mercoledì 19 luglio 2017

Cantina Casaltrinità, vini di qualità a Trinitapoli

A Trinitapoli chi ama il buon vino non può perdere una visita alla Cantina Casaltrinità, in cui sono evidenti l’amore degli oltre 200 soci, la tenacia del lungimirante Presidente Antonio Gargano,  la passione dell’enologa interna Antonella Briglia e del consulente Pasquale Pastore.



I vini di questa cantina parlano di vite vissute, di esperienze, di territorio. Dietro ogni etichetta troviamo il vigore di vitigni che affondano le radici in una terra altrettanto vigorosa e l’intraprendenza degli abitanti di quest’angolo della Puglia.  La Cooperativa è sorta nel 1965 per volere del padre dell'attuale Presidente,  subentrato nel 1992.  

Il logo della Cantina,  il simbolo dei Cavalieri di Malta, segna il legame viscerale con la terra natia, il paese di Trinitapoli – un tempo detto Casaltrinità – che fu per circa due secoli commenda magistrale di quell'ordine.  Tra verità e leggenda, tra sacro e profano, ogni chicco d'uva evoca suggestioni: ricordi di antiche dominazioni e  immagini dell’Agro di Trinitapoli, Barletta, Andria e Cerignola, dove crescono i vigneti, dislocati nel raggio di 40 chilometri dalla cantina. I circa 600 ettari ed i 150.000 quintali di uva rappresentano una sfida quotidiana lungo il percorso intrapreso di valorizzazione della produzione. Non è facike, infatti, coordinare 200   produttori,  accompagnarli in un cammino di crescita qualitativa, soprattutto dove il modello cooperativo stenta ad affermarsi. Eppure, Casaltrinità ha fatto propria la missione di convertire l’immagine della Puglia ad attore principale del panorama vitivinicolo italiano. La Cantina è riuscita a raggiungere l’importante traguardo di delimitare la DOC “Tavoliere delle Puglie”, con le tre tipologie: rosso, rosato e nero di Troia, per un totale di 19 comuni e 10 cantine aderenti al Consorzio di tutela.
La  Cantina intende scardinare una mentalità autoreferenziale, presentandosi come catalizzatore del rilancio dell’intero areale. Ed infatti, in quanto parte della Fedagri Puglia, mira a creare una microrete di collaborazione con le altre cooperative, per rinvigorire il tessuto produttivo della zona.
A Casaltrinità sono previsti nuovi progetti ed investimenti futuri, primo fra tutti la possibile realizzazione di un frantoio per rivalutare l’oro verde dei secolari uliveti della regione. Indubbiamente, altro grande patrimonio da salvaguardare. Al pari dei vitigni autoctoni che, nella cooperativa di Trinitapoli, danno vita a vini “bandiera” del territorio: nero di Troia, greco, moscato reale si affiancano solo occasionalmente agli internazionali cabernet, merlot e chardonnay. Internazionali che qui sembrano contaminarsi al locale, esprimendo talvolta caratteristiche differenti rispetto alle loro solite peculiarità.


Provenienti da numerose zone, assai variegate in termini qualitativi, le uve richiedono grande dedizione e competenza da parte degli enologi, che devono mediare tra la necessità di imporre ai soci determinate tempistiche di raccolta e l’esigenza di svecchiare consolidate tradizioni di coltura. Una tenacia ripagata dai riconoscimenti ottenuti negli anni, non ultima la speciale menzione assegnata dalla guida Vini d’Italia 2014 (l’Espresso) al “Padre”, etichetta di punta di Casaltrinità. Nero di Troia in purezza ed invecchiato almeno sei mesi in barrique, vuole essere una dedica al padre dell’attuale Presidente. Un vino che cerca di imporsi come principale interprete del Made in Puglia; un vitigno dal carattere austero che svela lentamente le sue grandi potenzialità.

Sotto il simbolo dei Cavalieri di Malta, batte il cuore di una Cooperativa che fa del costante miglioramento della qualità il suo primo dovere e la sua sfida quotidiana.

Info: www.casaltrinita.it

Nicoletta Curradi

mercoledì 12 luglio 2017

Vinoe' seconda edizione il 5 e 6 novembre


Andrà nuovamente in scena alla stazione Leopolda di Firenze la seconda edizione di Vinoè, l’annuale congresso nazionale della Fisar. Appuntamento il 5 e 6 Novembre 2017 per la seconda edizione di un successo già annunciato.

La prima edizione di Vinoè si è svolta il 15 e 16 Novembre 2016, con numeri di sicuro rilievo. Sono stati serviti più di 90.000 calici ai 6000 visitatori accorsi per incontrare le 600 etichette presenti.

Numeri di grande rilievo che hanno dimostrato quanto l’esigenza di far incontrare formazione e passione, legate all’enogastronomia, possa avere successo.

Fisar voleva fin da subito creare un ponte di collegamento tra cibo e vino, sfruttando anche le grandi potenzialità offerte dalla Toscana e dalla città di Firenze. È proprio Firenze, capitale artistica e gastronomica della regione, ad offrire la cornice della Stazione Leopolda.

La città di Firenze e la sua amministrazione credono nel progetto, dando il loro pieno supporto. Lo ha ribadito anche l’Assessore allo Sviluppo Economico Cecilia Del Re, intervenuta alla conferenza stampa di presentazione della nuova edizione di Vinoè.
Ciò che mi aveva colpito della prima edizione di Vinoè era il focus verso le piccole e medie aziende. L’intenzione era di valorizzare e presentare al pubblico le aziende del territorio italiano che fanno del vino la loro ragion d’essere. Puntano verso coloro che a volte non hanno la forza mediatica per comunicarlo in grande stile.

Anche quest’anno verrà rispettato il medesimo filo conduttore con aziende sotto le 300.000 bottiglie prodotte e provenienti da ogni regione d’Italia. Ciò servirà a presentare al meglio il nostro meraviglioso territorio, fatto di innumerevoli vitigni e grandi perle enologiche.

Dalle parole dei vertici Fisar si percepisce la compattezza e l’accordo sulle linee guida del progetto. Infatti c’è da più parti la volontà di riscoprire il legame tra uomo e territorio, imprenscindibile nel meraviglioso mondo del vino. Per raggiungere l’obiettivo si farà leva sulla passione e naturale predisposizione delle aziende presenti. Per questo sarà mantenuto il format dello scorso anno, con masterclass, dibattiti e conferenze legate al mondo del vino.

Un altro obiettivo della manifestazione sarà anche capire la valenza e la sostenibilità del comparto vinicolo sul territorio, con inevitabili ricadute positive anche sull’economia e sulle opportunità lavorative.

Le condizioni per ripetere il successo dello scorso anno ci sono tutte. Si vede lo stesso animo di ricerca della qualità che ha smosso in occasione della prima edizione. Non manca anche la voglia di continuare nel percorso di valorizzazione delle piccole aziende. 

Appuntamento il 5 e 6 Novembre 2017 alla Stazione Leopolda di Firenze.

 Nicoletta Curradi