lunedì 23 novembre 2009

Chianti o Brunello? No, anche vini della Valtellina




Lo splendido centro termale Spa & Benessere del Grand Hotel Bagni Nuovi di Bormio (SO) ha ospitato in un’insolita, primaverile serata di novembre, un’originale degustazione di vini della Valtellina, abbinati a piatti tipici preparati da rinomati chef: gli ospiti, rigorosamente in costume da bagno e accappatoio candido, si sono aggirati, curiosi e senza fretta (se no, che benessere sarebbe?) tra i vari banchi di assaggio dei produttori quali Salis, Caven, Balgera, Prevostini, Bettini e molti altri. Dei vini valtellinesi e delle loro qualità organolettiche si era parlato poco prima nel Salone da Ballo dell’Hotel in un interessante convegno condotto dal Presidente del Consorzio Vini Valtellina. L’antico stile dei Romani è stato riproposto oggi come 2000 anni fa: infatti i Bagni di Bormio offrono dal I sec. a.C. la filosofia delle terme romane, insieme a due storici hotels a 5 stelle, riportati pochi anni fa al primitivo splendore. Oltre 70 tipi di pratiche termali, con vasche e piscine all’aperto con acqua calda, accessibili anche sotto una bella nevicata, fanno parte dell’offerta del Gruppo QC Terme, che aprirà il 5 dicembre anche a Monza, e già esiste a Pré St.Didier e a Milano (Info: www.qcterme.it).
Ma torniamo a parlare un po’ dei vini valtellinesi, che raccontano molto di sé e del territorio da cui traggono origine: il Sassella è connotato dalla natura rocciosa della zona, la più nota della Valtellina, nel cuore del versante terrazzato, adattato dall’uomo nei secoli alla coltivazione della vite con il riporto di terra fertile dal fondovalle. L’ottimale esposizione al sole porta a giusta maturazione le uve di Nebbiolo. Inferno è invece il suggestivo nome della più piccola sottozona DOCG Valtellinese: 55 ettari circa di terrazzamenti vitati, molto rocciosi e difficili da raggiungere. Il circuito dell’Inferno unisce il fondovalle con la mezza costa del versante retico. Il vino prodotto qui è considerato il più austero tra i Valtellina Superiore.
I Vinautori, alias Pietro Triacca e Stephan Keller, di Madonna di Tirano, producono vini che non hanno nulla di tradizionale: sauvignon bianco è il vitigno di “Saga”, vino che ben si accompagna ai pizzoccheri valtellinesi. Anche il Nebbiolo vinificato con metodi moderni dà ottimi risultati con il “Virtù”, adatto all’invecchiamento ed abbinabile al taroz, altro piatto tipico locale. L’ultimo prodotto è un Syrah proveniente dal sud della Francia, misto a Nebbiolo: il “Sirano” ha un gusto fruttato e fresco. Invece “Garibalda” intende diventare uno dei migliori Syrah italiani.
L’azienda Conti Sertoli Salis produce il vino più singolare e raro della Valtellina: lo sforzato “Canua”, rosso secco, di corpo, elegante e armonico già dopo 4-5 anni di invecchiamento. Si ottiene dopo un lungo appassimento di uve Nebbiolo Chiavennasca, lasciate fino a gennaio in solaio per concentrare aromi, tannini nobili e zuccheri.
Quindi, non ci sono solo Chianti e Brunello, ma anche un’ottima scelta tra i vini della Valtellina.

Info: www.consorziovinivaltellina.com

Nicoletta Curradi

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