giovedì 31 maggio 2018

Le Marche nel bicchiere: la conoscenza del territorio passa attraverso il vino

Il Verdicchio è il più famoso e certamente il più diffuso vitigno delle Marche,  la  regione  fra le più  belle  e  meno  conosciute   d'Italia. Ma numerosi sono i vitigni autoctoni coltivati in questo territorio.




                                                    Calice di Verdicchio


Il vino Verdicchio dei Castelli di Jesi deve il suo nome all’omonima cittadina, circondata da pittoresche colline attraversate dai fiumi Esino, Misa e Musone. Sulle loro rive si affacciano alcuni dei quattordici imponenti castelli medievali, o meglio borghi fortificati, che per secoli hanno difeso la città, piccola ma di grande valore strategico. Su questi pendii le viti convivono con gli ulivi, donando loro la bellezza incantevole dipinta nel 1500 da Raffaello, originario della magnifica città di Urbino.  Il tipico terreno argilloso-calcareo della regione, ricco di limo o sabbia, e l’aria marina che ventila le vigne anche a venti-quaranta chilometri dal mare contribuiscono all’eccezionalità dei vini locali, fra cui spicca il Verdicchio: racconta la leggenda che il vitigno sia stato portato nelle Marche alla fine del XV secolo dai veneziani che vi si trasferirono dai villaggi spopolati a causa della peste. Fin dagli anni ’50 il Verdicchio si è imposto a livello internazionale, e grossi viticoltori che producono per l’esportazione convivono con cantine più piccole, ma molto attive.
Il Verdicchio dei Castelli di Jesi ha un’ottima struttura ed eleganza, un gusto sottile e ricco con buon potenziale di invecchiamento; grazie alla sua acidità elevata il Verdicchio è inoltre adatto alla produzione di ottimi vini spumanti, sia con il metodo classico e sia con il metodo Charmat. Il vino giovane Verdicchio è fresco, con chiare note frutta fruttate; il vino dalla vendemmia tardiva invece si distingue nella corposità senza perdere il suo carattere fruttato. Queste caratteristiche sono proprie della zona del Verdicchio Classico – la zona più antica. Sono ben 23 le zone DOC, fra cui si trova il Verdicchio Superiore, caratterizzato dall’alta percentuale di alcool. Il Verdicchio Riserva prevede i 24 mesi della maturazione prima della vendita: sfata così il mito che “il vino bianco si beve solo giovane. 


                                            
                                   Teatro Piermarini Matelica

Il Foyer “Verdicchio di Matelica” all'interno del Teatro Piermarini di Matelica, progettato dallo stesso architetto della Scala di Milano, si occupa di vendita e promozione del vino più pregiato del territorio, il  Verdicchio di Matelica. La struttura è stata allestita all'interno del Teatro per creare un  binomio perfetto tra cultura e territorio. La location è gestita dai produttori del Verdicchio di Matelica, in sinergia con la Giunta comunale, composta da un Sindaco ed assessori molto attenti (in primis l'assessore all’Agricoltura, nonché enologo, Roberto Potentini), rendendo questo spazio unico nel suo genere. Il Foyer è aperto tutti i giorni per degustazioni di vino e per visite guidate al Teatro e alle Terme romane scoperte all'interno della strttura. In questa accattivante “vetrina” si possono assaggiare i vini di 12 cantine che producono Verdicchio di Matelica Doc e Docg,  uno dei più antichi vini bianchi italiani da vitigno autoctono: D.O.C dal 1967 e D.O.C.G per la versione riserva dal 2009. Il Verdicchio di Matelica è considerato il vino di montagna, quello di Jesi di mare. Il monte San Vicino fa da  frontiera tra le due zone vinicole. 

Conosciamo meglio alcune realtà del territorio.





                                        Cantina Garofoli

Garofoli è un riferimento del vino regionale e una azienda di prima grandezza, sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo. Alla guida, Carlo Garofoli,  profondo conoscitore del vigneto marchigiano. Se i vini base sono sempre impeccabili, le selezioni rientrano costantemente nel ristretto gruppo dei migliori vini marchigiani. Ottimo il suo Jesi Classico Superiore DOC “Podium” 2013
Giallo paglierino, al naso esprime un profumo intenso, elegante, fruttato con sentori di agrumi. Al palato è suadente, morbido, di grande carattere, caratterizzato da una sapidità molto prolungata, caldo ed elegante.

                                                   La Monacesca


Nel territorio di Matelica, in provincia di Macerata, l'azienda agricola La Monacesca è nata nel 1966 per mano di Casimiro Cifola, che, dopo aver acquistato gli appezzamenti, diede il via all’impianto dei primi vigneti e alla costruzione della cantina di vinificazione, la quale vedrà imbottigliata la prima annata di Verdicchio di Matelica nel 1973. Il nome dell’azienda deriva da un gruppo di monaci benedettini, che intorno al 900 d.C. si stabilirono in queste terre, costruendo una piccola chiesa e un convento che oggi, dopo essere stati perfettamente recuperati e ristrutturati, fanno parte del piccolo borgo aziendale. Attualmente di proprietà e gestita da Aldo Cifola, figlio di Casimiro, la cantina ha visto crescere il suo prestigio negli anni, grazie proprio al suo Verdicchio di Matelica, oggi tra i più importanti della denominazione. Nel corso del tempo, la superficie dei vigneti è costantemente aumentata, per cui al momento l’estensione arriva a toccare i 30 ettari. Tra i filari, oltre ovviamente alla varietà del verdicchio, si incontrano anche uve di chardonnay, sangiovese e merlot: viti che sono allevate nel massimo rispetto di ambiente ed ecosistema, per arrivare a produrre grappoli concentrati e ricchi in ogni loro componente organolettica. Con una media di circa 160.000 bottiglie annue destinate esclusivamente alla ristorazione e ai negozi specializzati in Italia e all’Estero, in cantina le regole non sono molto diverse da quelle adottate tra i filari, e l’obiettivo principale è sempre quello di esprimere nel calice l’unicità di quelle che sono le migliori terre marchigiane in fatto di vino. Rispetto alle origini, ciò che non è cambiato è la cura artigianale e quasi maniacale con cui si produce vino, rimasta sempre la stessa. Dal “Terra di Mezzo” al “Mirum”, dall’“Ecclesia” al “Camerte”, quelle targate “La Monacesca” sono etichette dove si incontrano la storia, la cultura e la tradizione di un grande terroir .

Anche Cantine Belisario ha sede a Matelica e vanta più di 300 ettari di vitigni ed una cantina di 300 ettolitri di capienza. I vitigni sono vicini alla cantina e tutti sono situati nell'Alta Valle Esina. L’azienda  coltiva direttamente i vigneti ed ogni etichetta ha il suo vigneto dedicato. Il progetto dell'azienda  prevede che ogni vino sia un progetto ben finalizzato che parte dall'impianto del vigneto e poi la selezione delle uve e dei mosti serve a raggiungere lo scopo di realizzare la massima qualità. E' il più grande produttore di Verdicchio di Matelica DOC e produce due marchi: Belisario, dedicato alla ristorazione ed enoteche, e Poggio alle Rondini, dedicato alla grande distribuzione. Dal 2002, l’azienda Cantine Belisario possiede il sistema di qualità certificato ISO 9001:2000 ed è anche certificata per la vinificazione di uve da coltura biologica, con circa 24 ettari di vigneti bio. 



                                            Vigneti di Terra Fageto

Cambiando zona e recandoci a Pedaso, in provincia di Fermo, incontriamo  Terra Fageto, azienda agricola a conduzione familiare. Grazie alla diversità dei terreni in cui si trovano i vari vigneti (Pedaso, Campofilone, Altidona), la cantina produce sia vini bianchi che rossi, tutti marchi di fabbrica di questa zona delle Marche: Dal Falerio al Passerina, dal Pecorino al Rosso Piceno, l'intera produzione di Terra Fageto è attuata in modo biologico. Tra i vini prodotti spiccano  Letizia Marche Passerina IGT e Fenesia Offida Pecorino DOCG


Castrum Morisci è l’antico nome del borgo di Moresco così come si legge in un documento del 1248 conservato nell’Archivio di Stato di Fermo. La scelta del nome testimonia il forte legame con la storia, le tradizioni e il paesaggio delle nostre campagne.L’azienda nasce grazie al lavoro della famiglia Pettinari: David, Agostino, Alessandra, Eleonora e Luca. .L’ azienda agricola, profondamente orientata al biologico, si estende su 7,5 ettari di vigneto ai piedi del borgo medievale di Moresco. La vicinanza del mare e il particolare terroir conferiscono ai prodotti una connotazione inconfondibile unica Passerina, Pecorino, Vermentino, Malvasia, Pinot, Moscato, Merlot, Montepulciano, Sangiovese, sono gli uvaggi utilizzati per una produzione media annua di 25000 bottiglie. La vinificazione avviene con vasi vinari in acciaio, terracotta e legno, con la volontà di scoprire e valorizzare tutto il ventaglio aromatico di vitigni coltivati. L’uso di recipienti in terracotta per contenere il vino risale a circa 8000 anni fa, quando nell’area transcaucasica venivano usate per elaborare una delle prime creazioni dell’artificio umano. L’utilizzo della terracotta si è poi diffuso tra tutte le popolazioni del mondo antico, ma si è perduto nel medioevo, sostituito dalla botte in legno e dalla barrique.
All’interno di questi recipienti, con lunghe macerazioni delle bucce si riesce ad estrarre tutta la complessità di sentori e aromi specifici dalle uve. il vino affina di nuovo in anfora, per trovare i profumi e gli aromi che lo rendono unico, grazie allo straordinario isolamento termico e alla micro-ossigenazione dovuta alla porosità della terracotta.


                                              Anfore di Castrum Morisci

Padreterno, Testamozza e Gallicano sono  i nomi dei vini in anfora. Castrum Morisci èla prima cantina nelle Marche a produrre vini con l'etichetta in braille per non vedenti e ipovedenti. 


Per alloggiare nelle Marche: Villa Gens Camuria www.villagenscamuria.it

Nicoletta Curradi

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