domenica 21 marzo 2021

Ripanero, ottimi vini del Vulture


Nel 2014  alcuni amici si sono uniti per dare il via al progetto di “Ripanero”. L'obiettivo primario con cui è nata la società, è stato sin dall’inizio quello di riunire le uve provenienti dai vigneti di proprietà di ciascun socio, vinificandole al fine di ottenerne un vino che, tanto sul mercato nazionale quanto in quello internazionale, potesse distinguersi per rigore e per assoluta fedeltà verso le peculiarità del territorio, e verso le più semplici, antiche e tradizionali tecniche di vinificazione. Lo scenario è quello del Monte Vulture, vulcano ormai inattivo che si trova nell’area settentrionale della Basilicata, nella zona ai confini con la Puglia e la Campania. Qui la leggenda vuole che il “rosso vino di miele”, nel poema di Omero offerto da Ulisse al ciclope Polifemo, fosse proprio l’Aglianico del Vulture. Non a caso è l’aglianico la varietà vitata che, lungo le pendici del grande vulcano, ha trovato il suo habitat naturale. Un habitat in cui si incontrano i sei ettari vitati della cantina Ripanero, ovviamente dominati dalle uve di aglianico. Siamo esattamente nel territorio del comune di Ripacandida, a circa 500 metri di altitudine sul livello del mare: qui, i vigneti della cantina Ripanero sono curati maniacalmente e condotti rispettando al massimo ambiente ed ecosistema, così da arrivare a raccogliere uve di estrema eccellenza. Grappoli che arrivano in cantina solamente dopo una rigida e rigorosa selezione, per poi essere trasformati secondo passaggi produttivi che ne esaltano ogni minima sfumatura. Dalla vigna sino all’imbottigliamento finale, attualmente, tutti gli sforzi sono riuniti nel solo nome del “sanZavino”, Aglianico in purezza nonché primo rosso prodotto da Ripanero. Un’etichetta che nasce da rese per ettaro bassissime, che è figlia di un’attenta lavorazione, e che è frutto della massima esaltazione di genuinità e aderenza territoriale.




Tra i vini assaggiati, fatti come una volta, ho apprezzato molto
Sanzavino 2016, un vino rosso che nasce da uve Aglianico del Vulture, coltivate sui terreni sabbiosi e ricchi di ceneri vulcaniche. Il naso richiama la frutta rossa, le bacche scure, il tamarindo, la macchia mediterranea e il pepe nero. All'assaggio mostra una vibrante freschezza, un apparato minerale e una fitta trama tannica.

Physys 1016 è un Aglianico del Vulture di corpo, eleganza e spessore, dotato di una inconfondibile traccia minerale dovuta alla composizione delle terre vulcaniche. Dopo un affinamento di 12 mesi in botti di rovere, libera aromi di mirto, bacche scure, macchia mediterranea e accenti di liquirizia. All'assaggio risulta deciso e strutturato, snellito da tannini decisi e una, scia minerale

Chronos 19 da uve Malvasia presenta un colore giallo paglierino leggermente velato con delicati e tenui riflessi aranciati. È secco e abbastanza sapido, con sentori di mandorle e frutta secca, pieno in bocca, dalla beva piacevolmente imprecisa.

Vini assaggiati grazie a «Che Vino!», la start up dedicata al vino di qualità, nata da un’idea di Giuseppe Trisciuoglio, appassionato ed esperto di beverage, dalla sua compagna Federica Piersimoni, tra le più famose travel blogger d’Italia, e da Elio Maria Piersimoni, con competenze e importanti esperienze nel food.

Info: www.ripanero.it/
www.chevino.it/

Nicoletta Curradi