mercoledì 11 agosto 2021

Cinquanta candeline per la Cantina Arnaldo Caprai



La cantina Arnaldo Caprai compie 50 anni, un anniversario importante non solo per l’impresa agricola umbra guidata da Marco Caprai, ma anche per tutto il territorio e il comparto vinicolo italiano, perché se il Modello di sviluppo territoriale di Montefalco è una case history studiata anche oltreoceano si deve alla lungimiranza di quest’azienda nel proporre un nuovo modo di fare impresa, al punto da far nascere intorno a sé, nel corso dei decenni, un tessuto economico florido tutto incentrato sul turismo enologico.

È il 1971 quando Arnaldo Caprai, imprenditore tessile di successo, acquista la tenuta Val di Maggio con 3 ettari di vigneto. Oggi gli ettari sono 170.

«Cinquant’anni fa – racconta Marco Caprai – era il momento in cui finiva la mezzadria e si assisteva allo spopolamento delle campagne: era l’epoca in cui si stava per assistere alla grande crisi dell’agricoltura. In questo senso mio padre aveva capito che questa crisi poteva essere risolta trasformando l’agricoltura sempre più in un’impresa. Recuperare il Sagrantino legandolo al territorio e alla capacità di fare impresa credo sia stata un’intuizione straordinaria: abbiamo avuto la visione di un percorso che oggi possiamo dire ci ha portato anche oltre i risultati che sognavamo».

Per celebrare i suoi primi 50 anni a ottobre la cantina presenterà un’edizione limitata di Montefalco Sagrantino Docg, con una preziosa etichetta celebrativa da collezione, in oro zecchino, firmata da un artista di calibro internazionale.

Nella foto a sinistra, Marco Caprai insieme al padre Arnaldo Caprai, fondatore dell'omonima cantina. A destra, la gamma di Sagrantini firmati dalla cantina umbra.

Da sempre la strategia dell’azienda Caprai per il rilancio della viticoltura nel territorio di Montefalco si incentra sul Sagrantino, e si fonda su tre parole chiave: tradizione, innovazione, territorio. La tradizione è intesa come conoscenza sempre più accurata della storia e delle tecniche vitivinicole locali, analizzate con una prospettiva ampia e solidamente documentata; l’innovazione è risultato della ricerca, di base e applicata, in campo agronomico ed enologico; il territorio è visto come elemento primario e fondante della qualità vitivinicola.
Nicoletta Curradi

I tesori vinicoli dei Giardini di Castel Trauttmansdorff

 



Il giardino botanico meranese custode della storia del vino in Alto Adige
Da più di tremila anni l’Alto Adige produce vino sia da uve bianche sia da nere, ma purtroppo molti dei vitigni autoctoni sono andati perduti. Tuttavia, il Vigneto dell’Alto Adige dei Giardini di Castel Trauttmansdorff conserva una dozzina di vitigni autoctoni molto antichi come Blatterle, Fraueler, Gschlafene e Edelschwarze, di cui i giardinieri si prendono particolarmente cura per il loro valore storico.
Infatti, un’infestazione o una malattia fungina per il Vigneto dell’Alto Adige potrebbe essere letale e per evitare ciò si ricorre a ricostituenti solo vegetali così da rendere le viti più robuste e resistenti.

Oltre alla conservazione degli antichi vitigni autoctoni, il Vigneto dell’Alto Adige assume il ruolo di testimone della cultura vinicola altoatesina anche per la riproduzione del metodo tradizionale di coltivazione della vite, la pergola, una struttura in legno formata da pali verticali in castagno e stecche orizzontali di abete rosso o larice. Su queste stecche, dette “cantinelle”, a una distanza di 30 centimetri l’una dall’altra vengono poggiate trasversalmente e fissate con rami di salice delle sottili assicelle di pino cembro che formano il tetto della pergola. Dopo il 1900 si è imposta gradualmente la coltivazione a spalliera, ma i tipici filari di pergole caratterizzano ancora oggi le aree dell’Alto Adige coltivate a vite e sono favorevoli soprattutto alla coltivazione della Schiava.

I Giardini di Castel Trauttmansdorff custodiscono, inoltre, dei veri e propri tesori legati alla vite, tre dei quali si trovano all’interno del Tabernaculum, una sorta di “camera artistica”​ che racchiude un vinacciolo dell’Alto Adige di 2400 anni d’età proveniente da un insediamento retico nella zona a sud di Bolzano, a riprova del fatto che l’Alto Adige è il territorio di più antica coltivazione della vite dell’area germanofona; la riproduzione in oro di un vinacciolo di 8000 anni d’età donato all’Alto Adige in occasione del Merano Wine Festival del 2007 dalla Georgia, il più antico paese produttore di vino al mondo; alcuni vinaccioli della vite forse più antica del mondo, il vitigno autoctono dell’Alto Adige Versoaln, che cresce da 360 anni a Castel Katzenzungen a Prissiano, una frazione di Tesimo.

Per ulteriori informazioni sui Giardini di Castel Trauttmansdorff: www.trauttmansdorff.it.
I Giardini di Castel Trauttmansdorff

Suddivisi in quattro aree tematiche, i Giardini di Castel Trauttmansdorff presentano, su una superficie di 12 ettari, più di 80 paesaggi botanici con piante da tutto il mondo. La loro posizione panoramica è unica: a forma di anfiteatro naturale, si estendono su un dislivello di oltre 100 metri, aprendo a ogni passo affascinanti prospettive panoramiche sulle montagne circostanti e sulla città di Merano e integrandosi con perfetta armonia nel paesaggio naturale circostante. Grazie al clima mite del territorio, quello dei Giardini di Castel Trauttmansdorff è il luogo ideale per un giardino botanico, offrendo la possibilità di ospitare piante provenienti da tutto il mondo, alcune delle quali sono esemplari rari. Meravigliosi tripudi di fioritura cambiano l’aspetto dei Giardini settimana dopo settimana, rendendo le visite affascinanti in ogni stagione.
I Giardini sono un'esperienza per tutti i sensi e per tutte le età, luogo di riposo e svago sia per gli esperti del settore che per i profani.
Nel cuore dei Giardini troneggia Castel Trauttmansdorff dove, un tempo l'amata Imperatrice Elisabetta, meglio conosciuta come Sissi, trascorreva la stagione invernale. Oggi questo stesso castello è sede del Touriseum, il Museo provinciale altoatesino del Turismo che racconta 200 anni di storia del turismo alpino.
Grazie al mix unico di giardino botanico e attrazione turistica, al riuscito connubio tra natura, cultura e arte e al loro inconfondibile spirito d’innovazione, i Giardini di Castel Trauttmansdorff sono stati premiati più volte a livello nazionale, europeo ed internazionale.
Per ulteriori informazioni

I Giardini di Castel Trauttmansdorff​
Tel. 0473/255608​
Ilaria Marcolini​
Ilaria.Marcolini@provincia.bz.it
www.trauttmansdorff.it​

Nicoletta Curradi