.chianticlassicocollection.it). La conferenza stampa sarà anche trasmessa in streaming attraverso il link chianticlassico.com/collectionstreaming. E’ una vera e propria rivoluzione quella voluta dal Consorzio di uno dei vini italiani più famosi al mondo e che sarà svelata in occasione dell’Anteprima delle nuove annate del Gallo Nero. Una riassetto della Denominazione che prevede un deciso restyling dal nuovo marchio consortile (progettato dallo studio milanese specializzato in strategic design Robilant & Associati), che diventerà un punto di riferimento di tutte le etichette dei vini prodotti nel Chianti Classico; la nuova tipologia che diventerà il top della qualità espressa da una delle denominazioni più prestigiose del panorama enologico del Bel Paese, fino a oggi presente sul mercato soltanto con le tipologie “Annata” e “Riserva”. Ma non solo. In arrivo una serie di misure finalizzate a una maggiore valorizzazione della tipologia Riserva, che vale il 40% del fatturato della denominazione. Prima di tutto il fatto che il Chianti Classico potrà diventare Riserva solo se il produttore dichiarerà la destinazione del prodotto al momento della richiesta di idoneità, oltre ad alcune importanti novità per la movimentazione del vino sfuso. Quest’ultimo, potrà essere commercializzato solo se certificato come Chianti Classico (cioè soltanto dopo che la commissione d’assaggio lo ha certificato come tale), diversamente da quanto avviene oggi con il cosiddetto “atto a divenire”. Un passaggio importante questo, che toglie di mezzo molte incertezze sul piano operativo di una denominazione così importante nel panorama enologico italiano ed internazionale. Una misura finalizzata a un ulteriore innalzamento qualitativo del prodotto da un lato e a una maggiore garanzia per il consumatore finale. Un lavoro, quello del Consorzio Vino Chianti Classico, tutto teso a far percepire al consumatore quell’innalzamento qualitativo conseguito dai vini del Gallo Nero durante un solido cammino di eccellenza e che permetterà di affrontare le nuove sfide del futuro con una serie di regole capaci di rendere il Chianti Classico più forte davanti alla crescente concorrenza internazionale. Un’ operazione ancora più rigorosa di identificazione con la zona di produzione, attraverso il rafforzamento di un marchio che diventa una sorta di “Gallo del territorio”, oltre a porsi sempre di più come segno distintivo del Chianti Classico dal Chianti generico. Fabrizio Del Bimbo