martedì 14 aprile 2020

Vino italiano, fatturati in crescita nel 2019


La fascia premium, con un saldo positivo del 5% sui fatturati dei primi 10 player, è quella che cresce di più, seguita del segmento commerciale, cresciuto del 2% e dal segmento spumante dove i primi cinque specialisti registrano una crescita più contenuta (+1%).
Letti ora, i dati del 2019 presi in esame dallo studio Pambianco, sembrano quasi un ricordo. Se per il 2020 è impossibile fare previsioni, è infatti ormai certo che il giro d’affari del vino italiano sarà destinato a una contrazione piuttosto rilevante per le società più legate alla ristorazione e al canale horeca in generale, mentre chi opera  nella distribuzione moderna dovrebbe riuscire a reggere l’urto.
Ciò non toglie che l’ultimo anno sia stato positivo in termini generali, con il record storico
dell’export italiano pari a 6,4 miliardi, e che questo si rifletta anche fra i leader di comparto. Secondo l’analisi di Pambianco sui fatturati dei primi dieci gruppi del vino tricolore (dati di pre consuntivo), la crescita è stata del 2% per le realtà di fascia
commerciale e del 5% in ambito premium.
Cantine Riunite & Civ si conferma leader assoluto con 624 milioni di ricavi, otto in più del
2018; il motore è stato rappresentato dalla controllata Gruppo Italiano Vini, che con i suoi 19 marchi di fascia medio/alta e alta ha raggiunto da sola un fatturato di 406 milioni contro  1388 dell’esercizio precedente. A seguire compare Caviro, altra realtà cooperativa, con un giro d’affari consolidato sostanzialmente stabile e di poco inferiore ai 330 milioni di euro.
Terza in classifica generale, e prima nella speciale graduatoria dei gruppi di fascia alta, si
conferma Marchesi Antinori, che è riuscita a crescere di altri 16 milioni portandosi a quota 250.
Nell’ambito commerciale, il
risultato più significativo è quello
ottenuto da Botter, cresciuto di
oltre venti milioni di euro, da 195 a 217 milioni, performance che ha permesso al gruppo di Fossalta di Piave (Venezia) di salire sul podio della graduatoria, superandos ia Zonin (quinto con 206 milioni)i sia Fratelli Martini (quarto a 210).
Un altro balzo rilevante è quello
di Enoitalia, da 182 a 199 milioni,
e spinge la realtà privata di
Calmasino (Verona) a sorpassare i
due big della cooperazione
trentina, Cavit e Mezzacorona,
piazzandosi al sesto posto della
classifica di fascia media.
Le posizioni successive sono occupate da Italian Wine Brands, gruppo quotato in Borsa,

Nicoletta Curradi